Pochi giorni prima del Natale di sangue, una serie di omicidi a Fiume rischia di infuocare nuovamente l’Europa. Riuscirà il tenente Marni a risolvere il caso e a disinnescare la tensione?
Nel centenario della grandiosa impresa di Fiume sono tantissimi i libri che si accumulano per l’anniversario nelle librerie, ma il più interessante che mi sia capitato per le mani l’ho trovato per puro caso in una bancarella, segnato dagli anni e pagato poco e niente. Ad avermi colpito non sono state grandi rivelazioni o la scoperta di intrighi inediti, ma l’originalità della trama. Si tratta del romanzo E trentuno con la morte… di Giulio Leoni, edito da Mondadori.
Il romanzo è ambientato a Fiume ed ha il suo inizio pochi giorni prima che sulla città si scateni la repressione armata, che prenderà il nome di Natale di sangue, concludendo l’avventura fiumana.
Nella storia, d’Annunzio, accortosi del crescente inasprimento delle relazioni con i vari governi, in particolare con quello italiano e francese, ordisce un’ultima beffa nel suo stile. Per l’occasione ordina una cena con ospiti i diplomatici delle nazioni vincitrici della Grane Guerra. La cena che, tramite vari stratagemmi doveva semplicemente prendere in giro le rispettive nazioni per l’ennesima volta, si chiude in tragedia. Infatti al termine della serata, tenuta in un grande manicomio diretto dal misterioso dottor Zoser – grande psichiatra e luminare nell’uso delle nuove tecniche per la “cura” e lo studio della mente – un uomo viene ritrovato morto e legato ad uno dei macchinari del dottore. La porta sbarrata del laboratorio, le finestre chiuse e i pochi indizi lasciano troppe domande. Sarà compito del tenente Marni, incaricato dal Vate in persona, a dover trovare una soluzione al caso prima che sia troppo tardi.
Il libro sa sicuramente intrattenere e l’idea originale di ambientarlo in un periodo e in un luogo così particolare non può non essere già interessante di per sé. Ho apprezzato i tanti riferimenti alla cultura dell’epoca, in particolare all’arte futurista, agli studi freudiani e alle nuove tecnologie del ‘900. Mi sono piaciuti certi personaggi come Viviana, tipica femme fatale d’Annunziana, o Vivafilippo che riflette tutto lo spirito dei giovani legionari fiumani. A fare da contraltare c’è la debole descrizione della città di Fiume e della vita durante la reggenza del Carnaro, ed avrei preferito un ancor maggiore impatto di d’Annunzio sulle vicende nonché di altri personaggi storici come Guido Keller, che compare appena, un vero spreco.
Il romanzo, che segue i binari dei classici gialli, è tutto sommato un buon libro, ottimo per chi come me ama leggere testi di storia nel tempo libero ed ha il il bisogno di staccare ogni tanto con racconti più leggeri, però restando in tema.