Ecco l’ennesima serie-schifezza proposta da Netflix: una soap opera spacciata per fantascienza ospitata su una piattaforma sempre meno capace di fornire prodotti di qualità.
Netflix è sicuramente in crisi; lo si vede dal fatto che voglia interrompere la condivisione familiare dell’abbonamento e dalle produzioni sempre più scadenti che propone al suo pubblico.
La Barriera è l’ultima serie in ordine di tempo che abbiamo avuto la sventura di visionare. Si tratta di una serie spagnola dai presupposti interessanti ma che si risolve in un qualcosa di inguardabile e fastidiosamente posticcio già dopo aver visto un quarto d’ora del primo episodio (quello che normalmente serve per catturare gli spettatori).
In un futuro contemporaneo, il mondo viene colpito simultaneamente da una terza guerra mondiale, un virus e dalla siccità. Vediamo due gemelle essere salvate dalla mamma dopo un raid di militari in casa durante scontri di piazza, ma dopo appena dieci minuti gli eventi si trasfericono a venticinque anni dopo, dove veniamo catapultati in una Madrid dominata da uno stato totalitario e privo di umanità e rappresentato da esercito e polizia dotato di divise nere e simboli che difficilmente non ricordano quelli del nazismo.
La sceneggiatura di La Barriera tratteggia inizialmente la serie come l’ennesima produzione schierata politicamente contro i totalitarismi degli anni ’40, le forze dell’ordine e lo Stato, ma ben presto si trasforma in un racconto che, pur mantenendo una parvenza di fantascienza, viene realizzato come fosse una soap opera. La recitazione inguardabile, le musiche di sottofondo messe su inquadrature in primo piano di volti fermi e poco espressivi mentre la camera stringe l’inquadratura, le assurdità della trama (una coltellata nel fianco e si muore all’istante) sono solo gli aspetti più evidenti di un prodotto privo di qualità e che sembra realizzato da chi fino adesso ha creato produzioni alla Un Posto Al Sole, Il Segreto ed altre zozzate di tal fatta.
Il cast di La Barriera, composto da sconosciuti al grande pubblico, non offre alcun tipo di prova attoriale di livello: le azioni sono forzate, esagerate, affettate, rigide e prive di qualsivoglia realismo.
Ma lo stesso si può dire della trama, che vede già alla fine della prima puntata unire in un unico perno le storie di molti dei personaggi in un’orgia di coincidenze e casualità che solo gli incompetenti scenggiatori di Boris avrebbero potuto concepire.
C’è poi questo insopportabile odore di fondo tipico di molte produzioni recenti che mirano a dare contro allo Stato, alla Polizia ed all’Esercito per il solo fatto di esistere e di dare delle regole alla società. La Barriera fonda il suo mondo sul classico stereotipo di uno Stato dittatoriale, ma non si capisce perché i suoi agenti dovrebbero essere tutti uniformemente privi di emozioni, di pensieri e di capacità di pensare, agire e moderarsi in base alla situazione. Sembrano tutti automi votati alla repressione preventiva ed alla malvagità assoluta.
La Barriera non offre veramente nulla di buono. La serie fortunatamente si esaurisce in soli 13 episodi, ma riuscire ad arrivare a vederli tutti è una vera impresa. Resta il dubbio di come si faccia a produrre simili porcherie, ma soprattutto di come faccia una piattaforma che si immagina voglia tenere alto il suo nome a proporla al pubblico.