I Guerrieri Della Notte: la recensione

La spettacolare fuga, reale e metaforica, di un gruppo di Guerrieri braccati per le vie di New York.

 

 

Tempo fa, mentre me ne stavo tranquillamente con due miei amici a casa mia, in un sabato sera qualunque, per movimentare la serata abbiamo deciso di vederci un sano filmone di quelli che ti tengono attaccato allo schermo fino alla fine, cosi ci siamo armati di pazienza e ci siamo messi alla ricerca di qualcosa di sfizioso. La scelta non era facile visto che possiedo una collezione di più di 700 film tutti originali (ebbene si me ne vanto); tra questi ad un certo punto l’occhio ci va a sbattere sul film I Guerrieri Della Notte. Non dovetti aggiungere altro, bastò un solo sguardo d’intesa e la cassetta si trovava già nel videoregistratore.

Il film tratta la storia di una gang di New York, e più precisamente di Cony Island, i Guerrieri, che decide di partecipare al più grosso raduno mai fatto di tutte le bande più famose della città. Il raduno viene però interrotto dall’uccisione del capo della più potente banda di New York, facendo in modo che la tregua che aveva permesso l’incontro si rompesse. La colpa dell’accaduto viene attribuita ai Guerrieri che altro non possono fare se non scappare. A questo punto parte una caccia selvaggia: tutti i 100.000 uomini delle più feroci gang della grande mela si muoveranno insieme per catturare i Warriors che dovranno fuggire attraverso la metropolitana in una folle corsa contro tutti.

 

 

C’è da dire che allora io non lo avevo ancora visto questo film e sono rimasto sbalordito dall’abilità dimostrata dal regista nel riprodurre la parte più malfamata di una delle più grandi metropoli del mondo. C’è da applaudire il costumista per come ha saputo caratterizzare le divise di ogni gang: durante i titoli di testa infatti viene fatta vedere la fase di preparazione di ogni banda che si appresta a partecipare al raduno; si vede di tutto dalle bretelle rosse, alle giacche di pelle, alle tenute da baseball, ecc…

Ogni banda viene riconosciuta dalle sue “divise”, e rispettata per il suo coraggio e lealtà. Ma è quando scendono in guerra che fanno accapponare la pelle: ad esempio ci sono i Baseball Furies, che armatisi di apposite mazze si preparano alla caccia al Guerriero; oppure una delle bande che incontrano verso la fine, che li ingaggia in un duello all’interno delle gallerie del Metrò usufruendo di pattini a rotelle per combattere. Soprattutto è interessante notare quanto le ragazze di quel film siano perennemente allupate: ce n’è una che cerca ripetutamente di farsi il capo dei Guerrieri senza successo, con lui che sembra dirle “mi dispiace ma devo occuparmi di fuggire con i miei ragazzi dall’intera New York”. Notevole è anche la soluzione trovata come spiegazione per coordinare le gang, che restano perennemente sintonizzate su una radio privata dove la conduttrice “Dolly Bomba” tiene costantemente informate le bande sulla posizione dei braccati.

 

 

Complimenti anche per la caratterizzazione dei singoli componenti della squadra di Guerrieri: il picchiatore più forte che hanno, ad esempio, è anche quello che si fa fregare per correre dietro alle femmine. Ognuno di loro, da Swan (il loro capo) al ragazzino appena entrato, riesce a lasciare impresso il proprio profilo. Un punto che mi ha molto colpito però è che mentre raccontava di questa grande fuga il regista abbia trovato anche il tempo di analizzare la situazione di questi ragazzi, che altro non possono fare se non fuggire dalla loro vita disagiata scappando da un inferno per entrare in un altro, quello della droga e della violenza che vede sempre come vittime l’orgoglio e l’innocenza di questi adolescenti che non vedono altro come via di fuga se non quella di unirsi in gruppi per proteggersi dalla società che li ha rifiutati… magari sognano una vita normale senza dover fuggire dalla polizia, da una madre malata, da un ghetto, oppure dal padre violento. È soprattutto questa la metafora che il regista ci propone: una fuga, non solo per sopravvivere, ma per poter finalmente elevarsi da una situazione come quella a testa alta per gridare al mondo che non riuscirà a farti diventare una sua vittima.

 

I Guerrieri Della Notte, 1979
Voto: 9.5
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