Non C’è Due Senza Quattro: la recensione

Non C’è Due Senza Quattro è un’altra delle irresistibili commedia con Bud Spencer e Terence Hill; qui i due si sdoppiano in un’esilarante avventura brasiliana.

 

 

Articolo pubblicato per la prima volta il 15/02/2004

Appena un anno dopo il capolavoro Nati Con La Camicia, la coppia Spencer-Hill confeziona un altro film clamoroso. È il periodo del grande successo e quindi un film in cui i due instancabili cercaguai si sdoppiano è quantomai azzeccato.

In Non C’è Due Senza Quattro, Bud e Terence sono i soliti tipi schietti e abituati a farsi i fatti loro che vengono coinvolti in una storia assurda. Bud Spencer è nuovamente un galeotto che, nei momenti di permesso, se ne va nei locali a suonare il sax. Terence Hill invece è uno stuntman che si guadagna il pane con acrobazie e facendo la controfigura nei film. I due vengono contattati da un’agenzia specializzata in sosia, una società che su commissione cerca in tutto il mondo individui assolutamente identici a chi ne faccia richiesta; in questo caso i clienti sono due ricchissimi cugini brasiliani: Antonio (sempre Spencer) e Bastiano (sempre Hill) Coimbra Della Coronilla Iaz Vedo.

I due miliardari devono concludere un importante affare, ma la malavita locale li vuole uccidere; così ingaggiano due perfetti sosia per prendere in tutto e per tutto il loro posto in Brasile per una settimana, per poi tornare in tempo per firmare il fatidico contratto. I nostri, identici agli originali, accettano al volo, convinti anche dal solito milione di dollari (il “malloppo” immancabile in ogni loro film). Inutile dire quante ne combineranno due chiassosi personaggi come loro immersi nella vita agiatissima di due miliardari.

Come per Nati Con La Camicia, in pratica non ci sono scene noiose. Ogni gag è esilarante e ogni sequenza offre sempre battute e situazioni divertentissime. Ovviamente molta dell’enfasi del film è basata sul contrasto che i due offrono con l’ambiente abituato ai modi gentili e raffinati dei Coimbra veri, il tutto tra la disperazione degli originali che seguono le loro gesta e si vedono rovinata la reputazione. La servitù e tutti quelli che li conoscono (ovviamente all’oscuro della faccenda) restano stupefatti della rivoluzione e le risate sono assicurate.

Anche i criminali che vogliono ucciderli vengono presi in contropiede dal “cambiamento”, e le mitiche scazzottate della premiata ditta Spencer-Hill saranno il teatro ideale per dimostrare quanto i cuginetti siano cambiati. Come di consueto, non solo i due protagonisti riusciranno a sventare gli attentati orchestrati contro di loro ma, dopo aver agganciato l’organizzazione, finiranno anche per sgominarla. La sequenza finale, in cui le due coppie si ritrovano unite in un casolare ad affrontare i mercenari che li vogliono catturare, è da antologia, con i “finti” Coimbra che cercano di insegnare a quelli veri come si fa a fare a pugni. Due Bud Spencer e due Terence Hill davvero scatenati.

Personalmente, ritengo Non C’è Due Senza Quattro, insieme a Nati Con La Camicia, i due migliori prodotti interpretati da Bud e Terence, anche se tutti voi mi manderete a quel paese citando i vari Trinità. Me ne sbatto! L’originalità e la freschezza delle battute e delle scene contenute in questi due film è inarrivabile; una lezione di commedia che purtroppo non ha avuto, e temo mai avrà, degli allievi abbastanza degni da prenderne il testimone.
Spencer e Hill non sono stati mai abbastanza riconosciuti qui in Italia, ma ci hanno regalato delle grandi commedie e pochi altri film come i loro possono essere visti e rivisti senza soluzione di continuità.

“Egli si chiama Tango, è cattivo e spaventa la gente. E il fatto che si faccia chiamare Tango nel paese del Samba ti fa capire immediatamente che razza di stronzo sia!”

 

Non C’è Due Senza Quattro, 1984
Voto: 9
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