Bumblebee: la recensione

Ultimo film sui Transformers incentrato su Bumblebee. Necessario? Non credo, ma regala qualcosa di buono.

 

 

La saga sui Transformers è immensa, parte dalle serie animate della nostra infanzia e si allunga fino ai giorni nostri con altre serie animate e la discussa saga cinematografica di Michael Bay. Che sia piaciuta o meno, la trasposizione cinematografica dei Transformers ha il pregio di aver portato sul grande schermo una versione rivisitata dei nostri amati giocattoli.

Purtroppo, legati come siamo ai nostri ricordi d’infanzia, nessuno dei mezzi rappresentati nel film si accoppiava con i nostri ricordi d’infanzia. Di contro, quando questi nuovi personaggi si trasformano, sembra di assistere ad una magia che scompone e ricompone tutti i pezzi dei veicoli. Impagabile!

Noi fan italiani abbiamo poi dovuto fare i conti con i nomi che arbitrariamente i traduttori di trent’anni fa hanno cambiato. Quindi, nella nostra infanzia, Optimus Prime era conosciuto come Commander, gli Autobot sono ricordati come Autorobot, ecc… Potrei continuare così a lungo ma mi fermo qui.

Come ultimo appunto di questa piccola digressione, non sono mai riuscito del tutto a digerire i combattimenti tra questi colossi meccanici. Forse l’animazione non era del tutto all’altezza, o forse è stata una scelta di Michael Bay alla regia, ma durante i combattimenti ravvicinati non si riusciva mai a distinguere nettamente un robot dall’altro, era sempre come se ci fosse un groviglio di metallo che rotolava a destra e a sinistra.

 

 

Torniamo a Bumblebee, diretto da Travis Knight, un prequel della saga Transformers che parte direttamente da Cybertron. La guerra è alla sua conclusione sul pianeta natale delle macchine, i ricordi d’infanzia coincidono e sono stuzzicati da tutta una serie di forme e colori che abbiamo imparato a riconoscere tantissimi anni fa.

Prossimi all’annientamento, gli Autobot fuggono dal pianeta. Uno di essi, B-127, viene incaricato di recarsi sulla Terra per preparare una base segreta che possa accogliere gli Autobot sopravvissuti. La versione gialla del nostro amico spaziale ricorda quella della serie cinematografica, ma il chiaro riferimento a Bumble della nostra infanzia c’è e rende facile la sovrapposizione delle due figure, soprattutto quando B-127 arriva sulla terra e si camuffa da Maggiolino giallo. I continui richiami alla serie animata dell’87 sono apprezzatissimi, la sensazione è di rivedere finalmente i Transformers della mia infanzia. Michael Bay mi aveva dato la sua versione, Travis Knight mi ha riportato all’infanzia in cui guardavo i Transformers.

L’inizio del film aiuta lo spettatore quarantenne ad ambientarsi molto bene e prosegue con una storia che definirei semplice ma simpatica. Sia chiaro, questo rimane sempre un film che strizza l’occhio alla generazione dei quarantenni, ma che deve raccogliere anche il consenso delle generazioni più giovani. Quindi ecco la bella ragazza un po’ incompresa, interpretata da Hailee Steinfeld, che serve ad attrarre il pubblico maschile, il muscoloso agente dei servizi segreti, interpretato da John Cena, che serve ad attrarre il pubblico femminile ed il solito ragazzo di colore un po’ nerd e un po’ sfigato, interpretato da Jorge Lendeborg Jr, per coinvolgere tutto il resto della platea.

 

 

 

La trama è una semplice caccia all’uomo, o forse in questo caso dovrei dire all’Autobot, che vede il giallo protagonista meccanico nei panni dell’incompreso, ferito e smemorato, inseguito da un duo di cacciatori e spie Decepticons che vogliono sapere dove si nasconde Optimus Prime.

Il film scorre velocemente ed è piacevole da guardare, ma non è un capolavoro; si limita a raccontare una storia che non regala niente di più che spiegare come mai, nella saga dei Transformers, il povero Bumblebee non parla ma usa la radio per comunicare.

Sul versante azione, non ci sono immensi combattimenti, ma per lo meno sono nitidi; sono riuscito finalmente a distinguere i personaggi che si ammaccano tra di loro in un combattimento ravvicinato. Sarà forse la scelta di mantenere dei colori molto differenti tra loro sulla carrozzeria dei robot, sarà la scelta di una cura maggiore nelle dinamiche di combattimento, sarà che Travis Knight è riuscito a rendere meglio le scene che a Michael Bay sono venute troppo confuse? Non saprei dirvi per quale ragione sia, ma le scazzottate tra robot sono riuscite meglio in questo film che nei quattro precedenti.

Concludendo, il film non è un capolavoro, ma si lascia vedere onestamente.

 

Bumblebee, 2018
Voto: 6.5
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