Spesso accade che i seguiti non siano all’altezza dell’originale. Succede anche per Resident Evil: Apocalypse, che però si pone come un trampolino di lancio per il resto della saga.
Avevamo lasciato Milla Jovovich alle prese con l’apocalisse zombi nel primo film di Resident Evil. Il secondo film inizia esattamente dove era finito il primo, inserendo peraltro a forza uno dei protagonisti del videogioco: Jill Valentine, seminuda poliziotta delle forze di pronto intervento. Già da questo dovremmo capire che il film non può essere un granchè, ed in effetti la sostanze è questa: Resident Evil: Apocalypse punta moltissimo sulla gnocchitudine generale e il resto sull’azione. La trama è davvero esile e sembra di assistere più ad un episodio di una serie tv che ad un vero film.
Ci troviamo di fronte ad un film d’azione puro, con pressochè nessuno spazio per l’alone di mistero che pervadeva il primo capitolo. Non esiste nessun approfondimento dei personaggi, che sono tutti appena accennati (e in parte spendibili). Si fa esclusivamente un gran uso di proiettili, morsi, salti pazzeschi e colpi di karate; non c’è un briciolo di credibilità negli accadimenti che portano il gruppetto di sopravvissuti a farsi strada fra le orde infette o nelle azioni della Umbrella Corporation. Siamo passati da un videogioco trasformato (bene) in un film ad un fumettone di quelli approssimativi messo su schermo; improvvisamente esseri umani normali diventano mezzi supereroi in grado di battere i megacattivi di turno. Già nel primo capitolo in questo senso qualcosa stonava, ma qui si è veramente esagerato.
Degli attori non c’è molto da dire; oltre a Milla Jovovich c’è praticamente il vuoto. Citiamo solo Sienna Guilleroy nei pochi panni di Jill Valentine e che purtroppo ritroveremo nei seguenti film della saga (espressività zero), Oded Fehr e Jared Harris, volto di secondo piano del cinema occidentale ma che possiamo ricordare in Ho Sparato a Andy Warhol e Il Curioso Caso Di Benjamin Button. Il resto è anonimità o incapacità.
Sebbene Paul W.S. Anderson sia sempre dietro la sceneggiatura, la regia stavolta è assegnata ad Alexander Witt, che non confeziona affatto un buon prodotto. Ricordo di aver visto il film al cinema e di aver avuto un moto di mezzo sdegno quando ho capito che il finale era aperto e ci sarebbe stato un altro film; fortunatamente la saga riprenderà quota e potrete rapidamente scordare questa pellicola.
Resident Evil: Apocalypse va visto in chiave unicamente funzionale all’evoluzione della storia; il film di per se è una mezza ciofeca che non rende onore nè al videogioco, nè ai film horror, nè a Milla Jovovich, che sebbene qui sia sfruttata per la sua bellezza resta sempre una buona attrice.