Riuscirà il seguito di questo anime, che racconta l’andamento del torneo da cui dipendono le sorti dell’umanità, a migliorare i difetti evidenziati nella prima stagione?
Gli Dei hanno deciso di liberarsi dell’uomo e scatenare il Ragnarok, che nella mitologia nordica coincide con la fine del mondo; a difesa dell’uomo però si ergono le Valchirie, che propongono un torneo in cui tredici uomini affronteranno tredici divinità in uno scontro uno contro uno. Questo è in sostanza il filo conduttore di Record Of Ragnarok che nella prima stagione ha già dimostrato di avere un ottimo potenziale sia nella caratterizzazione dei personaggi, che nei flashback che raccontano il passato dei duellanti. Quello che purtroppo ha lasciato un po’ a desiderare è stata la gestione dell’animazione, soprattutto nelle parti più movimentate dei combattimenti.
I nuovi rappresentati dell’umanità sono decisamente interessanti ed hanno un potenziale forse addirittura superiore a quello dei precedenti. Un nome su tutti attrae immediatamente l’attenzione dello spettatore: Jack Lo Squartatore. Com’è possibile che uno tra i più famosi serial killer della storia sia stato selezionato per salvare l’umanità? Inoltre, il suo avversario è l’eroe per eccellenza del mondo antico: il mitico Ercole, che ha sempre difeso l’uomo dai capricci delle divinità greche. Ci troviamo di fronte ad uno scontro decisamente anomalo fatto apposta per far sorgere il dubbio: è davvero giusto che l’umanità si salvi? Apprezzo molto questo genere di provocazioni che costringono lo spettatore a porsi domande scomode.
Storicamente non sappiamo moltissimo sulla persona dietro il mito dello Squartatore; l’autore si è potuto quindi sbizzarrire proponendo una storia di disagio e sofferenza che non giustifica assolutamente le azioni del killer, ma prova a rendere più comprensibile la follia di questo personaggio malato. Gli altri partecipanti agli scontri, partendo da Shiva, passando per il lottatore di sumo Raiden Tameemon ed arrivando a Budda, sono meno affascinanti di Jack, ma rimangono pur sempre ottime proposte che possono sorprendere coloro che non conoscono la storia dietro a questi contendenti.
La rappresentazione grafica dei vari personaggi è dettata soprattutto dalla fantasia di Takumi Fukui, l’autore del manga, che vuole divertirsi e sentirsi libero di proporre a proprio piacimento sia una versione Steampunk di Jack lo Squartatore, che aggiungere dettagli fantasiosi come un semplice leccalecca in bocca a Budda. Grazie al lavoro della Warner Bros. Japan, la trasposizione animata di tutte queste fantasiose idee è stata piuttosto fedele; purtroppo però lo studio di produzione scelto da Netflix per realizzare il prodotto continua ad avere qualche problema nell’animare i momenti più concitati.
Nella prima stagione c’è stata una feroce critica alla scelta di usare tanti fermoimmagine durante le scene di combattimento; una scelta che all’epoca abbiamo giustificato parzialmente per il Covid e il poco tempo a disposizione per realizzare le animazioni più complesse. In questa seconda stagione le suddette scene sono meno presenti, ma purtroppo si nota che l’animazione perde di qualità proprio nei momenti più frenetici. Se da una parte è apprezzabile lo sforzo fatto per evitare di usare troppo spesso i fermoimmagine, dall’altra ci si aspettava comunque una qualità superiore rispetto a quella poi proposta.
La seconda stagione di Record Of Ragnarok ha migliorato la caratterizzazione dei personaggi e ha provato a correggere qualche mancanza, soprattutto nell’animazione, ma non è riuscita ancora a fare un salto di qualità importante. Netflix non ha ancora confermato la produzione della terza stagione, cosa normale per la piattaforma di streaming che tende a decidere dati alla mano prima di spendere altri soldi, quindi non possiamo fare altro che aspettare un prossimo annuncio per sapere come andrà a finire questo folle torneo.