Un mito intramontabile ritorna in edicola e spero che tanti ragazzi ne approfittino per appassionarsi a manga e basket.
Sono un giocatore di basket, condivido con tanti amici la mia passione per la pallacanestro, gioco regolarmente, o almeno ci provo, tutte le settimane. Devo ammettere che non seguo in modo assiduo il mondo professionistico della pallacanestro, perché mi diverto più a praticarla che a vederla in TV, ma questo non influisce sulla mia passione per il basket.
Sono anche un grande amante dei fumetti. Leggo avidamente tante cose diverse, dai manga legati allo sport, come Hajime no Ippo o Area No Kishi, a quelli fantasy di nicchia, come Solo Leveling, I Level Up Alone o Survival Story of a Sword King in a Fantasy World. Insomma, leggo di tutto e di più, compresi autori italiani come Leo Ortolani (Cinzia e Due Figlie e Altri Animali Feroci) e Zero Calcare.
L’anno in cui mi sono trasferito a Firenze per svolgere la leva come obiettore di coscienza, conobbi il mio amico Antonio, appassionato di manga come me, che mi fece conoscere Slam Dunk. L’ho letto tutto d’un fiato, e poi l’ho anche visto, prima sottotitolato, e poi doppiato in italiano. Era nata in me una sorta di venerazione per questo manga che fondeva in se due delle mie passioni più importanti.
Da semplice squattrinato obiettore di coscienza non mi potevo permettere di acquistare tutti i volumi, ma con l’arrivo dell’impiego e di uno stipendio mi sono sempre ripromesso di comprare la collezione completa’ pero’ non l’ho mai fatto, un po’ perché non trovavo tutti i numeri insieme, un po’ perché aspettavo l’occasione irrinunciabile.
C’ha pensato mia moglie a sbloccare la situazione: a Natale 2019 mi piombano in mano i primi numeri della nuova tiratura fatta dalla Panini. Comincio a comprarli, e come spesso accade, mi ritrovo a pensare: “Ci dovrei fare una recensione… “; ed eccomi qui che scrivo di questo epico capolavoro che porta il basket nel mondo del manga fondendo due delle mie passioni più importanti.
Che cosa volete sapere su Hanamichi Sakuragi, il teppista dai capelli rossi che per un colpo di fulmine si ritrova invischiato nel magnifico mondo del basket e se ne innamora a poco a poco? Vi posso raccontare del suo processo di coinvolgimento lento ma totale, che parte da una semplice domanda fatta dalla bella Haruko: “Ti piace il basket?” e si sviluppa tra allenamenti, litigate, partite e sfide avvincenti con abili atleti liceali che sembrano campioni di livello mondiale.
La bellezza di quest’opera risiede nella scelta iniziale, quella di introdurre un perfetto neofita nel mondo del basket. L’idea di seguire l’evoluzione di Hanamichi Sakuragi nella quotidiana fatica degli allenamenti, condividendo la sua frustrazione di non poter fare subito una spettacolare schiacciata, accompagnandolo nel noioso compito di dover imparare bene i fondamentali di palleggio, passaggio e tiro, coinvolge il lettore in modi inaspettati. Poi arrivano le partite e la competizione comincia a pervadere le pagine di questo manga di agonismo e spettacolarità allo stato puro.
Il maestro Takehiko Inoue, scrittore e disegnatore di Slam Dunk, usa il protagonista Hanamichi Sakuragi come una figura di riferimento per tutti quelli che non conoscono questo sport. Lo usa talmente tanto bene che si può concedere di caratterizzare il personaggio come un teppista da quattro soldi, un po’ ignorante, ma molto intuitivo. Questo permette di inserire nella trama sportiva tutta una serie di battute e di gag che spezzano la tensione del momento, rilassando il lettore e creando con Hanamichi un legame di simpatia unico e indissolubile.
La caratterizzazione dei personaggi, siano essi protagonisti sia antagonisti, è molto accurata. Sono descritte tante forti personalità che s’incontrano e che si scontrano ripetutamente, così da creare una costante marea di nuove situazioni che non ti stancano mai.
Con il passare dei volumi, il quintetto base dello Shohoku, la squadra in cui Hanamichi comincia a muovere i primi passi, diventa il fulcro portante della storia. Questo spostamento graduale dalla figura centrale del protagonista alla complessa interazione di un gruppo di cinque giocatori, è quello che accade normalmente in una squadra di basket e negli sport di squadra in generale. Il lettore viene coinvolto in questo passaggio, sentendosi egli stesso un componente della squadra dello Shohoku senza neanche rendersene conto.
Ho provato a leggere Slam Dunk a mia figlia al posto della favola delle buonanotte. Dopo il primo capitolo, è stata lei a chiedermi di continuare la lettura ed ora, prima di andare a letto, mi arriva con il manga sotto braccio, la lucina per leggere al buio e mi trascina in camera sua per sapere come continua la storia di Hanamichi. Ora potete capire bene perchè adoro quest’opera e sono costretto a valutarla in modo molto soggettivo e personale, travalicando i canonici standard di valutazione. Detto questo, è comunque la prima volta che nei miei articoli consiglio vivamente di approfondire la conoscenza di questo manga, perché sono sicuro di consigliarvi una lettura indimenticabile.
Slam Dunk non è il solito fumetto sportivo, è diventato una pietra miliare nella letteratura di questo genere, attirando a se fan in tutto il mondo. Ringrazio la Panini di aver ripubblicato quest’opera, così da poter rivivere, anche a distanza di anni, la storia di Hanamichi e dello Shohoku.