Devour: la recensione

Un piccolo gioco in grado di farvi fare qualche ben salto sulla sedia, Devour è un’interessante alternativa nel panorama horror.

 

 

I giochi di stampo horror sono fra i miei preferiti in ambito videoludico, anche se ammetto di giocarli poco per via della strizza che quelli belli belli sono in grado di dare. Ne sono un esempio Outlast o il più recente Phasmophobia, col secondo che sfrutta una componente multiplayer importante. Ci sono poi tutte quelle avventure horror-psicologiche che sanno colpire nell’immaginario ancora prima che con effetti spaventosi (come Suite 776, per esempio).

Devour è un gioco a basso budget che prende un po’ qua e un po’ là riuscendo a confezionare un’esperienza di gioco decisamente sopra le aspettative per un prodotto in vendita a 4 euro.

 

 

Il gameplay è presto detto: il nostro alter ego, a cui possono far compagnia fino a tre altri compari di giocate, è membro di una setta demoniaca. Dopo aver ricevuto degli strani messaggi da parte di un altro elemento del gruppo, si reca presso il luogo dell’ultimo avvistamento e deve scoprire cosa sia accaduto…
Detta così sembra un gioco di investigazione, ma in realtà Devour è un gioco di pura azione, anche se a basso ritmo. Nonostante il gioco non lo spieghi, cosa che nel primo quarto d’ora di gioco ci ha messo in seria difficoltà, quello che dobbiamo fare è ripristinare il rito demoniaco iniziato dal nostro contatto e portarlo a termine per scacciare il demone che si aggira nell’area.

 

 

La sequenza di gioco è sempre la stessa: occorre trovare un oggetto per catturare o recuperare il catalizzatore del rituale, metterlo sull’altare, compiere l’atto e respingere l’assalto del demone; il tutto da ripetere una decina di volte.
Possiamo quindi capire che la cosa sia piuttosto ripetitiva, ma ogni assalto del demone si fa sempre più difficile da respingere, ed oggettivamente venire catturati non è una bella esperienza. Il gioco si conclude quando portiamo a termine il rituale o quando tutti i giocatori sono stati devitalizzati; ecco perché è importante affrontare Devour in gruppo.

 

 

Come detto, il gioco è una produzione a basso budget ma questo non significa che l’esperienza di gioco sia banale; le mappe da giocare non sono molte (ne è in arrivo un’altra, in concomitanza con un annunciato aumento del prezzo di vendita) ma sono tutte ricche di atmosfera. L’ambiente è ostilmente tetro e talvolta truce: si respira chiaramente un’aria di corruzione e di marcio, la luce è pochissima e preziosa per le dinamiche del gioco.

 

 

In effetti, le nostre torce elettriche tendono a scaricarsi in modo estremamente rapido quando si usa l’ultravioletto, ma è l’unico modo per difendersi dal demone e dai suoi scagnozzi, che una volta iniziato il rito cominceranno a popolare l’area di gioco. A causa della scarsa visibilità la tensione è sempre alta, considerando anche il sapiente uso dei suoni che, uniti all’utilizzo delle cuffie, imprimono nell’animo del giocatore un ottimo effetto paura, o perlomeno timore.

 

 

Per farvi capire come il gioco riesca a catturare lo spirito dei giocatori, è capitato quasi sempre che il mio fido compare di giochi iniziasse la partita in modo scherzoso e si trovasse preso a prendere la cosa molto sul serio – l’adrenalina può scorrere forte quando i nemici si avvicinano di soppiatto o il demone si fa sotto. L’implementazione di una chat vocale di prossimità aumenta la profondità del gioco: girarsi e trovarsi soli, senza sapere dove sia il nostro compagno e doversi orientare solo con dei lontani suoni che ricordano la sua voce è impagabile.

 

 

Come detto, lo stile di gioco è piuttosto semplice e sempre uguale, ma le emozioni non mancano. Le partite possono durare anche un paio d’ore se si gioca in modo cauto, quindi tutto sommato il rapporto longevità-prezzo è assolutamente corretto. Peraltro, completando le missioni si guadagnano punti esperienza, utili per sbloccare abilità e vestiti (all’inizio si gira con delle tonache da frate). È anche vero che esiste un negozio in gioco per comprare vestiti diversi con moneta reale, ma è qualcosa di non rilevante ai fini delle partite.

 

 

Devour è una piccola, piacevolissima sorpresa nel mondo degli horror multiplayer; per quello che costa merita sicuramente di essere provato, visto inoltre che gli sviluppatori hanno continuato ad aggiungere gratuitamente contenuti al gioco anche dopo essere usciti dall’early access.

 

Devour, 2021
Voto: 7
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