L’Uomo di Marte: la recensione

Talvolta i titoli, le descrizioni e i modi di pubblicizzare un film o un libro sono deleteri ed ingiusti nei confronti dell’opera. Se mi fossi fermato al “Gravity incontra Robinson Crusoe”, non avrei potuto apprezzare questo simpatico romanzo di fantascienza.

 

20150504 uomomarte

 

Mark Watney e’ un fortunato: e’ uno dei pochi che ha la fortuna di partecipare ad una missione spaziale che lo portera’ su Marte. Il fatto che poi si trovera’ al centro di un tentativo di sopravvivenza su di un pianeta alieno e’ un fatto decisamente marginale, anche se forse lui non la pensa allo stesso modo e fara’ di tutto per salvare la pellaccia.

Andy Weir e’ uno scrittore statunitense contemporaneo, che ha la saggezza e l’abilita’ di miscelare nelle giuste dosi tanti ingredienti diversi. L’Uomo di Marte e’ il suo romanzo piu’ famoso, pubblicato nel 2011 e che ha recentemente raggiunto le nostre librerie; la curiosita’ e’ che e’ stato lungamente disponibile sul sito web dell’autore in forma gratuita.

Per tutta la durata del romanzo, scritto prevalentemente sotto forma di diario, sono tre gli aspetti che dominano su tutto il resto: l’evolversi di eventi magari anche banali, routinari e descrittivi ma sicuramente interessanti; l’umorismo costante; ed infine le mega supercazzole di termini e spiegazioni tecniche che boh, puo’ essere, vai a capire.
Si, perche’ Andy Wier e’ figlio di un fisico delle particelle, e fra questo, la sua laurea in informatica e tutto quello di cui – di sicuro – si e’ documentato, le cazzabubbole tecniche si sprecano. Cioe’, capiamoci: si leggono facilmente, solo che le leggi come se guardassi una figura. Che se provi a stargli dietro facile che ti esce la bolla dal naso.
Poi, l’umorismo: Mark Watney e’ McGuyver. No, anzi: e’ il Dio di McGuyver. Fa delle cose pazzesche con qualsiasi cosa gli capiti a tiro (sarei curioso di sentire le sue maestre dell’asilo, su cosa era capace di combinare da bambino con le formine e il pongo) ma lo fa senza essere uno sborone, anzi; si prende in giro in modo sublime, e ci sono dei passaggi in cui non si puo’ evitare di prorompere in una sonora, grassa risata.
Infine, il racconto vero e proprio: Weir scrive in modo molto fluido e semplice, tiene desta l’attenzione in ogni istante: che si stia leggendo di come sopravvivere ad una tempesta di sabbia o di come far crescere una patata in un ambiente ostile, l’interesse e’ sempre vivo. E’ una dote non comune, bisogna riconoscerlo; ed il risultato e’ ancora piu’ azzeccato, pensando che, sebbene alcuni passaggi siano un po’ prevedibili o forzati, non c’e’ mai una caduta di livello nella trama, sempre buona.

In sostanza, un buon libro. Si legge comodamente e diverse volte vi strappera’ piu’ di un sorriso.
Nota: un film tratto dal libro e’ previsto per Novembre 2015. Segue sensazione e timore di scempio e tragedia.

L’Uomo di Marte, 2011

Pro:
– Fa ridere
– Si legge con piacere
– Quelli del marketing ci fanno una figura di merda
– Non ci sono elfi, orchi e maghi
Contro:
– Lo hanno paragonato a Gravity (il film, ovviamente)
– Non ci sono gli zombi

Voto: 7.5

Per condividere questo articolo: