Suite 776: la recensione

Suite 776 è un piccolo progetto che fa bene il suo lavoro: farvi stare sulle spine.

 

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I giochi horror mi hanno sempre affascinato, per quanto gli anni avanzino e la mia mollacciosità si faccia sempre più evidente. Se già subisco la tensione di Stalker e di Fear, figurarsi con i giochi studiati appositamente per far spavento come Outlast o Cry Of Fear.

Suite 776 è un walking simulator a sfondo horror. La breve avventura è realizzata da un singolo programmatore, ed è evidente fin da subito che non ci dobbiamo aspettare una produzione con chissà quali ritrovati funambolici. Eppure, nonostante il basso profilo, Suite 776 si rivela un’esperienza all’altezza.

 

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Ci troviamo all’interno di un appartamento per indagare sulla morte di una persona, ma è immediatamente chiaro che c’è qualcosa di sbagliato nell’ambiente intorno a noi. In breve, l’atmosfera si farà via via sempre più angosciante, sfociando nel paranormale e nell’horror.

Suite 776 probabilmente non ha nulla di innovativo, ma fa un buon uso di una serie di tecniche che possiamo trovare in altri giochi: a partire dalle fotografie da fare in condizioni di stress (vedi Rake), all’esplorazione forzata con suoni, luci e oggetti che ci mettono fortemente a disagio; l’evoluzione della storia sembra estremamente lineare, ma ci sono tre finali diversi, conseguenza delle nostre azioni.

 

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Il gioco dura oggettivamente poco, in un’ora si arriva a completare una sessione, ma alla breve durata si bilancia il fatto di non poter salvare in nessuna condizione; normalmente una scelta che direi folle, ma che qui ci sta benissimo, che alza la tensione e la pressione sul giocatore. Anche mettendo il gioco in pausa ho avuto la sensazione che le meccaniche di gioco non fossero del tutto ferme (anche se fortunatamente non ho avuto inconvenienti paurosi…).
Unico appunto, l’impossibilità di rimappare i tasti. Anche se i controlli si limitano ad un paio di tasti oltre a quelli di movimento, per i mancini questo rimane un problema (anche se piccolo, in questo caso).

Suite 776 ha un buon bilanciamento tra salti sulla sedia e gestibilità delle situazioni. Personalmente ho sfiorato un paio di volte la soglia del “mi serve una pausa”, ma certo non sono un cuor di leone quando di tratta di giochi horror. Lo si può prendere come un buon gioco introduttivo e di allenamento per avvicinarsi al genere.

 

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Il giudizio complessivo è abbastanza positivo: la breve durata è compensata con finali diversi (di certo però non c’è una rigiocabilità eccezionale), ma in quell’ora di gioco (tre, considerando i finali) l’attenzione è catturata e il giocatore si cala bene nella situazione. Ed è in questo contesto che va inteso il voto finale: si tratta di una piccola produzione senza pretese, breve ma efficace. Non un capolavoro, ma un piccolo gioco che si lascia sicuramente apprezzare per quello che è.

 

PRO:

  • Atmosfera
  • Diversi finali
  • Qualche salto sulla sedia

CONTRO:

  • Breve
  • Tasti non rimappabili

 

Suite 776, 2019
Voto: 7
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