Quando si prova a fare il verso alle produzioni straniere non si può che fallire; e Stay Close non sfugge a questa regola non scritta.
Stay Close è una serie inglese piuttosto recente, che si propone come un giallo-thriller che dovrebbe appassionare lo spettatore. Purtroppo, pur avendo spunti interessanti, il risultato è mediocre e non arriva alla sufficienza.
Ambientato ai giorni d’oggi, Stay Close mostra la vita di una madre di famiglia alle prese con un passato scabroso che riemerge d’improvviso. Nelle otto puntate che compongono la miniserie, verranno pian piano svelati retroscena ed eventi che teoricamente dovrebbero appassionare chi guarda.
Il problema di Stay Close è che è una serie priva di mordente, che vuole imitare le produzioni statunitensi non raggiungendo assolutamente il carico di spettacolarità che tipicamente hanno e perdendo per strada le classiche caratteristiche delle produzioni inglesi.
Dal punto di vista dell’imitazione, ciò che salta immediatamente agli occhi è l’artificiale arricchimento dei colori effettuato durante la post-produzione, cosa che rende Stay Close un prodotto visivamente simile ai serial americani. Probabilmente questa è stata una scelta fatta per rendere più appetibile la serie sul mercato statunitense, ma la realtà è che in questo modo Stay Close perde di anima. La cosa bella delle produzioni inglesi è infatti la loro specifica caratterizzazione, immediatamente identificabile per via dei colori naturalmente cupi che hanno gli insediamenti urbani presenti sull’isola di Albione; ad esempio l’ottimo The End Of The Fucking World è immediatamente collocabile in un contesto ben preciso. Stay Close invece dà la sensazione di essere ambientato in qualsiasi località costiera degli Stati Uniti; insomma, manca di personalità.
La stessa trama sembra ricordare serie meno riuscite d’oltre oceano, con uno stile che mescola elementi di generi diversi che porta Stay Close ad essere un polpettone insipido. Ci sono elementi classici del thriller, altri propri delle produzioni dedicate alle investigazioni e altri ai teen-movie; il risultato è che per la maggior parte del tempo non si capisce dove la serie voglia andare a parare.
A prescindere da certe situazioni non credibili e che sembrano essere state inserite in modo forzoso e da alcuni preamboli discutibili, nel suo complesso la trama di Stay Close fila in modo accettabile. Non si ha quasi mai la sensazione di assistere ad una serie in cui viene impiegato l’orribile stratagemma del “vale tutto”, e le sequenze di eventi hanno una loro logica; putroppo tutto è permeato da una mediocrità complessiva che rende la visione di Stay Close non consigliabile.
In Stay Close ci sono comunque un paio di spunti interessanti. Il primo riguarda la coppia di folli interpretata da Poppy Gilbert, bravissima, ed da Hyoie O’Grady, rivedibile magari in un ruolo più consono. Le azioni dei due sono geniali dal punto di vista della sceneggiatura, ma sono qualcosa di completamente astruso rispetto allo stile del racconto.
Decisamente più amalgamate col resto e ben riuscite sono le sequenze legate a James Nesbitt (Svegliati Ned, Bloody Sunday, Lo Hobbit), ottimo come sempre nella sua recitazione di un investigatore disilluso ed insoddisfatto, ed affiancato dalla convincente Jo Joyner.
Dal punto di vista attoriale però la parte della protagonista è affidata a Cush Jumbo, già vista in alcune produzioni minori ed assolutamente insoddisfacente nel suo ruolo di capofila. Oltremodo inespressiva, Cush Jumbo interpreta ogni situazione con la stessa mimica facciale, appiattendo tutta la sua recitazione con uno stile abbastanza asettico e poco convincente.
Molto meglio vanno Richard Armitage (Star Wars I – La Minaccia Fantasma, Lo Hobbit), almeno fino a quando la sceneggiatura impone al suo personaggio un cambio di comportamento poco realistico, Eddie Izzard (Mystery Men, La Mia Super-Ex Ragazza, Ocean’s Twelve e Ocean’s Thirteen) e Sarah Parish. Inguardabile o quasi il resto del cast.
Stay Close è una serie evitabile, che non lascia molto allo spettatore se non la sensazione di aver cercato in ogni modo di concedere fino alla fine una chance alla storia. La realtà è che potreste impiegare il vostro tempo vedendo serie, film o documentari di caratura decisamente superiore.