E Noi Come Stronzi Rimanemmo A Guardare: la recensione

Il capolavoro Se Mi lasci Ti Cancello ci insegna quanto possa essere fuorviante un titolo sbagliato per un film; e questo è il caso.

 

E noi come stronzi rimanemmo a guardare recensione

 

La curiosità di vedere questo film era molta, perché si tratta del terzo lungometraggio di Pif, il poliedrico cineasta siciliano che aveva fatto un ottimo esordio alla regia con La Mafia Uccide Solo D’Estate e poi s’era inceppato (male) con In Guerra Per Amore. Com’è andata? Parafrasando il mitico Frengoestop di Albanese a Mai Dire Gol… all’improvviso il genio. Dietro ad un cast fuorviante e ad un titolo che, come abbiamo detto, fa abbastanza schifo, si nasconde un piccolo gioiello. E Noi Come Stronzi Rimanemmo A Guardare è qualcosa che dovete assolutamente vedere.

Nonostante sia ambientato in un futuro prossimo, ovviamente distopico, affronta temi orrendamente attuali che toccano tutti noi. Arturo perde tutto a causa della tecnologia e dalla tecnologia stessa viene schiacciato in una morsa graduale che rischia di portarlo alla morte. Se viviamo in un mondo dove un’app ci dice quanto siamo affini al nostro partner e un’altra ci spiega chi merita di lavorare in azienda e chi no, forse meritiamo l’estinzione, ma l’autore siculo ha ancora una scintilla di speranza.

Il neo (l’unico) di questa commedia noir italiana è la scelta dei protagonisti. Fabio De Luigi e Ilenia Pastorelli sono fantastici nel loro genere ma, per la stessa ragione, sono anche pericolosi quando li si vuol utilizzare in altro modo. Chi fa zapping tra i titoli di una piattaforma e incappa nel faccione sornione dell’ex comico della Gialappa’s si fa un’idea sbagliata su come potrebbe essere il nuovo lavoro Pif. Con tutto il rispetto per l’artista, questa non è una pellicolina leggera fatta di gag e situazioni disastrose che incombono sul protagonista; qua si ragiona e quel che ne viene fuori è interessante davvero.

 

E noi come stronzi rimanemmo a guardare recensione

 

Surroghiamo l’amore con gli ologrammi, ordiniamo cibo esotico a casa, ci facciamo curare da dottori elettronici e intanto non ci rendiamo conto della prigione in cui ci stiamo mettendo da soli. Lo racconta in modo avvincente la trama che cresce di livello scena dopo scena fino ad arrivare alla sequenza della torre col climax alle stelle. Supportato dalla tecnologia del collettivo de I Diavoli, il regista sforna un lavoro ibrido che fa ridere, fa riflettere, commuove e scuote. Tutto quello che avrebbe voluto fare la Giraud con l’orrido Flaminia senza lontanamente riuscirci.

La chicca è il cameo di Pif stesso, che veste i panni di un confuso professore di filologia che arrotonda lo stipendio facendo l’hater sui social. Il racconto del suo smarrimento sociale e sessuale è una storia nella storia, molto attuale ma anche molto dolce.

Finiremo tutti quanti a sfrecciare sulle nostre biciclette con lo scatolone sulla schiena per consegnare pizze ghiacciate ai ricchi? Molti di noi vedono già la salita che dovremo percorrere nei prossimi anni. Speriamo almeno che ci siano i sellini!

E noi come stronzi rimanemmo a guardare – 2021
Voto: 8
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