La nostra prova ci ha consegnato un gioco stabile, in pieno sviluppo e sicuramente ricco di potenzialità: Norland potrebbe dire fortemente la sua.
Norland è uno di quei titoli che più attendevamo negli ultimi mesi. Il gioco appena arrivato in early access, sviluppato da Long Jaunt ed edito da Hooded Horse, ha infatti dalla sua il fascino di combinare un periodo storico, quello medioevale, ricco di spunti, con la possibilità di creare un proprio mondo ed una propria storia.
I punti di contatto con Rimworld, il rivoluzionario gioco uscito nel 2018 e tutt’ora supportato con DLC ed aggiornamenti, sono numerosi ed evidenti, e questo non è certo un segreto. Norland sembra voler infatti prendere dal titolo di Ludeon Studios le migliori caratteristiche e portarle su di un terreno diverso.
Le principali innovazioni di Norland rispetto ai classici simulatori di colonie riguardano soprattutto la limitata interazione che abbiamo con il grosso della popolazione: viene rimossa buona parte della componente di microgestione, lasciando ai pochi nobili con cui ci interfacciamo tutta la parte oggettivamente più noiosa di assegnare i popolani ai vari lavori. L’intuizione è ottima, anche se probabilmente una raffinata potrebbe aiutare Norland ad essere efficace sotto questo aspetto: mancano le tabelle riepilogative tramite le quali avere il colpo d’occhio della situazione dei vari edifici. Sarebbe infatti importante capire dove possiamo aumentare il numero di lavoratori disponibili o quali edifici prioritizzare senza doverli cercare uno per uno (e quando il villaggio si allarga non è facilissimo tenere tutto sotto controllo).
Ci sono anche nuove meccaniche che Norland inserisce e che potrebbero portare una ventata d’aria fresca nel genere. Una è legata alla gestione delle relazioni diplomatiche e delle battaglie, che vengono combattute in piccola scala (difficilmente agli inizi potremo schierare gruppi di combattimento superiori alle 10 unità, ma nel tempo il discorso cambia). La gestione degli scontri è quasi completamente automatizzata, con pochissime opzioni a nostra disposizione oltre a quella di indicare dove muoversi; è una scelta condivisibile, pensando che Norland non vuole essere il nuovo Total War ma un gestionale che fa dell’automazione dei personaggi uno dei suoi punti di forza.
Espandendo lo sguardo, la seconda meccanica verte sulle relazioni diplomatiche, vitali per mantenere un buon rapporto coi vicini, commerciare e tentare di espandersi territorialmente a discapito di qualche piccolo regno confinante che di certo non la prenderà bene. Il rapporto fra i nobili è diretto, e condividere battute di caccia o momenti conviviali è fondamentale per stringere amicizie.
La terza meccanica è strettamente legata alla seconda: le relazioni fra i nostri nobili, le loro interazioni ed il passaggio delle conoscenze pratiche tra di loro è uno degli aspetti principali di Norland. C’è molto da fare e da scoprire man mano, e se è vero che le opzioni a nostra disposizione sono davvero tante, è altrettanto vero che non sempre è chiarissima la profondità degli impatti dei nostri ordini ai nobili o come fargli mettere in pratica una nostra intenzione. C’è poi sempre la sensazione che stiamo mancando o dimenticando qualcosa, vista l’ampia gamma di azioni ripetibili a nostra disposizione.
Questo aspetto è forse l’unico che merita veramente di essere messo sotto la lente d’ingrandimento dello sviluppo insieme alle tabelle riepilogative, specialmente quando si parla di produzione giornaliera e di capire l’andamento delle nostre scorte nel medio periodo. L’ampia libertà concessa al giocatore e le numerose scelte che può fare portano ad un iniziale smarrimento, che però può essere sicuramente superato giocando e conoscendo più approfonditamente il gioco.
Norland è già oggi un titolo sicuramente valido, che col tempo avrà modo di consolidare i suoi già evidenti pregi (a partire dalla semplicità della gestione dell’insediamento e dai combattimenti) e di smussare quegli spigoli che al momento emergono qua e là ma che non pongono una barriera nei confronti di chi volesse divertirsi con un gioco che ha tutte le potenzialità per fare molto bene.