L’Alluvione: la recensione

Romanzando sulla storia e usando nomi fittizi, L’Alluvione racconta i nefasti eventi che colpirono Breslavia nel 1997.

 

 

Sul finire dello scorso millennio l’attenzione alla crisi climatica era pressochè inesistente. A parte qualche sporadico film o gli effetti strategici inclusi in qualche videogioco (come per esempio succedeva in Civilization 4), di crisi climatica non se ne parlava. Eppure i primi effetti erano già visibili: dall’aumento dei cicloni lungo le coste americane agli eventi improvvisi in Europa.
L’Alluvione racconta, senza far critica politica ma usando un tono piuttosto romanzato, quanto accaduto nell’estate del 1997 a Breslavia, quando il fiume Oder straripò allagando fino al primo piano il centro ed altre zone della città polacca.
A tessere le fila della vicenda c’è una giovane idrologa dal passato turbolento, che in barba ai capoccioni della città vede e prevede l’alluvione praticamente in ogni aspetto mentre gli stimati scienziati di zona non ci capiscono nulla.

 

 

Ecco, come vedete le premesse non sono eccezionali nonostante si tratti di una messa in scena di un evento reale; eppure la realizzazione di L’Alluvione tutto sommato non è male. La storia gira forse un po’ troppo sui singoli personaggi e sulle loro sottotrame, ma rispetto ad altre serie L’Alluvione lo fa in modo omogeneo con l’evento principale, che forma la spina dorsale della trama.

È innegabile che alcuni personaggi risultino essere decisamente fuori dalle righe e stonino in un racconto che vorrebbe essere autorevole; in particolar modo la figura della protagonista interpretata da Agnieszka Zulewska è fin troppo perfetta, con il suo fare deciso e sicuro oltre il limite di credibilità specialmente considerando il suo trascorso ed il suo modo di essere. Ma anche uno dei protagonisti secondari, un fattore che vuole difendere le sue terre dalla decisione di allagare i suoi campi per difendere la città, interpretato da Ireneusz Czop, risulta non totalmente credibile. Certi gesti e certe azioni, sebbene riprendano a grandi linee quelle realmente accadute, sono decisamente eccessive.

 

 

Decisamente meglio altri membri del cast, a partire da Tomasz Schuchardt nei panni del sindaco di Breslavia o il personale dell’ospedale locale. Sono paradossalmente sono alcuni dei ruoli minori a dare consistenza alla recitazione complessiva, ma si poteva di certo fare meglio.
Inadeguato, come spesso accade di recente, al doppiaggio italiano curato da Netflix; alcuni brevissimi spezzoni non sono stati doppiati (perchè?) e si capisce immediatamente come i doppiatori utilizzati sviliscano enormemente la qualità della recitazione originale.

 

 

La fotografia è buona ed utilizza effetti speciali di media qualità che non risultano mai posticci. Sembra però di vedere un documentario dei primi anni ’90 invece che una produzione moderna; un problema di fondi o di stile cinematografico troppo ancorato ad una scuola vecchia ed in parte superata? Ad ogni modo non si vedono forzature o particolari illogicità; al massimo ingenuità che potevano essere evitate con un minimo di attenzione nella sceneggiatura.

La serie, il cui nome originale è il maggiormente accattivante Wielka Woda, usa l’evento storico come canovaccio affiancandogli gli immancabili riflettori puntati sui protagonisti; sarebbe stato sicuramente preferibile approfondire l’evento storico, ma anche così L’Alluvione non è una brutta produzione. Con i suoi soli 6 episodi, la serie scorre rapida ed è una scelta possibile se si vuole vedere qualcosa di diverso dal solito.

 

L’Alluvione, 2022
Voto: 6.5
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