Due Estati: la recensione

Un thriller belga che ha grandi potenzialità, ma che diventa troppo facile da leggere da metà stagione in avanti; riuscirà il finale a stupire?

 

 

Due Estati è una serie belga che viene narrata su due linee temporali e ricorda, per meccanica, L’Estate In Cui Imparammo A Volare che invece viaggia addirittura su tre linee temporali distinte. A differenza della serie americana, che narra il particolare rapporto di amicizia tra le protagoniste, Due Estati cela in sé un thriller.

La prima linea temporale si svolge nel presente; la vicenda è ambientata su un’isola privata nel sud della Francia. Gli otto protagonisti, amici di vecchia data, si riuniscono per festeggiare il compleanno di uno di loro. L’arrivo sull’isola è sereno e nessuno sospetta che stia per iniziare un fine settimana allucinante.

La seconda linea temporale invece narra gli scioccanti avvenimenti avvenuti trent’anni prima durante un’estate trascorsa in una villa di campagna. Gli stessi protagonisti infatti si sono ritrovati per festeggiare la fine della scuola, ma le cose degenerano in maniera pericolosa. Si consuma un crimine che viene addirittura filmato. La vicenda però non viene mai denunciata e gli anni passano lasciando depositare un velo di polvere sugli scomodi eventi.

 

 

Il fine settimana sull’isola sembra invece trascorrere positivamente; addirittura si riaccendono vecchie passioni sopite. Gradualmente però iniziano ad arrivare i primi campanelli d’allarme: il vecchio filmato, che doveva essere stato distrutto trent’anni prima, riappare improvvisamente ed è in mano ad un presunto ricattatore. Il vaso di pandora allora sigillato comincia adesso a traboccare di bugie e verità nascoste. L’ansia inizia a prendere il sopravvento, ma c’è comunque da mantenere una facciata con chi invece non ha nulla a che fare con questa storia.

Tutti sospettano di tutti e la tensione cresce. Il meccanismo di una scomoda verità sepolta e dimenticata che torna a galla è affidabile e molto usato in thriller di questo genere, ma purtroppo può prestare il fianco alla prevedibilità. Il tempo gioca un ruolo importantissimo ed le storie raccontate in parallelo sono studiate e gestite bene per rendere scioccanti le molteplici rivelazioni.

Avendo a che fare con due racconti, non si deve attendere l’ultima puntata per venire a conoscenza degli eventi che hanno innescato tutto il casino. Le rivelazioni che arrivano a metà stagione sugli eventi dell’estate giovanile sono uno stratagemma narrativo interessante perché creano curiosità nello spettatore. La storia è indubbiamente strutturata bene, questo è evidente, ma ad un certo punto qualcosa comincia a non girare più per il verso giusto.

 

 

Il finale nasconde qualche sorpresa, ma dopo le eclatanti rivelazioni di metà serie tutto diventa abbastanza leggibile. Il nervosismo è sicuramente una molla che può sparigliare le carte in tavola; purtroppo però viene usata in modo imprevedibile in un paio di occasioni. Forse questo deriva dal fatto che i personaggi, pur essendo strutturati con una certa cura, sono abbastanza stereotipati e quindi compiono gesti alquanto prevedibili.

Due Estati viaggia verso una conclusione che coinvolgere lo spettatore, piuttosto che sorprenderlo, con una serie di situazioni dal risvolto drammatico ed amaro. Prova anche, con un ultimo colpo di coda, a mantenere un filo d’incertezza sul risultato finale degli eventi avvenuti sull’isola. Forse troppo poco per un thriller che aveva buone potenzialità, ma che non è riuscito ad assestare qual colpo a sorpresa che avrebbe fatto probabilmente la differenza tra un’onesta sufficienza ed un risultato da ricordare.

 

Due Estati, 2022
Voto: 6
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