DOTA: Dragon’s Blood – Libro 1: la recensione

Un lavoro di animazione normale con una storia decisamente più interessante con tante trame intrecciate. Cosa chiedere di più da un fantasy?

 

 

Stupidamente, leggendo il titolo di questo prodotto, ho avuto subito un pessimo presentimento. Mi ricordavo di aver visto Dragon’s Dogma, una serie fantasy anch’essa tratta da un videogioco, che non mi era sembrata un granché. Solo dopo una certa titubanza ho preso il coraggio a due mani e ho cominciato a vedere la serie. Netflix ci annuncia subito che è solo la prima parte dividendola in “libri”. Leggendo alcuni approfondimenti sappiamo già che è in produzione il seguito. Questo vuol dire che non avremo una conclusione definitiva con questo “libro”.

Si parte subito con un bel combattimento e con una bella sequenza di distruzione causata da un drago ed i suoi cacciatori umani. Mi levo subito il dente avvelenato e vi dico che l’animazione non è eccelsa, meglio di tante porcherie che ho visto di recente, ma non mi ha strappato un giudizio pienamente positivo. Ho invece apprezzato la quasi totale assenza di lunghe scene statiche che di solito servono solamente a raggiungere al quota di minutaggio richiesta in un episodio.

Entra in scena uno dei protagonisti con lo spadone a due mani ed un elmo che, mi possano fulminare all’istante, è praticamente uguale a quello iniziale del protagonista di Berserk. Le similitudini con il manga giapponese non si fermano qui. Vi posso evidenziare come il cacciatore di draghi Davion, che è grosso e pieno di cicatrici, assomigli tanto a Gatsu.

 

 

Balza subito agli occhi il fatto che entrambi combattano creature mostruose molto simili tra loro. A quel punto sono sobbalzato sulla sedia ed ho quasi gridato al plagio. Per quasi tutto il primo episodio mi sono venute in mente una serie di similitudini con diversi lavori ambientati nel mondo medioevale Fantasy, ma più guardavo e più mi accorgevo che c’era qualcosa di particolare in questo lavoro.

Graficamente parlando, i disegni e la caratterizzazione dei personaggi sono appena sufficienti; la cura dei dettagli fa apprezzare molto di più lo stile con cui sono proposti i Draghi rispetto al resto delle creature. In generale giudicherei il prodotto nella media degli standard proposti ultimamente da Netflix. Se la grafica scricchiola, l’animazione si aggiudica qualcosa in più per la discreta dinamica presente nelle scene di combattimento.

Quindi cosa rende interessante questo lavoro? Presto detto: Davion è un cacciatore di draghi esperto, ma si trova a confrontarsi con una minaccia fuori dalla sua portata. Il suo destino s’intreccerà con quello di un drago e di un demone. Tutto questo sarà solo una delle trame portanti del racconto che narra di un mondo sull’orlo di una guerra santa. Se questo non dovesse bastare, gli intrecci delle trame si innalzano a livello divino e arrivano a coinvolgere direttamente le forze portanti dell’universo stesso.

 

 

Una Principessa, un Mago, un’Elfa, un Drago ed anche una Divinità intrecceranno le loro storie con Davion creando tante interessanti trame tutte da seguire. Strati su strati si accumulano a formare una lasagna di storie che si deve gustare calda e con un buon bicchiere di vino.

Indubbiamente la storia ha qualcosa in più rispetto alla grafica. I piccoli fastidi che un decente disegno ed una sufficiente animazione mettono in mostra, sono velocemente nascosti dalle intricate trame che si srotolano molto lentamente. Sono arrivato alla fine del primo “libro” e ancora c’è molto da scorpire su Davion, il cacciatore di Draghi, e le potenze che si stanno sfidando per la supremazia di questo mondo.

Il lavoro è promettente e non voglio sbilanciarmi con un voto più alto del dovuto, ma credo che una sufficienza larga, attendendo la conclusione della storia, sia il voto adeguato a questo prodotto. Ve lo consiglio anche se non è finito? Sì, vedetelo perché è interessante e lo apprezzerete di sicuro!

 

DOTA: Dragon’s Blood – Libro 1, 2021
Voto: 7
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