Rebel Moon: la recensione

Nonostante le sue ambizioni e un’estetica curata, Rebel Moon di Zack Snyder fatica a trovare una propria identità, proponendo idee ispirate da altri lavori.

 

 

Il film Rebel Moon, diretto da Zack Snyder, è un’opera di fantascienza epica uscita sulla piattaforma Netflix in due versioni: una tagliata e una estesa, con quest’ultima che conta circa due ore di contenuti aggiuntivi. Entrambe le versioni si suddiviso in due film consecutivi. I titoli della versione ridotta sono Rebel Moon – Parte 1: Figlia Del Fuoco e Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, mentre quelli della versione integrale sono Rebel Moon – Capitolo 1: Calice Di Sangue e Rebel Moon – Capitolo 2: La Maledizione Del Perdono.

La trama ruota attorno a Kora , una giovane donna che cerca di salvare il pianeta in cui vive dall’oppressione dell’Impero di Balisarius, un regime autoritario che ha portato distruzione e tirannia. Per combattere questo male, Kora recluta un gruppo eterogeneo di guerrieri, ognuno con abilità uniche e un passato complesso, per formare una resistenza. La narrazione si sviluppa tra battaglie epiche, complotti e sacrifici, cercando di costruire un mondo ricco di dettagli e tensione drammatica.

Originariamente concepito come un progetto legato all’universo di Star Wars, Rebel Moon mostra evidenti somiglianze con l’immaginario ideato da George Lucas. Snyder ha dichiarato di essersi ispirato anche ad Akira Kurosawa; in particolare l’influenza più marcata è quella de I Sette Samurai, da cui praticamente riprende per quasi l’interezza della trama l’idea di utilizzare un gruppo di mercenari chiamati a difendere una comunità oppressa. Tuttavia, il riadattamento della storia in una cornice fantascientifica non è una novità: l’anime Samurai 7 aveva già realizzato qualcosa di simile, introducendo robot giganti, ambientazioni futuristiche e castelli feudali volanti.

 

 

L’idea di Snyder di creare un universo che possa rivaleggiare con franchise come Star Wars è ambiziosa, ma purtroppo si scontra con le difficoltà nell’innovare e nel proporre qualcosa di realmente distintivo. Nonostante gli elementi visivi ben curati e l’atmosfera epica, il film manca di originalità, risultando troppo simile a opere già viste. All’interno della narrativa fantascientifica contemporanea ci sono tanti prodotti che non sono stati ancora sfruttati a dovere come ad esempio Warhammer 40.000, sul quale ha messo le mani con entusiasmo Henry Cavill.

Il cast di Rebel Moon è composto da attori competenti, tra cui Sofia Boutella (Modern Love, Kingsman: The Secret Service, Star Trek Beyond e La Mummia del 2017), Djimon Hounsou (Amistad, Blood Diamond e Guardiani Della Galassia), Ed Skrein (I Vichinghi, Deadpool, Alita – Angelo Della Battaglia, Maleficent e Midway) e Charlie Hunnam (Sons Of Anarchy, Pacific Rim, The Gentlemen e King Arthur: Legend Of The Sword), che però forniscono interpretazioni non particolarmente memorabili. Il problema principale risiede nei personaggi stessi che mancano di profondità emotiva e narrativa, rendendo difficile per lo spettatore creare una connessione significativa con le loro vicende.

 

 

Gli ambienti, le ricostruzioni e i design dei mezzi sono senza dubbio tra i punti di forza del film. Gli esterni sono realizzati con cura e riescono a trasmettere le giuste sensazioni, mentre le armi, le navi spaziali e i robot presentano un livello di dettaglio molto alto. Gli effetti speciali e le musiche contribuiscono a immergere lo spettatore in questo universo, ma non riescono a compensare le lacune già evidenziate.

Uno dei difetti più evidenti è il ritmo narrativo. Entrambe le versioni soffrono di una lentezza che affatica la visione dello spettatore. I tagli, che caratterizzano la versione ristretta, rendono il racconto un poco fluido, ma tutto questo mina ancora di più la già scarsa profondità dei personaggi.

In conclusione, Rebel Moon è un progetto ambizioso ma imperfetto. Come direbbe Chef Bruno Barbieri, il film è un “mappazzone”: un’opera che fatica a sostenere il peso delle sue numerose influenze e delle aspettative create. Nonostante il lavoro di Snyder riesca a catturare visivamente, la mancanza di innovazione e il ritmo problematico rendono l’esperienza meno memorabile del previsto. Resta un prodotto interessante per gli amanti del genere e per chi apprezza l’estetica snyderiana, ma non riesce a emergere come un nuovo punto di riferimento nel panorama della fantascienza.

 

Rebel Moon, 2023-2024
Voto: 5
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