L’Anabasi della Legione Cecoslovacca: la lunga marcia verso Vladivostok

La Legione Cecoslovacca deve attraversare una Russia in piena guerra civile prima di potersi imbarcare a Vladivostok e tornare a casa.

 

 

Fin dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, appartenenti alle minoranze etniche dell’impero austro-ungarico si arruolano volontariamente tra le fila degli eserciti dell’Intesa sperando che il contributo dato possa incidere e contribuire all’ottenimento dell’indipendenza delle nazioni sottomesse. Il caso più eclatante tra tutti è sicuramente quello dei cechi e degli slovacchi, che fin dal 1914 danno vita a un nucleo armato che combatte al fianco dei russi contro tedeschi e austroungarici. Con il proseguire del conflitto, i russi permettono a questo corpo armato di arruolare i prigionieri nemici di etnia cecoslovacca disposti a combattere per l’ideale indipendentista. Nel 1916 il gruppo è cresciuto a tal punto da poter costituire formalmente una brigata che si distingue per il valore nella battaglia di Zborov, all’interno dell’Offensiva Kerensky del luglio 1917. Entro la fine dell’anno nascerà la Legione Cecoslovacca composta da due divisioni armate che conta circa 40.000 effettivi.

L’instabilità politica e militare della Russia, causata dalla rivoluzione bolscevica e dalle trattative di pace con le Potenze Centrali, complica di non poco la situazione della Legione, desiderosa ancora di contribuire allo sforzo bellico sui fronti europei. Data l’impossibilità di raggiungere la Francia o l’Italia via terra e con i principali porti russi tenuti in scacco dalla marina nemica, l’unica via da percorrere rimane quella di raggiungere Vladivostok, nell’estremo oriente, e da lì raggiungere le coste francesi. Un viaggio lungo migliaia di chilometri ma almeno all’apparenza più sicuro. Vengono presi accordi con le autorità bolsceviche dell’Ucraina che garantiscono un passaggio sicuro ai convogli cecoslovacchi, ma la fulminea offensiva tedesca lanciata per spingere i bolscevichi ad accettare le pesanti condizioni di pace rallenta e coinvolge direttamente la Legione che deve dar loro battaglia a Bakhmach, riuscendo a tener testa a due divisioni nemiche.

 

 

Con la minaccia tedesca neutralizzata, e il passaggio attraverso l’Ucraina garantito, la Legione inizia la lenta traversata inoltrandosi nella Russia sovietica. La continua necessità di richiedere il permesso di passaggio alle autorità bolsceviche locali esaspera i cecoslovacchi al punto tale da trattare un passaggio sicuro fino al porto di Vladivostok in cambio della maggior parte delle armi in loro possesso. Il trattato si formalizza a Penza il 25 Marzo 1918, ma la tensione e la diffidenza cresce da una parte e dall’altra. I bolscevichi infatti temono che la Legione possa unirsi alle forze russe bianche della guerra civile, mentre gli ufficiali della Legione temono che il virus comunista penetri tra i ranghi della truppa. La traversata continua ma la disastrosa condizione della rete ferroviaria russa significano lunghi momenti di soste e un’esasperazione sempre più crescente.

La scintilla definitiva scoppia a metà Maggio, nella stazione ferroviaria di Chelyabinsk dove, per l’uccisione di un prigioniero di guerra ungherese da parte dei legionari, le autorità bolsceviche richiedono l’arresto di diversi cecoslovacchi. Di tutta risposta le truppe occupano la città. Le massime autorità bolsceviche da Mosca diramano l’ordine di disarmare e catturare i legionari sul territorio russo e così sul finire della primavera si accende un vero e proprio conflitto tra la nascente Armata Rossa e i legionari cecoslovacchi.

 

 

In collaborazione con i russi bianchi, che riescono a prendere il possesso dell’importante città di Omsk e del controllo della Transiberiana dagli Urali fino a Irkutsk, i legionari occupano le più importanti città di allora lungo la fondamentale rete ferroviaria. Essendo sparsi lungo centinaia se non migliaia di chilometri, i legionari diedero battaglia alle poco efficaci (almeno in questa fase) truppe comuniste in diverse zone della Siberia, aprendosi finalmente la strada e occupando Vladivostok e il suo porto, dichiarando la zona protettorato Alleato. La presenza dei cecoslovacchi in Siberia fomenta la nascita di formazioni anti-bolsceviche nelle zone amministrate direttamente dai legionari, minando gravemente la posizione dei comunisti nell’area. Inoltre, le potenze dell’Intesa, approfittando della scusa di dar man forte all’evacuazione delle truppe cecoslovacche intrappolate in Russia, riescono a far sbarcare a Vladivostok un imponente numero di soldati di diverse nazionalità, con l’intenzione reale però di aiutare la lotta contro le formazioni comuniste.

Nei successivi mesi, l’Armata Rossa, arrivata a contare più di tre milioni di soldati, inizia una generale offensiva contro le città liberate lungo la Transiberiana. I cecoslovacchi, trovandosi sempre più in difficoltà iniziano ad evacuare le restanti truppe verso l’estremo oriente, riconoscendo di fatto l’impossibilità di resistere all’urto rosso. Sempre più desiderosi di cessare questo conflitto al quale di fatto molti cecoslovacchi non sono interessati, e la contestuale nascita della Cecoslovacchia come Stato indipendente, spinge la legione a cercare un armistizio con i bolscevichi. La terribile avventura della Legione nelle terre russe si conclude ufficialmente nel Settembre 1920 quando l’ultima nave carica di truppe abbandona il porto di Vladivostok, ancora occupato dall’Intesa. Quasi 60.000 soldati evacuati intraprendono un nuovo viaggio per mare attraversando mezzo mondo prima di raggiungere casa. In patria, formeranno il nucleo delle forze armate cecoslovacche, rispettati e onorati fino ai giorni nostri.

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