La serie sui narcotrafficanti colombiani è una di quelle in grado di rimanere forti nella memoria; storia e fiction si mescolano insieme alla perfezione.
La storia dei narcotrafficanti colombiani non è una di quelle da prendere sottogamba, anche se in Italia se ne parlò poco all’epoca, come spesso accade quando le notizie provengono dall’estero. Negli anni in cui Narcos è ambientato, da noi si parlava di Tangentopoli, dell’Italia di Sacchi e di Baggio ai mondiali; al più si osservava il crollo del muro di Berlino e l’implosione dell’URSS. Ma nel resto del mondo, le cose continuavano a succedere.
Sul finire degli anni ’80 e per buona parte degli anni ’90 la Colombia fu teatro di una guerra civile combattuta da elementi plurimi e con interessi contrastanti: i narcotrafficanti, divisi fra bande che oltre che contro lo Stato lottavano internamente per l’egemonia della regione; i rivoluzionari comunisti; i paramilitari anticomunisti; ed infine le poche forze dello Stato che non si erano fatte corrompere dagli altri centri di potere.
La Colombia era il centro mondiale della produzione della cocaina, e su questo i narcotrafficanti avevano fatto le loro fortune; nelle sue tre stagioni (dieci puntate ciascuna), Narcos racconta in modo incredibilmente appassionante le vicende vissute dagli investigatori della DEA, l’agenzia antidroga statunitente, che impiegati sul campo a supporto dello Stato colombiano si trovavano invece spesso a combattere da soli e con armi spuntate lo strapotere dei signori della droga.
La storia si sviluppa in modo lineare, con salti di tempo non chiaramente dettagliati ma che non comportano alcun problema nella comprensione della trama. Gli eventi sono strettamente correlati, e seguire la serie è piuttosto facile.
Nonostante venga chiaramente detto che alcuni momenti sono stati rielaborati per rendere maggiore il pathos, non c’è praticamente mai la sensazione che ci sia nulla di reso palesemente spettacolarizzato; tutto fila in modo logico e sensato, ed anche le scene di azione sono prive di quegli errori banali nei quali spesso le produzioni americane anche di discreto livello cadono.
Forse gli unici appunti che si possono portare a Narcos è che i crimini commessi dai narcotrafficanti sono spesso alleggeriti dei passaggi più cruenti (anche se il sangue scorre parecchio), e che i criminali stessi non risultano così odiosi e barbari come ci si aspetta, proprio come in Romanzo Criminale ed altre produzioni analoghe. Magari in tutti questi anni ci siamo abituati a vedere il peggio sullo schermo e non ci fa più tanto effetto, ma la sensazione è che non si sia voluto calcare troppo la mano, mettendo invece in risalto la complicata situazione degli agenti statunitensi, sempre sul filo del rasoio tra legalità e metodi sopra le righe.
Molto buono il cast, decisamente all’altezza del ruolo nella quasi totalità dei partecipanti; su tutti spiccano gli ottimi Wagner Moura (Tropa De Elite, Elysium) nei panni di Pablo Escobar e Pedro Pascal (Il Trono Di Spade, The Mandalorian, la trasposizione sul piccolo schermo del videogioco The Last Of Us) nei panni di uno degli agenti della DEA impegnati a dargli la caccia (l’altro è interpretato da Boyd Holbrook). Nel corso delle tre stagioni i protagonisti cambiano e molti personaggi entrano ed escono dalla vicenda, ma il livello complessivo è sempre molto buono e raramente ci sono attori non completamente all’altezza della produzione.
Efficace la fotografia: pur non facendo mai ricorso a particolari effetti speciali oltre a quelli necessari per raccontare la storia, il taglio è sempre molto diretto e capace di immergere lo spettatore nell’ambiente. Una buona scelta di regia è quella di inserire spezzoni di video storici commentati dagli agenti a raccontare eventuali evoluzioni che non vengono trattate direttamente nella serie, ma che sono utilissime per capire il contesto sociale e politico del momento.
Narcos è sicuramente una serie consigliatissima e da vedere; appassionante nello svolgimento e anche interessante per i risvolti storici, è una serie che ha il merito di risollevare la memoria su eventi tanto tragici e su tutto il male che si cela dietro il mondo delle droghe.
A Narcos è seguito lo spin-off Narcos: Mexico, anch’esso composto di 30 episodi divisi in tre stagioni.