Banished: la recensione

Banished è un gioco che ha avuto il merito di riportare l’attenzione su un genere un po’ stantio: quello dei city builder.

 

 

Sicuramente avrete sentito parlare di Sim City, il primo gioco a tentare di riprodurre il funzionamento di un sistema complesso come la gestione di una città in espansione. I numerosi capitoli della serie ed i titoli analoghi (i vari Cities, Anno e Tropico) hanno arricchito un concetto di base già interessante con numerose nuove dinamiche e aspetti che prendono in considerazione le cose più disparate, dal commercio alla diplomazia alla guerra.

Banished è un titolo del 2014 che, contrariamente ai titoli citati poc’anzi, è stato realizzato da un piccolo studio nel corso di anni; uno dei primi titoli usciti in early access e che ha visto un’attiva partecipazione della community nella sua definizione. Il risultato finale è un gioco interessante anche se non perfetto.

 

 

L’ambientazione medioevale è molto carina, e ci permette di focalizzarci su di un piccolo numero di abitanti scacciati (non si sa per quale motivo) dalla loro comunità e forzati a dar vita ad un nuovo villaggio partendo solo dalle poche risorse accumulate nel loro carro.

Le fasi iniziali sono probabilmente le più stimolanti del gioco, con la necessità di identificare le priorità, reagire di conseguenza e disegnarsi in testa una sorta di piano regolatore per lo sviluppo del villaggio. Ci sono diverse strutture da poter costruire, ognuna che ovviamente assolve ad una specifica funzione, e alla quale dobbiamo manualmente assegnare i lavoratori per farla funzionare; questo aspetto è centrale nel gioco. Visto che non avremo praticamente mai un numero di paesani molto alto (per averne un centinaio sono necessarie una decina di ore) riusciremo in qualche modo a barcamenarci fra le varie richieste più urgenti.

 

 

Sì, perché avere le strutture costruite non le fa funzionare automaticamente; occorre prima generare la catena della produzione. Ad esempio il birraio ha bisogno di mele, che per essere prodotte necessitano di una piantagione (che ci mette qualche anno ad essere produttiva) e di contadini che la curino. Poi qualcun altro deve trasportare i beni prodotti al magazzino, dove finalmente il nostro birraio può andare a prendere ciò che gli serve e spillare l’ambrato nettare. Il sistema di produzione è amplio ma non enorme, e le materie prime hanno tutte, o quasi, un sistema di trasformazione in prodotto finito.

Molto carino il sistema delle “famiglie”: le case sono occupate infatti da veri nuclei familiari, alter ego con nomi, età ed un sesso ben preciso; scordatevi di vedere quelle anonime comuni che faciliteranno pure la gestione cittadina (200 cittadini, una casa ne contiene 4, costruiamone 50); qui è necessaria parecchia attenzione in più perchè moglie e marito non accetteranno estranei e le nuove coppie, per procreare a loro volta, avranno bisogno di una casetta libera in cui rimarranno fino all’ultimo dei loro giorni (anche quando rimarranno tristemente vedovi).

 

 

Il problema di Banished è che nonostante la paventata iniziale difficoltà, una buona pianificazione ed una piccola esperienza col gioco prevengono il 90% dei problemi che possono sorgere. Certo, c’è da tenere in considerazione che le risorse non sono infinite e ad un certo punto inizieranno a scarseggiare se non saremo cauti, ma la realtà è che in una partita di media difficoltà difficilmente vivremo eventi in grado di destabilizzare la nostra strategia. È anche vero che se non stiamo attenti rischiamo di infilarci in situazioni che possono creare dei circoli viziosi, decimando la nostra popolazione e azzerando ore e ore di progressi in gioco. Ci sono poi i disastri naturali da tenere in considerazione…

Ad ogni modo, la difficoltà che presenta Banished non è altissima: molti giocatori iniziano una partita assegnandosi uno specifico obiettivo (come nel probabilmente sopravvalutato Rimworld) perchè altrimenti si rischia di non avere un preciso scopo nel gioco. Sicuramente l’aggiunta di mod può agevolare nell’aumentare il livello di sfida (o nel modo, non perfetto, in cui vengono presentate le informazioni).

 

 

A Banished sono seguiti tutta una serie di giochi che ne hanno catturato alcune dinamiche, modificandole in base allo scopo e magari arricchendo lo schema di gioco per fornire più varietà al giocatore. È il caso del coloratissimo e forse più vario Kingdoms And Castles o dell’interessante Foundation, tanto per restare in tema medioevale.

In conclusione, Banished è un gioco che a sette anni dall’uscita mostra qualche lacuna, ma che è oggettivamente rilassante (alla stregua di Euro Truck Simulator 2) e che può valer la pena lanciare, di tanto in tanto, se vogliamo passare una serata tranquilla e lasciar riposare la mente. Di sicuro non è un gioco a rilascio di adrenalina, ma in certi frangenti questa può essere una qualità.

 

PRO:

  • Modello di produzione abbastanza dettagliato
  • Ambientazione innovativa
  • Rilassante

CONTRO:

  • Non molto difficile
  • Molta microgestione
  • Mancanza di uno scopo preciso

 

Banished, 2014
Voto: 7
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