Frostpunk 2: la recensione

Nonostante le buone premesse e gli spunti interessanti, Frostpunk 2 non prende quota soprattutto per la lentezza esasperante e per l’inadeguato sistema di notifiche.

 

 

11 bit studios è uno di quei nomi che richiama alla memoria videogiochi di spessore e di indubbio richiamo, come This War Of Mine e il primo Frostpunk. Il seguito di quest’ultimo, uscito nei giorni scorsi e per il quale abbiamo atteso un po’ prima di procedere a recensire sperando in qualche patch risolutiva, non segue la via maestra segnata da questi titoli e si ferma ad un livello di qualità sicuramente accettabile ma che complessivamente non permette al gioco di rendersi pienamente godibile.

Frostpunk 2 è fondamentalmente un gestionale di colonie che ci mette alle prese con un mondo steampunk coperto dal ghiaccio. Sta a noi cercare di sfruttare le poche risorse reperibili e cercare di far espandere e sopravvivere il nostro insediamento.
Rispetto al primo Frostpunk, qui lo scopo cambia e diventa più ad ampio spettro; si passa dal ricercare la sopravvivenza di un piccolo gruppo di sopravvissuti alla gestione di un centro molto più grande, che ben presto ci permetterà di fondare colonie e centri di approvvigionamento completamente separati dall’insediamento principale. Tutto si svolge su una schermata di gioco a due livelli: uno ravvicinato, che ci consente (con qualche difficoltà) di vedere a colpo d’occhio l’evoluzione dei nostri insediamenti, e l’altro molto più “strategico”, legato all’esplorazione dei territori circostanti e allo sfruttamento delle opportunità che ci offrono.

 

 

Purtoppo la visuale cittadina è caotica, piatta e poco informativa tutto allo stesso tempo. Il fatto che non vi siano tratti distintivi chiari che identifichino i distretti all’istante, e che non esistano tasti rapidi in grado di evidenziare chiaramente quale tipo di risorsa sia associato ad ogni distretto è un bel problema. Spesso occorre disattivare dei siti produttivi, o pianificare dove costruire il prossimo; e la poca chiarezza, per non dire mancanza di informazioni provoca non pochi grattacapi ed inutili mal di testa.

Contestualmente il funzionamento di diverse attività, come quella che ci permette di rompere il ghiaccio e costruire nuove strutture o il collegamento dei sentieri, sono più tediose che avvincenti; e se a grandi linee viene spiegato cosa fare durante il lungo tutorial, comprendere i dettagli è un’attività tutta a carico del giocatore. Si tratta di un fastidio inutile, considerando che basterebbe veramente poco per chiarire come effettivamente mettere in atto le nostre decisioni.

 

 

La stessa palette grafica, ovviamente tendente al bianco per via della neve e dei ghiacci che ricoprono ogni cosa, tira brutti scherzi: a partire dalla pausa, che schiarisce lo schermo, rendendo più evidente ogni dettaglio. È quindi normale essere confusi quando riprendendo il gioco tutto viene ammantato da un tono più scuro e offuscato, che a un giocatore medio non può non far pensare di aver interrotto il flusso del tempo. La poca chiarezza di questa situazione ci introduce ad uno dei due maggiori problemi di Frostpunk 2: la poca raffinatezza delle notifiche.

In un gioco in cui ogni momento va sfruttato al meglio e non è possibile sprecare giorni di inattività o di consumo di materiali, pensare che le notifiche che ci segnalano quando una data attività viene portata a compimento spariscano in pochi secondi senza indicarci il luogo, o addirittura manchino del tutto, è impensabile e semplicemente ridicolo. Durante il test abbiamo pensato di aver parzialmente disabilitato la funzione per sbaglio; ma nelle opzioni non c’è nulla che permetta di cambiare il livello di dettaglio delle notifiche. Insomma, Frostpunk 2 pretende che i giocatori passino il loro tempo a monitorare attentamente quando un’icona di costruzione sparisca o quando appaia un segnalino di dialogo, passando peraltro dall’insediamento principale a quelli secondari per cercare di intercettarli tutti. Assurdo.

 

 

Anche la presentazione delle informazioni lascia a desiderare: con quale criterio si può pensare che consumare le scorte sia un parametro che stia bene sotto la voce “produzione”? Perchè non ci sono pannelli riassuntivi dove poter identificare i nostri distretti e le loro caratteristiche per prendere comodamente decisioni, invece di costringerci a premere un tasto per metterli in evidenza e poi passarli in rassegna uno per uno per carpirne i dettagli? Anche i numerosi tooltip che appaiono quando il nostro cursore passa su qualche elemento di gioco risultano spesso portare informazioni superficiali o poco chiare. Questo elemento, legato all’interfaccia, poteva essere sicuramente rivisto.
Non si possono notare delle assonanze con Revival: Recolonization, 4X dall’ambientazione atipica ma castrato da un sistema di notifiche insufficiente ed un’interfaccia non sempre adeguata.

 

 

Il secondo grande elemento negativo di Frostpunk 2 è la sua incredibile lentezza. Si tratta di un titolo che, come ritmo, può piacere a chi apprezza giochi come Endless Legend, dove si vuole più creare un mondo in cui calarsi che puntare a fornire al giocatore ciò che fondamentalmente rende grande un videogioco: ritmo, suspance e sfida. Da divoratore di strategici a turni, partendo dal primo Civilization passando per i wargame che richiedono decine di minuti prima di eseguire un turno, chiarisco che il problema qui non è la mancanza di adrenalina, ma che proprio ogni azione richiede tempi lenti prima di essere portata a termine (il gioco scorre in tempo reale), e il susseguirsi degli eventi non suscita un trasporto tale da innalzare il titolo sopra la media.

Frostpunk 2 però non è esente da spunti interessanti: su tutti la necessità di approvvigionarsi costantemente di risorse, che sono limitate e che quindi costringono il giocatore a trovare il giusto compromesso per non mandare gambe all’aria la propria partita. Si ha spesso la sensazione di essere uno o due passi indietro, e questa è una cosa buona dal punto di vista della sfida; il bisogno di espandere il territorio sotto il proprio controllo viene dalla scarsità delle risorse, limitate e che presto finiscono, mettendoci costantemente sotto pressione proprio come nel sottovalutato Ixion.
Il sistema politico è un’apprezzabile aggiunta, e grazie alla presenza di fazioni diverse dalle idee spesso contrapposte non è semplice varare le leggi che reputiamo più utili alla sopravvivenza del nostro insediamento. Alla lunga le frizioni genereranno scontri e rivolte, e contenere i disordini non sarà affatto semplice.
La ricerca consente poi di sbloccare edifici e potenziamenti che sono vitali per proseguire nella partita, ed i cui benefici sono ben inseriti nel gameplay; certi avanzamenti sono necessari per proseguire oltre un certo punto, e vedere che le risorse tendono ad azzerarsi mentre siamo parecchio indietro con quella tecnologia che permetterebbe di sbloccare la situazione suscita una sensazione di impreparazione ed inadeguatezza che andando avanti nel gioco si prova spesso.
Infine il sistema delle colonie e degli insediamenti secondari è sicuramente meritorio, anche se la scomoda modalità di gestione a cui facevo riferimento prima è un macigno che rende questa intuizione a volte più un peso che un piacere.

 

 

All’atto pratico, Frostpunk 2 si rivela un titolo ostico da masticare. Ha numerose mancanze, eppure ha dalla sua la capacità di porre al giocatore una sfida diversa dal solito ed è sicuramente capace di attirare l’attenzione. Se solo tante piccole banalità fossero state affrontate prima dell’uscita, ci troveremmo di fronte ad un videogioco pienamente godibile, e che, anche se difficilmente potrebbe comunque puntare a inserirsi nel gotha dei gestionali, potrebbe dire la sua. Invece si ha una forte sensazione che Frostpunk 2 sia stato inizialmente pensato come un titolo di esplorazione ed avventura al quale è stato poi aggiunto uno strato gestionale (o viceversa), senza però considerare di includere tutto quel che serve per rendere la vita agevole al giocatore.
Ad ogni modo, quale che sia la sua genesi, Frostpunk 2 è un titolo zavorrato dalle sue manchevolezze, e scomodo da giocare nonostante le sue indubbie doti legate principalmente alla storia presentata nella campagna (esiste anche una modalità di gioco libero) e all’atipico scenario di sfida. Non si tratta di un titolo per tutti: lo apprezzeranno principalmente coloro che hanno molta pazienza e che sappiano accettare i grossi limiti dell’interfaccia; andando avanti nel gioco la storia comincia ad appassionare e la possibilità di effettuare partite in stile sandbox può essere un’attrattiva. Per gli altri, forse il consiglio è di ripiegare sul primo Frostpunk o su qualche altro gestionale.

 

Frostpunk 2, 2024
Voto: 6
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