Un city builder con forti elementi tower defense: questo è Cataclismo, il titolo di Hooded Horse dedicato agli amanti di orde e costruzioni.
Cataclismo non è un nome nuovo sulla Tana. Lo scorso agosto infatti vi fornimmo le nostre prime impressioni, proprio quando il gioco arrivò in early access e ci fu consentito testarlo. Il titolo di Hooded Horse sembrava effettivamente già completo, ed infatti dopo pochi mesi Cataclismo è stato rilasciato in versione 1.0; in questi poco più di sei mesi, Cataclismo non ha visto grandi cambiamenti, se non qualche bilanciamento e smussatura che fondamentalmente non ne modificano la natura e la resa rispetto a quanto vedemmo a fine agosto.
Il gioco fa parte di quella categoria salita alla ribalta con They Are Billions e che da allora ha visto numerosi titoli provare a rivisitare la stessa formula, anche se qui ci sono oggettivamente alcuni elementi caratteristici, diversi dal solito. In Cataclismo dovremo principalmente sviluppare un piccolo insediamento, mettere in sicurezza i dintorni grazie ad un piccolo gruppo di soldati e parallelamente costruire delle difese adeguate per contenere e annientare le orde, sempre più numerose, che la notte tentano l’assalto al nostro edificio chiave: perduto questo, saremo costretti a rigiocare lo scenario.
Dal punto di vista dello sviluppo del nostro insediamento Cataclismo non innova particolarmente, ma quel che fa lo fa bene: c’è un sottile equilibrio che intercorre tra la produzione di materiali e di ossigeno da una parte (la zona è ricoperta da una nebbia venefica e legna e pietra scarseggiano sempre) e il dispiegamento di nuove truppe e di edifici necessari per aumentare le possibilità di sopravvivenza; si tratta di riuscire a gestire al meglio lo spazio ristretto nel quale possiamo costruire (anche su più livelli) gettando però sempre un occhio alle pressanti necessità di difesa dell’insediamento.
La costruzione delle mura gioca un importante fattore per il superamento dello scenario: a disposizione ci vengono messi numerosi pezzi dalle forme e materiali diversi, con i quali potenzialmente sbizzarrirsi nel costruire torrioni, trappole e strettoie; nei fatti però solo i più creativi e chi abbia voglia di sperimentare andrà oltre il classico muro dritto, alto e spesso: il più delle volte è tutto quello che serve per bloccare i nemici e permettere alle truppe in difesa di colpire dall’alto a ripetizione.
Questo è forse uno degli aspetti maggiormente attesi di Cataclismo ma che tutto sommato non rispetta le attese: nonostante la varietà delle strutture realizzabili, sembra ci si sia soffermati soprattutto sul consentire di costruire strutture “belle” piuttosto che conferire una reale differenziazione tattica alle strutture difensive. Inoltre per studiare davvero come difenderci al meglio dovremo passare la maggior parte del tempo col gioco in pausa, rendendo lo sviluppo della partita piuttosto lenta.
Ad alternarsi alle missioni di city building ci sono quelle puramente esplorative; un diversivo che ci può stare, ma che in certi frangenti non convincono: sembrano essere semplicemente dei puzzle in cui siamo demandati a trovare il modo per superare crepacci ed abissi con i pochi pezzi a disposizione ed una instabilità strutturale con cui fare i conti. Non sempre questi scenari sono piacevoli da giocare, e rischiano di costringere il giocatore a sbattere la testa su dinamiche di gioco a volte noiose.
Altri scenari di Cataclismo convincono di più: è l’esempio delle missioni puramente tower defence, dove manca la parte di city building e che quindi scorrono via più veloci e dinamiche e che sono probabilmente più coinvolgenti.
Il combattimento non richiede particolari abilità da parte nostra: nonostante le diverse caratteristiche delle unità a disposizione, solitamente è sufficiente costituire un mix di truppe e mandarle a combattere fianco a fianco, tenendole in posizioni elevate e a debita distanza dagli “orrori” che popolano le mappe di Cataclismo. La nostra eroina (ormai che il protagonista debba essere femminile sembra obbligatorio…) ha a disposizione delle abilità particolari, ma lascia perplesso il fatto che in un gioco dove i nemici attaccano in massa da fronti diversi dobbiamo concentrare la nostra attenzione su un singolo personaggio per poter attivare un’abilità che ha effetto solo sul posto.
Visivamente, Cataclismo presenta molti alti ma anche qualche basso. Lo stile è sicuramente particolare e ben realizzato, ed edifici e personaggi sembrano vagamente richiamare lo stile di Nausicaa Della Valle Del Vento, uno dei capolavori di Hayao Miyazaki. La resa cartoonesca ed i colori ben definiti, dai toni non accesi ma ancora caldi e piacevoli, contribuiscono ad immergere il giocatore nel mondo di gioco e nell’ambientazione che ci viene proposta: complessivamente, Cataclismo è un bel vedere.
Il gioco gira fluidamente, ma la presenza di numerosi ostacoli visivi lungo i margini dell’area di gioco rende spesso difficoltoso il corretto posizionamento della camera: gli alberi e le strutture di contorno ostacolano fin troppo la vista, e saremo continuamente e fastidiosamente costretti a riorientare la vista per cercare di avere un chiaro sguardo sull’area che ci interessa: davvero fastidioso, anche se parzialmente ovviabile attraverso delle trasparenze che possiamo attivare a comando (ma che non risolvono del tutto il problema).
L’ambientazione, pur non avendo di per sé nulla che non vada, non riesce del tutto a convincere. Forse un fattore che impatta non al meglio è l’influenza latino-americana che viene proposta in Cataclismo: i termini spagnoleggianti sembrano fuori contesto e i doppiaggi dagli evidenti accenti latini (comunque tecnicamente ben eseguiti) non suscitano alcuna emozione nel giocatore.
La narrazione è lenta e, sebbene la storia nasconda qualche interessante piega e avanzando nel gioco si scoprono elementi certamente meritevoli, difficilmente saremo realmente catturati dagli intermezzi che ci propone Cataclismo.
Come accennato pocanzi, lento è anche il dipanarsi di ogni scenario; se con un occhio si continua a costruire, con l’altro si esplora mentre si ingrossano le fila dell’esercito; e questo almeno fino all’arrivo della notte e delle orde in attesa. Si tratta di una scelta di design rodato, e che teoricamente dovrebbe creare un crescendo fino al momento dello scontro; eppure l’effetto finale non è del tutto convincente. Forse in questo sono un fattore la già menzionata scomodità della camera e quella dell’interfaccia (che vedremo tra poco), che non aiutano a far alzare il tasso di adrenalina durante una partita. Considerando anche che alcuni scenari non sono brevissimi, talvolta chi gioca può soffrire di una certa fatica.
Dal punto di vista dell’interfaccia, quella legata alla costruzione o alla rimozione delle strutture è abbastanza intuitiva ma richiede di una certa dose di pazienza quando i blocchi a disposizione cominciano a diventare numerosi: occorre scorrere una non brevissima lista di pezzi prima di arrivare a quello da noi preferito, nonostante le scorciatoie sullo schermo. Uscendo dal menu di costruzione il gioco poi rimuove automaticamente la pausa, cosa non richiesta ed anzi dannosa per chi magari si trova a dover ricostruire una seconda linea difensiva.
Cosa molto fastidiosa è il fatto che la rapida, doppia pressione del tasto Delete rimuova dal gioco immediatamente e senza richiesta di conferma la struttura (o l’unità) al momento selezionata. Si tratta di un comando non riassociabile e non documentato, davvero sgradito ai mancini e a chi preferisce usare i tasti freccia per muovere la mappa. I tasti Delete e PgDn sono infatti in questi casi quelli preferiti per ruotare la mappa, e visto che in Cataclismo questa ruota obbligatoriamente di 45° ad ogni pressione, le rimozioni non volute si sprecano (con ovvi improperi). Esisterebbe una funzione di “undo”, ma le risorse vengono comunque consumate mettendo quindi il giocatore in forte difficoltà.
Anche voler ricominciare uno scenario non è immediato: per una scelta narrativa, i salvataggi vengono chiamati “time anchor”, e invece di una semplice, chiara opzione per ripartire da capo occorre cercare il time anchor corretto, che non indica in modo immediato il reset dello scenario. Inutilmente scomodo.
Cataclismo ha dalla sua il fatto che non è un gioco facile: già al livello medio arrivare alla fine dello scenario non è scontato, ed occorre sfruttare i punti di forza che lo scenario ci mette a disposizione per arginare le ondate di nemici. La storia ha un suo perchè, perlomeno per quanto riguarda gli “orrori”, e sicuramente vedere pochi difensori dover tener testa ad una moltitudine è gratificante.
Complessivamente però, bisogna ammettere che il titolo di Hooded Horse tradisce le attese. Sebbene il risultato finale sia discreto e il gioco offra un tasso di sfida non indifferente (oltre alla campagna esistono una modalità survival, una skirmish ed un sandbox con level editor), oggettivamente da Cataclismo ci si poteva aspettare di più.
Non c’è molto che non vada in modo evidente (a parte l’odioso doppio-Delete), ma non c’è nemmeno molto che faccia accendere quella scintilla in grado di trascinare il giocatore; i fastidiosi problemi sopra menzionati (che avrebbero dovuti essere risolti in precedenza) impediscono a Cataclismo di raggiungere una valutazione migliore, che altrimenti avrebbe sicuramente meritato. Cataclismo è fondamentalmente un buon gioco che però sembra non essersi voluto abbastanza bene in fase di sviluppo.