Dungeons 4: la recensione

Il gioco di Kalypso Media rispolvera la formula dei city builders per cattivoni, unendo la gestione del nostro dungeon ad un RTS semplificato.

 

 

È dai tempi di Dungeon Keepers che i nostri monitor sono culle per mostriciattoli ai nostri comandi, pronti a far fuori eroi senza macchia che tentano di eliminare il Male dal mondo dei videogiochi. Con la serie Dungeons, Kalypso (lo stesso publisher di Tropico) propone un formato leggermente diverso rispetto al titolo fondatore del genere, e che può riservare qualche buona sorpresa.

Il gioco realizzato da Realmforge Studios è la continuazione diretta di Dungeons 3, e presenta due fasi di gioco differenti ma contemporanee: ad un livello c’è il nostro covo, dove potremo indirizzare i “mocciolosi”, i nostri servitori, a scavare nella roccia per estrarre oro, mana o per costruire stanze, trappole e macchinari. Nell’altro livello potremo attaccare le forze del Bene, che tentano di respingere (senza troppa fortuna) i nostri assalti.

 

 

Le due fasi si differenziano parecchio come gestione e resa, anche se visivamente si assomigliano molto. La parte legata al dungeon non ci consente un controllo diretto sulle creature al nostro comando; per far loro capire che vogliamo qualcosa dovremo schiaffeggiare con la manona gigante che ci rappresenta l’oggetto da realizzare come priorità, o il nemico da attaccare (questi dannati Buoni sono soliti intrufolarsi nella nostra caverna) o occupare una determinata macchina. Questo sistema di controllo è sicuramente scenografico, ma non necessariamente funzionale; si tratta dello stesso schema utilizzato da Dungeon Keeper nel 1997, ma all’epoca si trattava di una mezza rivoluzione e l’aspetto grafico era scalato in modo da rendere tutto abbastanza distinguibile.

In Dungeons 4 invece l’affollamento a schermo e la mancanza di uno zoom rende talvolta difficoltoso selezionare un determinato personaggio, e ci si troverà almeno inizialmente a muoversi con poca precisione e, per colpa di un tutorial che dà troppe cose per scontate, ad andare per tentativi. Anche la presenza di troppe finestre, e tutte piuttosto grandi, e di una mano talmente grande da coprire tutto quello che c’è dietro non aiuta; spesso la zona visibile è ristretta col risultato di mettere il giocatore un po’ a disagio.

 

 

Al tempo stesso la gestione del dungeon è forse la cosa meglio realizzata del gioco: fondando le sue strutture su ormai numerosi capitoli alle spalle, Dungeons 4 offre la possibilità di realizzare covi più o meno su misura in base alle nostre necessità e inclinazioni. Se da un lato la campagna single player prevede delle missioni piuttosto delineate, la fase di costruzione della nostra base garantisce una buona libertà, e piazzare le trappole in punti che abbiamo appositamente attrezzato regala soddisfazioni simili, anche se non uguali, a quanto accade in giochi come Orcs Must Die. Da questo punto di vista Dungeons 4 fa un bel lavoro, consentendoci di sbizzarrirci con la fantasia mentre, al contempo, dovremo assicurarci che la nostra base abbia un costante afflusso di risorse per mantenere strutture e mostri al nostro servizio.
Resta scomoda, in questa fase, la gestione delle nostre truppe; se l’ordine di attacco è mascherato da uno schiaffo al posto del classico cursore, il dover spostare manualmente le nostre schiere il più vicino possibile agli assalitori per vederli subito all’opera non può dirsi una dinamica pienamente riuscita, considerando che la manona non si posiziona mai sul punto indicato dal nostro cursore.

 

 

Il gameplay all’esterno invece ricalca quello dei più classici RTS, visto che indirizzeremo le nostre truppe più o meno in massa contro le posizioni dei nemici. Non conta quasi per niente la tattica, ma il numero e la tipologia di unità; a questo si somma la nostra capacità di lanciare incantesimi che possono facilitare la vittoria o ribaltare l’esito di uno scontro che non sta andando per il meglio.
Gli incantesimi, come le trappole e molte delle stanze e dei mostri da poter utilizzare, sono sbloccabili attraverso un pannello molto semplificato di ricerca; fondamentalmente con abbastanza risorse raccolte potremo immediatamente accedere ai frutti della ricerca selezionata, e ancora una volta utilizzando le risorse accumulate potremo costruire o reclutare quanto vogliamo.

Il gioco offre un gameplay piuttosto interessante in fase gestionale, anche se c’è qualcosa da rivedere, mentre gli scontri sono piuttosto lineari e, pur rimanendo discretamente costruiti, non fanno molto per rimanere scolpiti nelle nostre memorie.
La componente multiplayer permette di giocare in cooperativa con un amico, magari dividendosi i compiti; ottimo l’umorismo che pervade il gioco e che aiuta sicuramente a creare un’atmosfera scanzonata che ben si adatta all’ambientazione ed allo stile grafico ed ai personaggi principali. Peraltro, la voce narrante è la stessa che abbiamo ascoltato in The Stanley Parable, un valore aggiunto immediatamente evidente.

 

 

Dungeons 4 è un titolo consigliabile agli appassionati del genere; è un gioco che fa discretamente il suo, senza far gridare al miracolo ma senza presentare criticità particolari. Forse, oltre ad una maggiore chiarezza a schermo, avremmo gradito poter impostare una maggiore velocità di gioco; ma si tratta di dettagli che non vanno troppo ad intaccare il valore di un gioco che punta chiaramente ad appagare una determinata nicchia di giocatori.

 

Dungeons 4, 2023
Voto: 7
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