Prime impressioni: Shadows Of Doubt potrebbe diventare il gioco di investigazioni di riferimento

Il titolo da poco rilasciato in early access ha tutte le potenzialità per diventare un capolavoro di genere, ma deve smussare diversi angoli.

 

 

Innovare nel mondo dei videogiochi non è affatto semplice: con ormai quasi quarant’anni di storia di gaming alle spalle, trovare qualcosa di nuovo non è affatto facile. È per questo che l’arrivo di giochi come Shadows Of Doubt è assolutamente gradito e fa crescere la speranza di una ventata di freschezza.

In Shadows Of Doubt impersoniamo un detective che, in un mondo ucronico (è il 1979 e un mondo cupo e decadente è controllato da megacorporazioni, cosa che per certi versi può ricordare Syndicate), deve risolvere dei casi di omicidio senza mettersi a sua volta nei guai. Sfruttando una visuale in prima persona ed una grafica che ricorda più Minecraft che L.A. Noire, ci verrà chiesto di investigare e trovare i colpevoli dei vari casi.

 

 

Il gameplay di Shadows Of Doubt è sicuramente interessante, combinando sessioni di analisi, irruzioni stealth, pedinamenti, in casi estremi combattimenti e ad altri elementi che sommati formano un gioco potenzialmente esplosivo.
Le nostre prime impressioni in tal senso sono state sicuramente positive, visto che ci viene messa a disposizione una piccola cittadina con le sue centinaia di anime completamente simulate; ogni personaggio infatti vive di vita propria, e il fatto che niente stia là ad aspettare noi (come nei mod più estremi di S.T.A.L.K.E.R.) rende non solo il gioco più vivo, ma anche più affascinante.
Ogni azione è lasciata nelle nostre mani, abbracciando il concetto più vero di open world: anche decifrare quali indizi siano realmente utili per risolvere il caso è un’attività demandata completamente a noi, senza alcun aiuto da parte del gioco.

C’è da considerare anche il fatto che per arrivare alla conclusione di un caso ci sono diversi metodi, che non si esauriscono con la classica dicotomia dialogo/spacco tutto, ma che vedono proprio rami di indagine diversi convergere verso una soluzione comune. Il collegamento logico delle prove indiziarie sarà poi la chiave per redigere un rapporto finale mirato a denunciare alle autorità il colpevole.

 

 

Quello di cui sicuramente Shadows Of Doubt ha bisogno in questa fase di early access è una profonda revisione dell’interfaccia nella sua totalità: la gestione del piccolo inventario non è affatto intuitiva, ed ancora meno lo è la schermata degli indizi, che diventa estremamente confusa se si comincia a tener traccia anche degli indizi secondari o possibili.

Ci sono molteplici schermate ed elementi da tenere sott’occhio e il risultato al momento è assolutamente confusionario, e si riesce a capire come gestire (per quanto possibile) il tutto solo con qualche ora di gioco e un po’ di esperienza.

 

 

Altro elemento che meriterebbe una revisione è la grafica, un pelo troppo pixellosa e non sempre vicina alle necessità di individuare piccoli oggetti o punti di interesse. Ma ad onor del vero, una volta presa la mano col gioco ci si fa l’abitudine, e il problema viene meno.

Resta il fatto che Shadows Of Doubt è un gioco potenzialmente sensazionale, e che continueremo a seguire senz’altro nei prossimi mesi, in attesa di una recensione finale che speriamo possa premiare gli sviluppatori di ColePowered Games.

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