Un altro gioco finisce nell’oblio venendo rimosso dalle librerie degli acquirenti, rimettendo al centro la questione delle licenze digitali.
Dark And Darker è uno di quei titoli multiplayer che non ha mai fatto breccia nel cuore dei giocatori a causa delle sue dinamiche troppo blande e di una oscurità oggettivamente palesata nel titolo ma ritenuta da molti eccessiva e che rende difficoltoso giocare.
Epic ha annunciato che a partire dal 1° novembre 2025, Dark And Darker verrà rimosso completamente dal suo store digitale; se già oggi è impossibile comprarlo, in inverno il titolo verrà addirittura cancellato dagli account di chi ha avuto accesso al gioco, che invece rimarrà disponibile su Steam.
In questo caso specifico ci troviamo di fronte ad un titolo Free To Play ma all’interno del quale era possibile acquistare con moneta reale potenziamenti e aggiunte cosmetiche; Epic ha annunciato rimborsi solo per alcuni di essi, andando così a creare l’ennesimo preoccupante precedente, dove i diritti degli acquirenti vengono calpestati con la scusa della “licenza digitale”.
Si ripropone quindi ancora una volta la mal tollerata libertà di sviluppatori, publisher e piattaforme di distribuzione di concedere, e non cedere, l’accesso ad un gioco (o più in generale ad un bene) solo fino a quando questo sia per loro profittevole, staccando la spina con la massima libertà dopo aver incamerato i soldi dei consumatori.
Il caso di The Crew insomma comincia a far scuola, e fino ad ora i legislatori internazionali sembrano reticenti a tirare le orecchie ad un’industria, quella dell’intrattenimento digitale, i cui profitti dal Covid in poi hanno superato ogni più rosea aspettativa.
Mentre i consumatori non possono fare altro che acquistare presso negozi online che invece di cedere una licenza forniscono direttamente il pacchetto di installazione, conservabile per sempre (si, stiamo parlando di GOG) o affidarsi a petizioni da sottoporre ai vari parlamenti, incluso quello dell’Unione Europea (chi non l’abbia ancora sottoscritto dovrebbe farlo), i grandi nomi dell’intrattenimento si concedono libertà contrarie alla morale ed al principio base dell’economia moderna: la tutela del diritto di proprietà.