Una pellicola divertente e piena zeppa di mostri che ti porta subito alla mente Zombieland, ma anche tanti film con strani esseri giganti.
Dietro suggerimento di amici (grazie amici del gruppo Nerd) mi sono andato a vedere una delle ultime proposte Netflix che s’intitola Love And Monsters. Dal titolo mi sembrava una cretinata, ma leggendo la trama mi sono detto che poteva essere in parte simile a Zombieland, un film spensierato e divertente che ho apprezzato molto.
Come sempre accade in questi film post apocalittici, la terra è stata devastata e l’uomo è ridotto a sopravvivere alle minacce che ora vagano libere sulla superficie terrestre. Enormi bestie a sangue freddo sono state mutate dalle radiazioni di un’immensa esplosione nucleare. No, non pensate male, per una volta il mondo non era in guerra, ma si era coalizzato per salvarsi da un enorme meteorite. Così tutto l’arsenale nucleare del mondo è stato lanciato contro la minaccia in arrivo. Il problema è venuto dopo: a causa della pioggia di detriti e delle radiazioni che sono arrivate sulla terra, le specie di animali a sangue freddo, dai serpenti fino ad arrivare agli insetti, sono mutate in modo incontrollato ed hanno cominciato a devastare il pianeta. Ovviamente questo è un chiaro richiamo a quel bel lucertolone di Godzilla, ai kaiju di Pacific Rim ai vermoni di Tremors o di Dune e agli insettoidi di Starship Troopers.
L’umanità si è rintanata in bunker e rifugi antiatomici per fuggire alle minacce provenienti dall’esterno. La nostra storia inizia sette anni dopo il fattaccio.
Joel è un ragazzo single in un bunker costituito praticamente solo da coppie. Scopre che Aimee, la sua ragazza, o per lo meno quella che lui considera ancora dopo sette anni la sua ragazza, vive in un rifugio ad oltre cento chilometri di distanza. Joel non è un guerriero e non ha le conoscenze per sopravvivere all’esterno. Nel suo rifugio è una specie di cuoco e tuttofare, ma si è stufato di stare da solo e decide che è giunto il momento di partire per conquistare la felicità. Da qui in poi le similitudini con Zombieland ed Io Sono Leggenda si fanno molto più stringenti. Sopravvivere in un ambiente ostile non sarà facile, ma Joel è convinto che il modo di dire “Tira più un pelo di f##a che un carro di buoi”, sia stato scritto appositamente per lui.
Avevo visto Dylan O’Brien, che interpreta Joel, correre come un criceto impazzito per i labirinti di The Maze Runner. Mi sembrava destinato a fare cose più serie, invece lo ritrovo in un’interpretazione più leggera, simile a quella che fece la fortuna di Jesse Eisenberg in Zombieland. Devo ammettere che l’interpretazione di Dylan è discreta, ma non è ai livelli del suo collega ammazza zombie. Jessica Yu Li Henwick, che invece interpreta Aimee, me la ricordo menare malamente le mani in Iron Fist, che fu una serie davvero disgraziata! L’attrice britannica se la cavicchia, ma sono davvero pochi i minuti che le hanno dedicato, tanto che non ho le capacità di giudicarla in modo adeguato. Il resto del cast si vede ancora meno di Jessica, ad eccezione di un attore cane che è bravo a fare il cane, ma ci vuole poco a scodinzolare se hai la coda!
Alla fine, il bello di questo film sono proprio i mostri: divertenti, simpatici, pericolosi e sorprendenti, sono loro i veri intrattenitori di questa pellicola. Uno spasso sentire i loro nomi ed ancora di più vederli in azione. Gli autori si devono proprio essere divertiti a modificare creature normali per creare enormi insettoni, rane deformi o lumache dagli occhi giganteschi. Hanno attinto a piene mani da tutto: i vermoni di Tremors, gli insettoidi di Starship Troopers, le rane giganti di Naruto e perfino dagli Street Sharks – Quattro Pinne All’orizzonte regalando loro un bel cameo con una pinna che emerge dalla terra. Tantissime citazioni e tantissimi richiami che, per scovarli tutti, devi rivedere il film almeno un paio di volte; per fortuna che non ci si annoia!
Questa volta l’impasto del film, composto da diverse idee riprese qua e la, è stato realizzato abbastanza bene. Gradevole da vedere, ti permette di passare una serata in allegria. Diventerà un cult? Quasi sicuramente no, ma lo ricorderemo come uno di quei film che ci hanno provato.