Il terzo capitolo di Sylvio si rivela un’avventura cupa dotata di una discreta atmosfera, ma non riesce a puntare alle vette della categoria.
Se c’è una cosa che non è affatto facile, è concepire una storia originale e carismatica e poi trasferirla in un videogioco che sia funzionale, efficace e strutturalmente ben realizzato.
Sylvio: Black Waters è un titolo che riesce in un certo qual modo a centrare i punti sopra menzionati, eppure la somma delle parti non consegna un prodotto finale dal peso specifico importante.
Andiamo per gradi. Sylvio: Black Waters è fondamentalmente un walking simulator dove però è presente un deciso elemento d’azione, visto che dovremo non solo saltare da un punto all’altro dello scenario (tranquilli, non si può cadere nel vuoto) ma anche sparare a qualche nemico utilizzando le più classiche dinamiche degli FPS. Lo scopo è quello di esplorare un mondo tetro, opprimente, quasi malato, e raccogliere tracce e informazioni utili a permetterci di uscirne.
Sylvio: Black Waters è un titolo che punta molto sull’atmosfera e sulla storia di fondo. Purtroppo però solo il primo degli elementi è ben realizzato: il mondo di gioco infatti è piacevolmente improbabile, sbagliato, a tratti al limite del disturbante; la storia però non è affatto all’altezza, e si rivela fin da subito abbastanza pretestuosa e poco credibile. I dialoghi sono piuttosto telefonati e stereotipati, e le voci dei protagonisti (specialmente di quella femminile) non spiccano per capacità di far presa sul giocatore.
C’è una colpevole mancanza di spiegazioni per quanto riguarda la raccolta degli indizi che troviamo in giro e la loro conseguente analisi; non essendo immediatamente ben chiaro cosa fare ma soprattutto come farlo, c’è un sensibile rischio di perdersi per strada tracce importanti che, per essere raccolte in un secondo tempo, richiedono di giocare lunghe sezioni che abbiamo già ampiamente visitato.
Da questo punto di vista, l’esplorazione del mondo di Sylvio: Black Waters è un’esperienza appagante: ci sono momenti in cui ci si sente davvero persi nel nulla ed altri in cui siamo costretti a muoverci in ambienti angusti e potenzialmente ostili, che spesso sfruttano le magie della geometria escheriana che abbiamo già conosciuto nel particolarissimo Antichamber.
Abbiamo detto degli elementi FPS: il dover stare in campana per evitare una fine prematura è una valida aggiunta che gli sviluppatori di Stroboskop hanno comunque reso opzionale per concedere ai giocatori che lo preferissero di vivere il gioco come un walking simulator puro; eppure i momenti di combattimento, non frequenti ma nemmeno rari, sono forse quelli più intensi e vivi del gioco, che non presenta di per sé grandi colpi di teatro o una linea narrativa travolgente.
Tecnicamente, Sylvio Black Waters è un gioco semplice, dalla grafica certamente retrò e talvolta grezza, ma privo di particolari problemi. Durante la nostra prova abbiamo solo riscontrato l’impossibilità di utilizzare i tasti shift e control nel menu di riconfigurazione dei comandi e la presenza di piccoli muri invisibili che ci bloccano i movimenti: saltando da un punto all’altro può capitare di finire oltre questi piccoli muri, dove il nostro personaggio si blocca. In realtà in quasi tutti i casi siamo riusciti a liberarci in pochi secondi, e solo in un’occasione siamo stati costretti a ricorrere all’ultimo salvataggio (automatico) per poter riprendere l’avventura.
Sylvio: Black Waters fa tutto tra l’accettabile ed il benino, ma non c’è nulla che faccia realmente breccia nel giocatore, fatti salvi alcuni momenti di combattimento in cui qualche brividino lo si prova. L’ibrido walking simulator-FPS funziona, ma da solo non riesce a far spiccare il gioco fra i titoli concorrenti visto anche il poco appeal dei mini-puzzle che ci vengono proposti (e che non sempre si comprende in che modo si possano risolvere).
Sylvio: Black Waters è un passabile riempitivo: con circa 5 ore di longevità ed una struttura semplice, lineare e funzionante, riesce sicuramente a tenersi a galla e a presentarsi come una possibile opzione per chi cerchi qualcosa senza troppe pretese ma comunque particolare.