La Corea del Nord si prepara ad invadere il Sud?

Più di un milione di nuovi arruolati in due giorni per l’Esercito della Corea del Nord: quali conseguenze per l’eterna rivalità con il Sud?

 

 

Nell’ultimo periodo la tensione tra le due Coree è tornata ad acuirsi a causa di alcuni incidenti che hanno interessato i confini dei due Stati; in risposta ad un presunto sconfinamento di droni militari da parte di Seul, i media istituzionali della Corea del Nord hanno dichiarato che quasi un milione e mezzo di persone si sono arruolate nell’esercito di Pyongyang tra il 14 e il 15 ottobre.

La violazione commessa dalla Corea del Sud non è stata ancora confermata in ambito internazionale, ma ha già provocato alcune iniziative da parte dell’esercito del Nord, il quale ha fatto saltare in aria strade e ferrovie che collegano i due Paesi. L’Alto Comando di Pyongyang ha inoltre ordinato alla truppe stanziate lungo il confine di prepararsi ad eventuali azioni militari.

Le relazioni tra Corea del Sud e Corea del Nord sono caratterizzate da un lungo e complesso percorso storico, segnato da fasi di conflitto e tentativi di dialogo; i due Paesi si trovano in una penisola attraversata dal trentottesimo parallelo che, dal 1945 in poi, determina il confine tra i due territori. La Repubblica Popolare Democratica di Corea del leader Kim-Jong-Un ha un’impronta di tipo sovietico e si presenta ancora oggi come uno Stato autoritario alleato di Mosca e Pechino; la Repubblica di Corea è invece uno Paese con un sistema democratico e multipartitico molto vicino agli Stati Uniti e ai suoi alleati.

 

 

Nei giorni scorsi Seul ha negato di aver inviato droni nello spazio aereo nemico, ma Pyongyang sostiene di aver provi inconfutabili; i nordcoreani parlano di un piano di destabilizzazione che avrebbe portato i velivoli senza pilota della controparte a distribuire volantini anti-regime nella capitale del Nord. Secondo fonti locali, questa azione avrebbe generato effetti opposti a quelli desiderati, portando un milione e mezzo circa tra funzionari, giovani e studenti ad arruolarsi nell’Esercito Popolare in soli due giorni.

Sebbene non sia ancora possibile sostenere la veridicità delle dichiarazioni di Pyongyang, questo presunto incidente segna un nuovo punto di massima tensione tra i due Paesi; già nei mesi scorsi alcuni attivisti di Seul avevano cercato di raggiungere la popolazione del Nord lanciando dei palloni aerostatici contenenti dei volantini anti-regime, prontamente rispediti al mittente colmi di rifiuti.

Anche le stime sui nuovi arruolati sono da valutare con attenzione, pur se il numero comunicato può essere verosimile. La Corea del Nord ha meno della metà della popolazione italiana ma conta un esercito di oltre un milione di soldati attivi, ai quali si aggiungono seicentomila riservisti; il nostro Paese ha invece meno di centosettantamila soldati attivi, numeri che restituiscono l’importanza dell’Esercito per Pyongyang. In più di un’occasione poi, soprattutto durante periodi di tensione con Seul e gli USA, la Corea del Nord ha vissuto ondate di arruolamenti patriottici rinvigorendo il numero delle proprie truppe.

Mentre le attività di Seul rimangono ad oggi non violente e finalizzate a creare una rivolta dal basso nei confronti del regime di Kim-Jong-Un, la Corea del Nord sta alzando l’asticella della propria pericolosità; le famose esercitazioni missilistiche condotte da Pyongyang negli ultimi anni sono avvenute parallelamente al rafforzamento del proprio esercito che, dopo anni di preparazione nel proprio Paese, è ora coinvolto attivamente a sostegno dell’alleato russo in Ucraina.

La Corea del Nord sembra si stia muovendo in vista di future azioni nei confronti del Sud che appaiono sempre più vicine; in tal senso Mosca e Pechino, amiche di Kim, saranno determinanti nel lasciare via libera all’alleato. Seul può invece contare su Washington grazie ad una presenza militare USA già numerosa nel Paese.
In un mondo sempre più abituato al sorgere di nuovi conflitti, la penisola coreana potrebbe presto trasformarsi nell’ennesimo campo di battaglia delle grandi potenze, risvegliando un vecchio conflitto mai del tutto sopito.

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