Pike And Shot: Campaigns è un gioco di nicchia sicuramente ben riuscito, che trasporta il mondo del wargame tridimensionale sul nostro PC.
Il wargame tridimensionale è una forma di wargaming bellissima da vedere e da giocare, e di cui abbiamo recentemente parlato. A giocarci si capisce però immediatamente che serve avere parecchio spazio a disposizione ed il costo dei numerosi pezzi da usare in battaglia non è uno scherzo, visto che sono tutti in ferro e ne servono tanti per preparare un esercito pronto allo scontro. A questo si aggiunga la necessità di colorarli (una passione per alcuni, un tedio per altri), il fatto che ogni ambientazione necessiti dei suoi pezzi (seconda guerra mondiale, vichingi, antichi romani e così via) ed il fatto che le battaglie siano così lunghe da durare spesso due o tre serate.
Pike And Shot: Campaigns ci viene incontro in questo senso, abbracciando l’epoca rinascimentale (una delle più gettonate fra i wargamers 3D) proponendo una griglia di quadrati nella quale muovere le nostre truppe usando però le regole tipiche del 3D.
Il risultato? Più che discreto.
Cominciamo col dire che il gioco nasceva unicamente come strumento per riprodurre battaglie, e non prevedeva una modalità campagna che è stata inserita solo in un secondo momento e che ha aggiunto profondità ad un titolo che altrimenti sarebbe stato troppo limitato nello scopo.
Le battaglie, come detto, si svolgono su di una griglia a quadrati. Una volta scelti gli eserciti rinascimentali (francesi, inglesi, tedeschi, italiani, turchi…) piazzeremo le nostre truppe all’interno dell’area consentita a seconda del tipo di unità, e poi daremo vita allo scontro. Come descritto nell’articolo sui wargame 3D, in questo tipo di gioco sono due gli aspetti fondamentali: il movimento e la coesione delle truppe.
Pike And Shot non aiuta tantissimo il giocatore per quanto riguarda il movimento: sebbene sia chiaro dove ci si possa spostare e dove si orienti la nostra unità, non si riesce a sapere in anticipo se avremo ancora a disposizione la possibilità di ruotarci dopo il movimento; questo è un discreto problema, visto che farsi prendere sul fianco da una carica di cavalleria significa in pratica perdere immediatamente un’unità.
A questo si potrebbe provvedere con una funzione di undo, ma è assente! Quindi, unica possibilità è quella di essere cauti e conservativi nei movimenti.
La coesione è il modo in cui viene rappresentata la condizione di combattimento delle nostre unità. È fondamentale far calare quella avversaria di due livelli per mandare le sue truppe in rotta e far loro abbandonare il campo di battaglia; e qui oltre alla già citata manovra sui fianchi, aggiungiamo il fatto l’impatto delle armi da fuoco. Il rinascimento infatti vede affacciarsi l’arma da fuoco come arma da supporto mobile; Pike And Shot gestisce molto bene questo aspetto, con unità soggette a perdere coesione sotto il fuoco nemico continuato, anche se impreciso, perchè inesperte ed inadatte a gestire questo nuovo fattore sul campo di battaglia.
Pike And Shot fa un ottimo lavoro nel ricreare gli scontri rinascimentali implementando le semplici ma stringenti regole del wargame 3D in modo più che buono. L’AI è decisamente competente è darà molto spesso filo da torcere anche ad un livello medio di difficoltà, tanto che gli scontri saranno sempre incerti. Personalmente mi sogno ancora la notte gli accerchiamenti della cavalleria turca sulle mie truppe italiane più forti ma meno numerose!
L’unica cosa che non mi piace delle battaglie è la monotonia del campo di battaglia: sembra di giocare sempre allo stesso scontro, non ci sono cambiamenti rilevanti nei colori o nella disposizione degli oggetti. Lo stesso terreno “difficile” è quasi uguale a quello normale, tanto che un occhio non attento potrebbe portare le proprie truppe a combattere involontariamente in posizione di svantaggio. Inoltre si ha spesso la sensazione di un già visto nonostante i cambi di schieramenti e le elevazioni del territorio… sensazione che comunque sparisce appena inizia il combattimento.
Un’altra cosa che poteva essere rivista è l’interfaccia, nel complesso. Di quanto legato al movimento abbiamo già parlato, ma anche l’identificazione delle unità non è sempre semplice: in alcuni casi gli stemmi sono troppo simili, e sarebbe stato sufficiente evidenziare le proprie truppe per capire il posizionamento degli eserciti una volta in mischia. A volte l’indicatore di direzione è difficile da vedere; nulla di trascendentale, ma è qualcosa che poteva essere migliore.
Anche i bottoni da premere sui menu sono disposti in modo poco logico, con la stessa funzione spostata in alto a sinistra o in basso a destra a seconda delle schermate e con icone differenti. Anche i tasti per salvare o caricare sono disposti in modo che si può rischiare di fare l’esatto opposto di ciò che si vorrebbe…
Ad ogni modo questi difetti sono secondari alla solidità di Pike And Shot: Campaign, che come detto offre oltre agli scontri anche una campagna semplice ma funzionale. I territori hanno nomi fittizi, determinati dalle parti in conflitto, e la conquista degli stessi non è immediata nè scontata. Una guerra può prolungarsi per tantissimi turni, dando una sensazione analoga a quella delle campagne dell’epoca (ma anche una di logoramento del giocatore, a volte).
Pike And Shot: Campaign è un buon gioco, solido e funzionale. I suoi difetti sono secondari, ed il buon lavoro di base fatto nella gestione degli scontri si conferma col fatto che lo stesso motore grafico è stato riutilizzato (migliorato) per Field Of Glory 2, gioco ambientato nell’antichità ma che utilizza lo stesso regolamento mutuato dal wargame 3D.