Helldivers: la recensione

Con un occhio che strizza ai classici della fantascienza, Helldivers è probabilmente ancora oggi il miglior twin stick shooter cooperativo disponibile sul mercato.

 

 

Nel corso degli anni, l’evoluzione dei videogiochi cooperativi ha visto dei cambiamenti radicali e delle implementazioni che hanno rivoluzionato il modo di affrontare i nemici con un fidato compagno fatto di sangue e ossa invece che di semplice silicio e impulsi elettrici.
Se inizialmente il coop era limitato alle già incredibili possibilità offerte dagli FPS (Strike Force, uno dei mod di Unreal Tournament, è un chiaro esempio), l’avvento di giochi come Left 4 Dead e paradossalmente Civilization IV, dove l’aspetto della continua cooperazione fra compagni di squadra è vitale, ha segnato una nuova strada.

 

 

Helldivers è un sottovalutato ma validissimo titolo che del gioco di squadra e della complementarietà fra compagni fa il suo punto di forza.
Si tratta di un gioco puramente d’azione dove una squadra di commandos dello spazio penetra oltre le linee nemiche per compiere delle azioni ben mirate e poi evacuare prima che sia soverchiata dai rinforzi nemici. E già in questo Helldivers mostra la sua attenzione e la sua particolarità: fin dall’inizio è chiaro che non siamo eroi imbattibili, ma soldati che possono contare solo su limitati rifornimenti e su armamenti di ottima fattura ma che tendono ad esaurirsi.

La squadra, che può arrivare a comporsi di quattro membri, viene sparata sulla superficie dalla nave madre tramite capsule di sola andata, e fin dai primissimi istanti di gioco deve muoversi attraverso una mappa sempre diversa per raggiungere alcuni dei tanti obiettivi che possono esserci assegnati: dal recupero di documenti allo sminamento di un perimetro, dalla riattivazione di un cannone alla “pulizia” di un determinato settore. Nessuno dei partecipanti può uscire dai margini dello schermo, cosa che obbliga anche eventuali giocatori che si uniscano per caso alla nostra partita a collaborare attivamente alla riuscita della missione (è comunque possibile organizzare delle lobby private).

 

 

In Helldivers non esistono classi, ma ogni giocatore può sbloccare e migliorare armi ed equipaggiamento grazie all’esperienza ed ai gettoni guadagnati nel corso delle missioni; cosa che porta ognuno non solo ad avere un arsenale personale, ma soprattutto a sviluppare uno stile di combattimento e di conseguenza un ruolo ben preciso nell’ambito della propria squadra.
Ad esempio c’è chi mette a disposizione degli altri un’autoblindo, o chi si equipaggia di piccoli mech dall’imponente capacità distruttiva; chi prevede il rifornimento delle munizioni per le armi leggere o chi si occupa della ricognizione. Il tutto considerando che la quantità di materiale che si può portare in combattimento è limitato, e quindi è fondamentale coordinarsi prima di scendere sul pianeta.

 

 

Una volta a terra è possibile utilizzare un approccio stealth alla pari di uno più diretto e fracassone; il primo probabilmente allunga la vita, ma il secondo può essere più proficuo in termini di ricompensa finale. Fatto sta che se agiamo in modo troppo vistoso ben presto saremo attaccati su ogni lato dai nemici, e considerando che esiste il fuoco amico e che occorre del tempo per curare un nostro compagno a terra, è bene pensarci due volte prima di aprire il fuoco indiscriminatamente.

Helldivers attinge a piene mani da Fanteria Dello Spazio, un classico della letteratura di fantascienza che ha permesso la realizzazione di un capolavoro di genere come Starship Troopers. Dal film, Helldivers riprende la retorica propagandistica, resa in modo eccezionale; dal libro i mech a dimensione umana dei quali abbiamo già detto, che ricordano in piccolo gli esoscheletri immaginati da Henlein.

 

 

Una cosa molto interessante è che in Helldivers ogni nostra azione ha un impatto sulla campagna globale costantemente in atto; possiamo scegliere quale delle tre razze aliene affrontare di missione in missione, ed anche il settore ed il pianeta sul quale essere impegnati. Ovviamente completando missioni più difficili permetteremo all’umanità di avvicinarsi molto di più alla vittoria finale, ma d’altro canto essere sconfitti comporta che il fronte arretri; ad ogni modo attaccare i pianeti maggiormente difesi è qualcosa da lasciare a squadre complete e ben equipaggiate, pena l’essere pressochè immediatamente obliterati.

Helldivers è un gioco cooperativo quasi perfetto: elimina le individualità pur premiando le capacità dei singoli; ha una campagna persistente che comunque ricomincia una volta determinata la vittoria o la sconfitta dell’umanità; infine consente la personalizzazione dell’equipaggiamento in base alle nostre caratteristiche. La sua nota negativa sta nelle missioni, che alla lunga sembrano ripetersi un pò tutte. Anche se la conformazione dei territori è sempre diversa, gli obiettivi sono decisamente ricorrenti, e quando non si fa parte di una squadra più che affiatata il doversi limitare alle missioni di media difficoltà può annoiare.

Ad ogni modo Helldivers è un gioco ben realizzato ed apprezzabile anche se non abbiamo una schiera di amici fidati con cui affrontare quegli alieni brutti e cattivi che vogliono impedire il dominio totale dell’umanità.

 

Helldivers, 2015
Voto: 8
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