Fermento tra i giocatori di Old School RuneScape

Jagex ha recentemente modificato la versione “immutabile” del gioco per renderla più allineata alle richieste gender, provocando non pochi tumulti tra la maggioranza dei giocatori.

 

 

La moda che ha colpito i videogiochi di mettere al centro del palcoscenico gruppi sociali numericamente marginali, anche se molto rumorosi, colpisce ancora. Questa volta ci pensa Jagex, il publisher di RuneScape, che ha implementato una serie di cambiamenti non richiesti nella versione originale Old School, che teoricamente dovrebbe rimanere immutata così come uscì nel 2007.
Con la rimozione dei termini uomo/donna, sostituiti dai più generici “Body type A” e “Body type B”, la possibilità di mischiare sul nostro personaggio i connotati somatici maschili e femminili e l’introduzione dei pronomi he/she/they tipici delle comunità gender, Jagex ha scatenato un mezzo putiferio fra i giocatori del titolo che doveva preservarsi in modo “classico”.

 

 

La comunità ha reagito, anche se in modo molto composto, ma apparentemente nè le lamentele nè le numerose recensioni negative che sono arrivate sulla pagina Steam di Old School RuneScape hanno smosso il publisher dai suoi intenti.
Peraltro, Jagex non è nuova a rimuovere da Old School RuneScape missioni e storie che non si inseriscano perfettamente nella visione gender, o a organizzare eventi LGBT (inclusi gay pride virtuali) all’interno del gioco; qualcosa che va in netto contrasto con il voler preservare RuneScape così com’era nel 2007 e che non tiene assolutamente conto degli stessi sondaggi che Jagex tiene regolarmente fra i giocatori della community prima di fare qualsivoglia modifica al gioco, e che nel caso specifico si era nettamente espressa contro questi eventi. Insomma, un palese esempio di imposizione dell’agenda woke sul volere dei più.

 

 

Se da un lato la presenza di personaggi omosessuali nei videogiochi ci può stare, anche se le alte percentuali di gay presenti nei giochi e nelle serie TV non rappresentano la realtà, è piuttosto odioso vedersi imporre cambiamenti su giochi che sono nati in un’altra epoca sociale, più libera e rilassata; sembra proprio di vedere la dittatoriale lunga mano della Cancel Culture arrivare anche qui.

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