Bellfortis: la recensione

Il piccolo ma interessante titolo realizzato da Rake In Grass è un grand strategy minimalista e raffinabile, ma da non sottovalutare.

 

 

Medieval: Total War è stato un gioco in grado di rivoluzionare il panorama dei giochi strategici. Grazie alle sue epiche battaglie in tempo reale, ha permesso di ampliare notevolmente le sfaccettature che i titoli grand strategy erano stati fino a quel momento in grado di fornire ai giocatori.
Bellfortis è chiaramente ispirato proprio a Medieval: Total War, anche se budget e tecnicismi sono evidentemente quelli di un titolo indie realizzato da un team di sviluppo ridotto all’osso. Il risultato non è da strapparsi i capelli ma è senz’altro buono, tanto da indicare Bellfortis come una valida alternativa per chi voglia cimentarsi con un titolo lineare e semplice, ma non facile.

 

 

In Bellfortis sono presenti diversi scenari, tutti incentrati sul medioevo, e riproducono piuttosto fedelmente le condizioni storiche dell’epoca. Con diverse risorse da dover produrre e gestire (cibo, punti produzione, prestigio, tecnologia e ovviamente denaro), riuscire a bilanciare un esercito in grado di tener testa ai propri vicini, gestire l’economia e la felicità interna ed espandere il proprio controllo verso nuovi territori è un’impresa difficoltosa già ad un livello di difficoltà medio.

La fase strategica viene gestita sulla classica mappa europea divisa in territori, e selezionandone uno in nostro possesso potremo costruire nuove unità e nuovi edifici. Esiste uno stretto rapporto che lega le risorse richieste dalle unità, quelle necessarie per costruire gli edifici ed il ritorno generato dagli stessi; fare il passo più lungo della gamba non è improbabile, e si rischia facilmente di trovarsi presto impantanati in una economia statale non in grado di sostentarsi e che si avviluppa su se stessa sempre più in un circolo vizioso.

 

 

Quando si tratta di verificare le produzioni dei territori, lo stato della felicità e capire cosa le influenzi, Bellfortis mostra clamorosamente il fianco. Le informazioni sono disponibili solo parzialmente, e occorre spesso cercarle in modo poco intuitivo nelle varie schermate a disposizione. Chi si aspetti l’apparizione di un pop-up mettendo il cursore sopra il valore di una risorsa, immaginando di vedere qualche dettagli esplicativo su come si arrivi a quel calcolo, rimarrà deluso: Bellfortis non segue lo standard ormai consolidato dei giochi di questo tipo, rimandandoci alle menzionate schermate, che il più delle volte non forniscono tutte le informazioni a noi necessarie per effettuare le scelte gestionali migliori.
Chi abbia esperienza con la serie Total War e con i grand strategy in generale potrà più o meno trarsi d’impaccio, ma in ogni caso una poca chiarezza di informazioni rimane.

Rimanendo in tema, Bellfortis non fornisce un manuale di gioco o un tutorial: soltanto una piccola guida in gioco, che copre abbastanza bene le dinamiche di gameplay (il titolo è d’altronde piuttosto lineare nei suoi meccanismi) ma che lascia talvolta la sensazione di non essere completamente esaustivo.

 

 

Uno dei punti di forza di Bellfortis, titolo rigorosamente single player, sono le fazioni controllate dal computer: queste sono in grado di essere molto più che una spina nel fianco, tanto da attaccarci dove siamo più deboli, strapparci territori o metterci sotto pressione attraverso raid incruenti militarmente ma che danneggiano la nostra economia. Sembra però non essere a loro disposizione una strategia più ampia legata all’eliminazione di un determinato avversario, quanto una espansione lenta e potenzialmente sostenibile dei propri confini.

Dal punto di vista della diplomazia, Bellfortis non fornisce un’esperienza particolarmente gratificante. Le azioni disponibili sono raggiungibili non tramite l’ovvia schermata della diplomazia (facilmente confondibile con quella di gestione dei nostri consiglieri) ma da un pulsante presente sulla schermata del territorio non controllato da noi. L’invio di spie, emissari ed azioni diplomatiche sono eventi che non hanno immediatamente un riscontro, tanto che sulle prime si ha la sensazione che il gioco non abbia processato il nostro input; e quando i risultati arrivano, in certe occasioni non si capisce a cosa si riferiscano (bastava scrivere il territorio o il reame coinvolto).

 

 

Molto buone invece sono le battaglie campali, visualizzate in prospettiva isometrica: il computer è in grado di infliggerci gravi perdite anche quando siamo in superiorità numerica e sa attaccare i nostri punti deboli con cariche a sorpresa o difendersi con trappolamenti in grado di rallentare o ferire, anche gravemente, le nostre truppe. Padroneggiare gli scontri non è facile, anche se alla lunga si capisce come combattere una battaglia per lo meno ad armi pari.
Rivedibile invece la schermata legata all’assedio, dove la nostra catapulta tenta di abbattere una porzione di mura della città assediata. Si tratta di un evidente richiamo a Defender Of The Crown, ma il risultato è un minigioco arcade poco interessante, ripetitivo e tutto sommato avulso dalle meccaniche di gioco.

 

 

Ci sono due elementi che per dovere di cronaca dobbiamo riportare: il primo, positivo, è relativo ad un bug che ha terminato anzitempo la nostra campagna, dichiarandoci vittoriosi nonostante fossimo solo al quindicesimo turno e fossimo ben lontano dall’aver soddisfatto le condizioni di vittoria: in poche ore il team di sviluppo ha individuato il problema ed ha risolto il problema; il secondo, legato al gameplay e meno apprezzabile è che le campagne sono forse troppo lunghe, richiedendo nella condizione di vittoria minima l’occupazione dell’80% dei territori. In scenari molto ampi, alternative legate all’economia, alla diplomazia o a precisi obiettivi strategici sarebbero stati utili per non trascinare le partite a lungo verso esiti magari scontati.

 

 

Bellfortis è un buon gioco che, nonostante manchi di una raffinatezza talvolta doverosa, sorprendentemente propone un gameplay in grado di soddisfare gli appassionati; se si è disposti a scendere a patti con le sue lacune (comunque il più delle volte secondarie e gestibili), e sapendo che lo sviluppo del gioco non prevede particolari ulteriori aggiunte (ma il team di sviluppo non ha escluso qualche DLC legato a differenti epoche storiche), ci si può trovare in mano con un titolo piacevole (ma forse leggermente caro per quello che offre). Bellfortis è in grado di generare quella voglia di giocare sempre un turno in più, e ci mette spesso in condizioni dove sappiamo di essere sguarniti di truppe, di soldi e di risorse.
Chi ha amato Medieval: Total War non potrà non apprezzare Bellfortis, ovviamente tenendo a mente le debite differenze. Peccato non ci sia una campagna dove la penisola italiana sia giustamente rappresentata: nei vari scenari non è presente nemmeno Venezia.

 

Bellfortis, 2025
Voto: 7
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