Il movimento legionario riesce ad arrivare alla guida del paese, formando un regime autoritario, reazionario e antisemita. Nasce lo Stato Nazional-Legionario rumeno.
Nel 1940, la Romania si trova in una situazione di crescente instabilità politica ed economica. Dopo un lungo periodo di crisi e perdite territoriali, la monarchia di Carlo II crolla, dando spazio a un nuovo governo che cerca di affrontare le sfide interne ed esterne con misure radicali. Questo periodo segna l’ascesa dello Stato Legionario, un governo di estrema destra che avrebbe avuto un impatto significativo sulla storia del paese, pur durando solo tra il settembre 1940 e il gennaio 1941. Durante questo lasso di tempo, il regime legionario, sotto la guida di Ion Antonescu e dei suoi alleati della Guardia di Ferro, implementa una serie di politiche autoritarie, antisemite e fasciste, che segnano profondamente la vita politica e sociale della Romania.
Nel settembre del 1940, la Romania, ormai in una condizione di grave disordine politico, si trova di fronte a una serie di crisi territoriali e interne. La perdita di territori strategici come la Bessarabia, la Bucovina e il nord della Transilvania ha decisamente minato l’autorità del Re Carlo II, che si trova così costretto ad abdicare in favore del figlio, Michele I. Il giovane Re non ha però il potere di risolvere la crescente instabilità e, in un momento di estrema vulnerabilità, la monarchia viene costretta a cedere il potere a Ion Antonescu, il generale fascista e nazionalista che aveva già mostrato simpatia per la Guardia di Ferro.
Antonescu assume la carica di Primo Ministro il 4 settembre 1940, creando un governo che pur rimanendo formalmente sotto la monarchia è in realtà controllato da elementi legati alla Guardia di Ferro. Questo accordo tra Antonescu e i legionari porta alla creazione di quello che oggi viene chiamato lo Stato Nazional-Legionario. Pur con una visione autoritaria comune, Antonescu non si identifica pienamente con il movimento della Guardia di Ferro, ma riconosce la sua influenza e il suo ruolo nel consolidamento del potere. La Romania entra, quindi, sotto il controllo di un governo che si caratterizza per il suo radicamento in un nazionalismo estremo e in una visione fascista del potere, promuovendo un’ideologia di “purificazione” sociale e culturale, con un forte accento sull’antisemitismo.
Una delle caratteristiche principali dello Stato Legionario è la sua politica autoritaria e violenta. Antonescu, con il sostegno della Guardia di Ferro, cerca di realizzare una Romania forte e purificata, basata su principi corporativi e una visione sociale che si rifà al fascismo italiano e al nazismo tedesco. L’obiettivo dichiarato è la creazione di una “nazione unita”, ma questo processo implica l’eliminazione di tutte le forze considerate “estranee” o “pericolose” per la purezza della nazione, in particolare gli ebrei, i comunisti e i rappresentanti delle minoranze etniche.
La politica antisemita del regime legionario è una delle più drammatiche. Già nel 1940, i legionari iniziano una serie di persecuzioni contro gli ebrei, sfruttando il clima di guerra per giustificare le violenze. Il 21 gennaio 1941 si verifica a Bucarest uno dei pogrom più noti, che diventa tristemente celebre con il nome di “Pogromul de la București”. Milizie della Guardia di Ferro saccheggiano le case e i negozi degli ebrei, distruggono sinagoghe e uccidono centinaia di persone, in un atto di violenza che non viene mai completamente punito. Lo Stato Legionario, inoltre, non esita a intraprendere politiche di purificazione razziale con una serie di leggi antisemite che limitano i diritti degli ebrei, come l’esclusione dalla vita pubblica e dall’attività economica, e che li costringono a vivere in condizioni sempre più precarie. Nell’estate del 1941, nel pogrom di Iasi durato due giorni, vengono massacrate quasi tredicimila ebrei rumeni.
Nonostante l’ascesa iniziale, lo Stato Legionario non riesce a consolidarsi a lungo. Le tensioni tra la monarchia e la Guardia di Ferro e tra Antonescu e i legionari emergono infatti in modo sempre più evidente. La politica di Antonescu, pur essendo antisemita e fascista, è troppo pragmatica per soddisfare completamente le ambizioni dei legionari, che vogliono un controllo totale del potere. Antonescu, pur essendo un alleato iniziale della Legione, non è subordinato alle dinamiche ideologiche del movimento.
Inoltre i rapporti tra lo Stato Legionario e le potenze dell’Asse, inizialmente basati su una convergenza di interessi strategici e ideologici, si deteriorano con il passare dei mesi per via dell’elemento di instabilità socio-politico apportato dalla presenza dei legionari. La Germania, in particolare, sembra favorire un governo autoritario stabile sotto Antonescu, relegando i legionari a un ruolo marginale.
La crescente frizione culmina nella “Rivolta Legionaria” di gennaio 1941. Questo tentativo di golpe da parte della Guardia di Ferro, con l’obiettivo di rovesciare il governo di Antonescu e prendere il controllo completo dello Stato, viene brutalmente schiacciato. La rivolta è seguita da una serie di sanguinose repressioni, durante le quali i leader della Legione vengono arrestati, uccisi o costretti a fuggire. Il governo di Antonescu, supportato anche dall’esercito rumeno e dalle forze tedesche, riesce a soffocare la rivolta legionaria e a consolidare il suo potere assoluto.
Antonescu, una volta eliminata la minaccia legionaria, consolida il suo regime autoritario e mantiene una politica di estrema destra, alleandosi ufficialmente con la Germania nazista. La Romania diventa parte dell’Asse, impegnandosi al fianco della Germania contro l’Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale. Sebbene il regime di Antonescu prenda una piega più personale e autoritaria, l’influenza della Guardia di Ferro sulla politica rumena non viene mai completamente estirpata.
Nonostante la sua breve durata, lo Stato Legionario lascia un’impronta profonda sulla storia della Romania. La politica radicale della Guardia di Ferro, che cerca di realizzare un’ideologia nazionalista, antisemita e fascista, ha conseguenze devastanti per le minoranze etniche, in particolare gli ebrei, ma anche per l’intera struttura politica del paese anche nei decenni a venire. La repressione violenta e il suo impatto sulla società rumena segnano il passaggio dalla monarchia autoritaria di Carlo II a una dittatura militare sotto Antonescu, che continuerà con le sue politiche di estrema destra, e successivamente all’occupazione sovietica e all’instaurazione del regime comunista dopo il fatidico 23 agosto 1944, data in cui la Romania capitola.
Il regime comunista instaurato nei primi anni ’50 cancella lentamente tutte le tracce del movimento legionario, pur mantenendo in vita un’eredità di estremismo e di odio che, purtroppo, continuerà a riaffiorare nei decenni successivi.