Entrata nell’immaginario collettivo come punizione militare per eccellenza, l’uso effettivo della decimazione è molto più raro di quanto si pensi.
Quanti ricordano la famosa scena della serie TV Spartacus, nella quale gli sfortunati legionari di Crasso vengono brutalmente puniti secondo un’antica usanza? Si tratta appunto della decimazione. Nel mondo romano, la decimazione ha rappresentato una forma di punizione militare estremamente severa, adottata come strumento per mantenere la disciplina all’interno dei ranghi dell’esercito in alcuni particolari e tragici momenti. Il termine non è casuale e indica letteralmente togliere un decimo, eliminare la decima parte. Ma come funzionava questa punizione?
Il processo consisteva nel selezionare a sorte un soldato su dieci all’interno di una unità colpevole di codardia, ammutinamento o altre gravi condotte; i soldati scelti venivano uccisi dai propri commilitoni, spesso a bastonate o lapidati. Lo sfortunato perdeva la vita mentre gli altri nove soldati venivano spesso puniti con ridotte razioni alimentari e un temporaneo allontanamento dal campo militare, con pernotti al di fuori del sicuro recinto della legione. Altro aspetto molto interessante di questa punizione esemplare è proprio l’imparzialità: la decimazione colpiva tutti i ranghi dell’unità colpevole, dal soldato semplice ai centurioni.
Le fonti antiche, specialmente Livio, citano un primo esempio di decimazione già nel V secolo a.C, ai tempi delle lotte tra la piccola Roma e i Volsci, per poi sparire quasi per l’intera durata dell’epoca Repubblicana e riapparire nel turbolento I secolo a.C, nel periodo di massima crisi della Repubblica e dei suoi valori: il caos politico, le guerre civili e una società molto più violenta rispolverano antichi usi e tecniche di disciplina. Pare infatti che persino lo stesso Augusto, conosciuto ancora come Ottaviano nel 43 a.C, abbia ordinato la decimazione di alcune coorti di una legione ammutinata.
La decimazione sembra cadere completamente in disuso nel mondo romano cristianizzato, nel mondo bizantino persino abolita, e sembra non esservi nuovamente traccia almeno fino al Cinquecento e specialmente al Seicento con le sanguinose guerre sul suolo europeo. Intorno al 1630 abbiamo infatti testimonianza della decimazione di una unità di cavalleria tedesco, datosi alla fuga dalla battaglia in un momento delicatissimo, di fatto consegnando la vittoria al nemico. Ancora, dopo aver perso un’importante battaglia nei pressi di Lipsia nel 1642, l’Arciduca Leopoldo Guglielmo invoca una corte marziale e punisce severamente un reggimento di cavalleria anch’esso fuggito senza sparare un colpo. Gli ufficiali vengono o decapitati o impiccati mentre per la truppa è riservata una decimazione in stile antico.
Gli ultimi casi di decimazione arrivano infine con la Prima Guerra Mondiale, dove alcuni episodi tra le forze francesi ma parrebbe anche tra le unità italiane, sembrano indicare la messa in pratica di questo tipo di punizione a livello di unità militare e non di singolo soldato.
Come possiamo ben notare, seppur presente tra una lista di numerose punizioni che soldati ed eserciti hanno subito nel corso dei millenni, la decimazione è stata utilizzata veramente poche volte. Il danno psicologico provocato all’unità dell’esercito forse rappresentava un fattore ancora più negativo della punizione stessa, inficiando morale e compattezza.