Mistery: la recensione

Mistery unisce dinamiche action-horror a quelle dei giochi di tradimento; ha potenziale, ma al momento della sua uscita sembra fortemente incompleto.

 

 

Un tempo, il mondo dei videogiochi consentiva la pubblicazione di giochi ruvidi, grezzi e ostici da gestire se alla loro base c’erano idee interessanti; era un periodo in cui le alternative scarseggiavano, e bisognava farsi andar bene quello che passava il convento. Nel 2025 però le cose sono molto diverse, ed è davvero difficile capire perchè si lanci sul mercato un titolo oggettivamente dalle grandi potenzialità ma che al debutto risulta tutt’altro che raffinato.

Mistery è uno di quei videogiochi ai quali non si può non risconoscere un ottimo potenziale: il titolo di debutto di Game Frontier ci trasporta in un complesso scientifico dove mutazioni e mostri di varia natura scorazzano liberamente cercando di farci la pelle. Il nostro compito è di resistere tre giorni (si tratta di sessioni molto brevi) e riuscire a fuggire ancora vivi.

 

 

Mistery presenta diverse modalità di gioco, da quella PvE a quella PvP fino ad una mista PvPvE, andando potenzialmente incontro a tutte le categorie di giocatori; in ognuna dovremo aggirarci nel complesso per recuperare oggetti e componenti che ci consentano di potenziarci, costruendo armi e consumabili fondamentali per restare in vita. Appare preso evidente che il gioco è indirizzato a chi apprezza le dinamiche definite “social deduction”, cioè dove nel gruppo dei giocatori si nasconde qualcuno che tenta di far fallire la missione. Mistery però non si presta molto bene a questo stile di gioco, e rende al meglio nelle sessioni PvE fino a quattro giocatori.

L’esplorazione del mondo di Mistery è di per sé piuttosto appagante: ci sono diverse zone da visitare e dalle quali recuperare materiali, ed il senso di pericolo è costante e ben realizzato. La difficoltà del gioco non sembra variare a seconda del numero di giocatori presenti nella sessione, quindi esplorare da soli è altamente rischioso, e fin dai primi momenti saremo in seria difficoltà. Durante la notte poi occorre costruire un campo base (tutt’altro che intuitivo come farlo), visto che il gioco spawna in continuazione mutanti diretti verso la nostra posizione.
La cooperazione è quindi fondamentale, ma in modalità PvP non potremo realmente contare sugli altri giocatori; ad ogni modo è presente una chat vocale che può fare la differenza per chi decida di usarla. Resta poi da capire perchè, in una situazione come quella descritta dal gioco, bisognerebbe sabotarsi l’un l’altro invece che cooperare: sembra una modalità messa nel gioco per dargli sostanza o perchè di moda, ma priva di contesto in un ambientazione come quella di Mistery.

 

 

La grafica è discreta, con una palette di colori adeguata all’ambientazione (che ricorda molto quella di Dead Island: Epidemic, MOBA chiuso ancora in beta addirittura nel 2015). Le animazioni di alcuni personaggi invece sono tutt’altro che di livello: a seconda del modello, il movimento delle braccia durante la corsa è assolutamente inadeguato. In effetti in questi casi sembra di assistere ad più un’avventura comica che ad un gioco che dovrebbe trasmettere tensione. Non mancano i bug nelle animazioni stesse: a volte è sferriamo un colpo di mazza ma le braccia non si muovono. Fortuna che almeno vediamo i danni portati a segno sul nemico…

Le entità realizzate dagli sviluppatori di Game Frontier sono sicuramente intriganti (con l’eccezione dei soliti zombi) e sostanzialmente originali; in alcuni casi però le somiglianze con i nemici di altri giochi sono evidenti (ad esempio quelli di Alien Swarm). Il combattimento, elemento cardine di Mistery, invece non convince: c’è un artificioso ritardo nella velocità con cui possiamo sparare che probabilmente serve a bilanciare la difficoltà del gioco come prevista dagli sviluppatori, così come il combattimento corpo a corpo è legnoso e scomodo da gestire. A questo si aggiunga che il campo visivo nei luoghi chiusi è estremamente ridotto; solo una torcia elettrica può aiutarci, ma occorre costruirla. Il risultato è che tra artificiosità e difficoltà di gestione, il tutto è decisamente poco apprezzabile.
Curioso il fatto che la nostra sanità mentale scenda di continuo, arrivando a farci impazzire; in questo caso le nostre armi ci appariranno buffamente giganti (sembra di assistere a qualche anime superdeformed) e la salute massima verrà fortemente limitata. L’idea sarebbe ottima, ma forse è il caso di ribilianciare il gioco e renderlo affrontabile anche da piccoli gruppi di giocatori. Essere resi praticamente inermi dopo pochissimi minuti di gioco solo perchè non si ha protezione contro questi attacchi mentali non è divertente.

 

 

Può spiazzare la mancanza di un vero e proprio inventario; tutto quello che trasportiamo è presente direttamente sulla barra degli oggetti, che possiamo riordinare con il classico drag’n’drop (peccato che Mistery non ci avverta di questa possibilità).

Sono poi molti gli aspetti palesemente lasciati molto indietro al momento di rilasciare Mistery. Ad esempio la traduzione dal cinese all’inglese è colpevolmente parziale e talvolta nemmeno corretta, e rimappare i tasti non è così immediato come dovrebbe essere: quelli di movimento richiedono quattro mappature in un solo comando e il tasto azione non è rimappabile affatto. Addirittura, abbiamo subito un crash del gioco durante questa semplice attività.
Non è sempre e subito chiaro cosa fare, o perchè e come farlo. Di fatto inizialmente ci troveremo a gironzolare e saccheggiare sperando di capire come proseguire nel gioco, finendo inevitabilmente a soccombere ai nemici. Se è vero che è stato inserita una dinamica legata alla progressione del nostro personaggio, che accumula esperienza da una partita all’altra, non si può però certo dire che ci si senta veramente ispirati a continuare a giocare, non capendo quali siano le eventuali migliorie che possiamo sbloccare. Come accennato, anche creare un campo base è stupidamente difficile e non intuitivo; essendo una delle funzioni basilari del gioco, sarebbe dovuto essere reso palese ed immediato.
Lo stesso tutorial non dà la sensazione di spiegare tutto quel che serva nel gioco, e la voce narrante dal profondo accento cinese rende spesso incomprensibile il parlato in inglese.

 

 

Sommando tutti questi aspetti, tra una difficoltà non certo indifferente e una importante mancanza di raffinatezza e  chiarezza su cosa il gioco si aspetti da noi, Mistery offre una sfida che solo i più ardimentosi avranno gioia nel tentare una partita dopo l’altra. L’area di gioco sembra quasi un arena nella quale veniamo lanciati e che non ci sia reale voglia di farci esplorare il mondo in cui ci troviamo. È un vero peccato, perchè Mistery ha oggettivamente un certo fascino ed una certa capacità di intrattenere.
Con una buona dose di impegno da parte degli sviluppatori, Mistery potrebbe nel tempo diventare una vera alternativa a chi apprezza i giochi cooperativi (o meno) alla Among Us o, per altri versi, alla How To Survive; occorre però risolvere i suoi problemi e renderlo davvero appetibile, visto che di alternative disponibili ce ne sono molte.

 

Mistery, 2025
Voto: 5
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