Scathe: la recensione

Scathe è un FPS vecchia scuola che presenta interessanti innovazioni e che sa divertire grazie ad un lavoro di passione da parte degli sviluppatori.

 

 

Articolo aggiornato il 20 Ottobre 2022 in seguito alle profonde modifiche apportate dagli sviluppatori pochi giorni dopo il rilascio del gioco.

Nel corso degli anni, gli FPS hanno mutato molto le loro dinamiche: da un gameplay puro di “blastaggio” e “sparaggio” (concedetemi qualche libertà lessicale ogni tanto), si è passati a contaminazioni con elementi tipici delle avventure, o dei rompicapo o dei giochi di ruolo. I risultati sono stati altalenanti ma hanno prodotto anche titoli di pregevole fattura (il solito Stalker è il primo che mi viene in mente, ma non è certo l’unico).

 

 

I giochi che invece sono rimasti più fedeli ad un gameplay tradizionale, hanno spesso annacquato l’esperienza spingendo tutto sulla spettacolarità, sull’eccesso e sulla ricerca di un’adrenalina ottenuta in modo posticcio (si vedano i vari Call Of Duty, Far Cry e Battlefield, che dopo i primi capitoli hanno preso una china tutt’altro che meritevole).

Scathe è uno di quegli FPS che tiene fede alla linea di pensiero della vecchia scuola: non facile, diretto, con milioni di nemici da uccidere. Giocandoci è impossibile non pensare ai vari episodi di Doom o Serious Sam, dove si spara tantissimo e arrivano nemici di continuo.
Scathe può essere inteso come un cugino non troppo lontano dei titoli di riferimento di settore; ha molte frecce al suo arco, ed anche se non è perfetto riesce sicuramente a colpire nel segno.

 

 

La storia di fondo ci vede impersonare un guerriero del bene inviato all’inferno a distruggere il male; interessante il tocco industriale-steampunk che viene dato alle divinità ed ai demoni che riempiono il mondo di gioco, e che denota una fantasia apprezzabile e che riesce appieno a creare un’atmosfera sicuramente diversa ed atipica rispetto alla massa degli FPS.

Il gameplay è abbastanza classico: si tratta di aggirarsi per i vari livelli cercando di sopravvivere alle ondate di nemici e raggiungere l’uscita verso i livelli successivi. Il mondo di gioco prevede una rete di livelli collegati e liberamente transitabili (al netto dei demoni che vogliono farci la pelle). Scathe infatti ci presenta una vera e propria mappa di livelli collegati, e che scopriremo avanzando nel claustrofobico e caotico labirinto.

 

 

La cosa è funzionale al raggiungimento dello scontro finale: occorre infatti raccogliere rune ed “hellstones”, oggetti sparsi per i vari livelli in posizioni talvolta nascoste o raggiungibili tramite piattaforme attivabili da bottoni non sempre immediatamente visibili. Si può decidere di raccoglierne solo una parte (almeno per le rune) ma obbligandoci ad esplorare maggiormente il labirinto, gremito di demoni pronti a farci a pezzi.
Ci sono alcune sezioni a tempo e nelle quali è richiesta precisione di salto e movimento per raggiungere le rune; avrei apprezzato maggiormente se tutto fosse stato mantenuto in un ambito puramente FPS, ma queste sono preferenze personali.

 

 

Gli scontri a fuoco sono intensi ed adeguati, ma oggettivamente manca qualcosa. I nemici ci puntano direttamente contro, e i pattern di movimento sono sempre gli stessi: a volte è possibile trovare un punto perfetto dove sparare e falcidiare i nemici in arrivo, che si incolonnano puntandoci contro.
Il comportamento dei nemici bersagliati da lontano è senz’altro migliorato dopo le prime patch, non è ancora ottimale: non sempre reagiscono al meglio quando sono sotto il fuoco a distanza e non possono raggiungerci direttamente. Il risultato è che a volte rimangono impalati a farsi massacrare se sono fuori dal raggio di attivazione; un po’ come succedeva nel vetusto e bellissimo ma altrettanto imperfetto Shogo: Mobile Armor Division.
Nonostante questo e il fatto che i nemici hanno poche tipologie (ma diverse varianti), la parte del combattimento appaga: si gioca soprattutto sulla quantità e sul miscelare nemici di diverso tipo allo stesso tempo, cosa che complica non di poco le tattiche difensive da usare. Il risultato sono scontri quasi sempre frenetici e caotici, decisamente buoni per gli amanti del genere.

 

 

Il problema principale a livello di gameplay che avevamo riscontrato era il dover rigiocare più volte gli stessi livelli per recuperare le rune lasciate indietro o raggiungere i portali una volta sbloccati. Le nostre perplessità sulla godibilità di un titolo che ci costringeva a dover ripassare più volte sullo stesso punto e riaffrontare più volte gli stessi nemici che continuano a respawnare ogni volta che si rientra in un livello. Dopo le modifiche apportate dagli sviluppatori il problema è quasi completamente risolto: esiste ora un sistema di fast travel che ci consente di muoverci rapidamente da un livello all’altro, anche se rimane la necessità di dover recuperare tutte le rune, anche quelle site in posti troppo impervi per rendere divertente il frangente; e quindi, in questi casi dovremo parzialmente ripulire i livelli già affrontati.

Scathe presenta alcune peculiarità degne di nota. Intanto è fra quei giochi che prevedono che la salute non torni al 100% da sola, e per fortuna; cosa che comporta un’attenzione nei combattimenti sicuramente superiore a tanti titoli AAA dell’ultimo periodo.
Non si può usare il quicksave e non ci sono diversi slot di salvataggio; questo significa che non si può tornare indietro per rifare uno scontro o un salto andato male. Se la cosa sembra estremamente punitiva, è pur vero che abbiamo 10 vite a disposizione e altre ne troviamo in giro per il labirinto; e anche quando le esauriamo abbiamo modo di ripartire con altre 10 vite in un punto più arretrato del nostro cammino (cosa che comporta il dover riaffrontare i demoni che riappaiono ogni volta che rientriamo in un livello anche già affrontato).

 

 

Uccidendo i nemici otteniamo “anime”, che poi sarebbero il mana che usiamo per le abilità magiche ottenibili esplorando il labirinto (possiamo curarci, o bloccare i nemici nel ghiaccio o rallentare il tempo e così via). Ci sono anche diverse armi che dovremo trovare in un labirinto che cambia conformazione ogni volta che iniziamo una nuova partita; il gioco è affrontabile anche con la sola arma di base, ma ovviamente utilizzare al meglio il nostro arsenale ci consente di renderci la vita più facile (anche se non tutte le armi che abbiamo trovato nel labirinto ci hanno pienamente convinto.

Altra caratteristica molto interessante è che Scathe è affrontabile in modalità cooperativa fino a 4 giocatori, cosa che lo rende sicuramente di interesse per i gruppi di amici che vogliano provare un’esperienza diversa dal solito; già immagino il poter sfruttare le caratteristiche tipiche dei vari giocatori per affrontare al meglio il gioco (abbiamo tutti un amico bravo nelle sezioni di precisione e che ci può evitare di doverci impazzire a saltellare da una piattaforma all’altra per raggiungere quella lontanissima runa).

 

 

Graficamente il gioco alterna momenti buoni ad altri meno riusciti; su tutti i pezzi di demoni che volano da una parte all’altra dello schermo quando esplodono, pezzi che hanno texture rivedibili. D’impatto ed evocativi invece molti degli scenari che attraverseremo.

Scathe è sicuramente un buon FPS, che grazie alla cura ed alle modifiche apportate nelle settimane dopo il lancio sa divertire grazie ai combattimenti frenetici, alle sue unicità ed alla possibilità di giocare insieme agli amici. Non si tratta di un capolavoro ma di un titolo sicuramente consigliabile; l’attenzione degli sviluppatori alle richieste nostre e dei giocatori denota la passione e la voglia di realizzare un gioco valido e piacevole. E Scathe, dopo le modifiche, lo è diventato.

 

Scathe, 2022
Voto: 7
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