Kamisama Ga Machigaeru: anche Dio sbaglia?

E se Dio commettesse degli errori? “Bug” assurdi, gente che fluttua, stanze che cambiano… Benvenuti in un mondo dove la realtà si rompe quotidianamente.

 

 

Le storie strane sono forse quelle che più attraggono l’attenzione di chi cerca, attraverso la lettura, un modo per evadere dalla quotidianità. È probabilmente questo il motore che ha spinto Nio Nakatani, autrice già nota per Bloom Into You, a scrivere Kamisama Ga Machigaeru (conosciuto anche con il titolo internazionale God Bless The Mistaken), un manga in cui anche Dio si diverte a cambiare le carte in tavola, generando quello che i personaggi chiamano “bug”: anomalie che alterano temporaneamente la realtà.

In questo mondo in cui gli eventi inspiegabili sono all’ordine del giorno, ci si può imbattere in piante che invadono strade e abitazioni che svaniscono nel nulla, o in persone che fluttuano nel cielo come se stessero salendo una scala invisibile. A volte, sopra la testa della gente compare un conto alla rovescia che, allo scadere, provoca semplicemente uno starnuto. Sono stranezze curiose, a volte inquietanti, ma perlopiù innocue; proprio attraverso queste anomalie l’autrice trova il pretesto per presentarci i suoi personaggi e costruire il mondo narrativo in cui si muovono.

Il protagonista è Kon, un ragazzo che vive in una casa condivisa con altri studenti e con Kasane, una ricercatrice dai modi eccentrici che studia i “bug” con la serietà di chi cerca un ordine nel caos. Kasane è immune agli effetti di questi fenomeni, ed è proprio questa sua condizione a renderla il vero fulcro del racconto: osservatrice distaccata ma curiosa, con uno sguardo analitico che stimola riflessioni nei personaggi e, indirettamente, anche nel lettore.

 

 

L’idea alla base della serie è originale e, almeno in partenza, anche simpatica. Le bizzarrie sono presentate con fantasia e ironia, e rendono ogni episodio imprevedibile; tuttavia dopo i primi capitoli la formula comincia a mostrare segni di stanchezza. Gli eventi si susseguono senza un filo conduttore chiaro, e la narrazione appare frammentata, quasi priva di una vera direzione. L’approfondimento psicologico dei personaggi è sicuramente uno degli aspetti più riusciti, ma non sempre basta a sostenere l’interesse se il ritmo narrativo resta lento e poco coinvolgente.

Poi, però, arriva un colpo di scena che cambia tutto: e se un “bug” avesse lasciato una traccia permanente nel mondo? E se quella traccia fosse… una persona? Questo snodo narrativo, inaspettato e ben costruito, rimescola le carte e dà nuovo senso agli eventi raccontati fino a quel momento. È un momento brillante, che testimonia la capacità dell’autrice di sorprendere e mettere in discussione le premesse da lei stessa stabilite. Peccato che, dopo questo picco, la storia torni subito a camminare a un passo più lento, senza riuscire a capitalizzare davvero l’effetto sorpresa.

Lo stile grafico di Nakatani è pulito, ordinato, quasi scolastico. Le vignette sono chiare e ben leggibili, e nelle tavole più curate emergono dettagli di grande piacevolezza visiva. Non si tratta di uno stile particolarmente originale, ma è efficace e coerente con il tono pacato della narrazione.

 

 

Lo spunto di partenza di Kamisama Ga Machigaeru e la storia in se sono interessanti, ma quello che manca forse è un po’ di vitalità. Le idee ci sono, e sono anche piuttosto bizzarre, ma il modo in cui vengono messe in scena risulta fin troppo misurato. C’è introspezione, c’è attenzione alla costruzione dei personaggi, ma il racconto procede sempre in punta di piedi, senza mai lasciarsi davvero andare.

Il potenziale creativo di Nio Nakatani è evidente, ma si ha la sensazione che manchi quella scintilla necessaria a trasformare un’opera interessante in qualcosa di davvero coinvolgente. La storia è ancora in evoluzione, ma ha bisogno di cambiare qualcosa perché non si può vivere solo di colpi di scena estemporanei, che alla fine non cambiano le impostazioni.

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