Four Knights Of The Apocalypse – Stagione 1: la recensione

Il sequel di The Seven Deadly Sins, Four Knights Of The Apocalypse, presenta nuovi protagonisti in un’ambientazione familiare; purtroppo mantiene gli stessi difetti.

 

 

Il seguito di The Seven Deadly Sins arriva su Netflix, e subito si nota una differenza rispetto al suo predecessore. Basta poco per percepire l’energia di Percival, il protagonista della nuova storia: un personaggio fresco, vivace, ma anche molto infantile. È chiaro che Nakaba Suzuki, autore del manga omonimo, ha voluto creare una netta distinzione tra i protagonisti di The Seven Deadly Sins e quelli del suo sequel. Ma com’è Four Knights Of The Apocalypse?

Il giovane Percival vive con il nonno su una cima montuosa. Sogna in segreto di viaggiare per la Britannia, come nelle storie che il nonno gli racconta, ma non ha il coraggio di lasciare solo il suo anziano parente. Un giorno però arriva il padre di Percival, un cavaliere del Chaos fedele a Re Artù. L’incontro sfocia in un violento scontro e il nonno di Percival viene ucciso. Il giovane scopre così di essere uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse destinati a distruggere il mondo, o per lo meno è quello che dice una profezia che suo padre ha il compito di sventare. Rimasto solo, Percival decide di partire per scoprire la verità.

L’influenza delle leggende arturiane è evidente, ma si limita ai nomi di alcuni personaggi, a qualche luogo e a riferimenti letterari iconici. La storia, incentrata su Percival, si svolge sedici anni dopo la fine della saga dei Sette Peccati Capitali. Il contesto è lo stesso: un regno immaginario chiamato Britannia, popolato da fate, giganti, demoni, angeli, creature del caos e cavalieri. I protagonisti sono caratterizzati come adolescenti, con pochi drammi e pochi errori sulle spalle, in contrasto con i più maturi e oscuri personaggi dei Sette Peccati Capitali.

 

 

Donny, Nasiens, Anne e la volpe Sin sono i primi compagni di viaggio del giovane protagonista che lo accompagneranno verso Liones, la capitale del regno. Inizia così un’avventura vivace che porterà Percival e i suoi amici ad affrontare avversari e peripezie, incontrando anche vecchie conoscenze della saga precedente. L’introduzione di nuovi personaggi in un contesto familiare è riuscita, ma resta da vedere come Nakaba Suzuki gestirà l’equilibrio tra i vecchi e nuovi protagonisti. Alcuni trucchi narrativi sono già evidenti, ma le risposte definitive arriveranno solo nelle prossime stagioni.

Four Knights Of The Apocalypse mantiene una narrazione candida, entusiasta e ingenua, rispecchiando il suo protagonista. Percival sembra ispirato al giovane Goku di Akira Toriyama: entrambi cresciuti isolati con il nonno come unico punto di riferimento, entrambi allenati da un esperto e dotati di una forza straordinaria, carattere positivo e innocente. Nakaba Suzuki ha puntato su una caratterizzazione vincente per differenziare Four Knights Of The Apocalypse dal suo predecessore, rendendolo riconoscibile.

Telecom Animation Film ha ripreso la produzione, mantenendo lo stile di The Seven Deadly Sins; tuttavia, permangono gli stessi problemi: le scene d’azione perdono di qualità e l’animazione spesso non riesce a trasmettere l’epicità dei combattimenti, che invece risulta molto più efficace nel manga.

 

 

In conclusione, Four Knights Of The Apocalypse è un buon sequel che cerca di conquistare gli spettatori con un protagonista e uno stile narrativo differenti. Nuovi protagonisti e vecchie glorie sono sapientemente mischiati per creare un mix funzionale e nostalgico. Purtroppo, gli errori tecnici e le animazioni nei momenti più concitati restano un punto debole dell’anime, e dopo le tante stagioni di The Seven Deadly Sins e vari lungometraggi, questo non è più giustificabile.

 

Four Knights Of The Apocalypse, 2024
Voto: 6
Per condividere questo articolo: