Tassi di interesse più alti più a lungo. Cosa aspettarsi nel 2024?

Tassi in crescita pongono i mercati di fronte a continue sfide. Quali le prospettive e gli scenari di mercato più plausibili per il prossimo anno.

 

 

Dopo una lunga corsa al rialzo delle azioni nel 2023, il mercato finanziario si trova in una fase di stallo. Un nuovo incremento dei tassi è atteso per il 2024, con l’aumento dei costi del finanziamento erogato e il rialzo dei fattori di sconto che potrebbero ridurre il valore degli asset, aprendo la strada ad uno scenario a crescita zero simile a quello del 1994. Quell’anno, politiche monetarie aggressive e tassi di interesse in salita appiattirono fortemente la curva di crescita del mercato azionario, con l’indice S&P 500 in chiusura d’anno leggermente in ribasso dell’1,5%. Ora la storia potrebbe ripetersi, con azioni che faticano a decollare ed un mercato in fase di lateralizzazione.

Con questi presupposti, cosa attendersi nel 2024? Le opinioni degli analisti in merito restano contrastanti. Dopo oltre un anno di politica monetaria aggressiva, a partire da marzo 2022, e incrementi maggiorati dei tassi di interesse (higher for longer), è improbabile che un nuovo aumento possa comportare il crollo degli asset azionari, così come accaduto nel periodo 1981-1982, che ha aperto le porte alla recessione degli anni ’80. Gli analisti propendono per una fase di stagnazione della crescita, evitabile solo grazie al taglio dei tassi da parte delle banche centrali a condizione che il calo dell’inflazione sia più rapido rispetto al previsto. Tuttavia, alcuni considerano i prossimi tagli non tanto mirati a ridurre i livelli di inflazione quanto ad aggiustare la rotta rispetto a prospettive di crescita deludenti. Ci si attende pertanto un periodo difficile per il mercato azionario, soprattutto considerando le aspettative di crescita degli investitori rispetto agli utili del 12% sull’indice S&P 500 nel 2024.

 

 

Secondo Bloomberg, lo scenario di “tassi più alti più a lungo” presentato lo scorso agosto dalla FED, e ribadito di recente dalle grandi banche centrali mondiali, durerà tre mesi al massimo. Alcuni analisti fissano l’inizio della discesa dei tassi, su scala globale, nella prima parte del 2024: negli Stati Uniti e in Europa i tassi dovrebbero tornare a scendere entro la metà dell’anno, mentre Svezia e Regno Unito potrebbero dover attendere un po’ di più. Questo dopo gli ultimi dati sull’inflazione che segnalano un leggero rallentamento della corsa dei prezzi (nella zona Euro l’inflazione si è attestata al 5,2% ad agosto, dal 5,3% di luglio).

Si è iniziato a parlare di uno stop alla crescita dei tassi di interesse, anche se le banche centrali hanno sempre chiarito la volontà di mantenere il costo del denaro su livelli elevati per tutto il tempo che sarà necessario. Le attese parlano di una riduzione del tasso globale aggregato di 125 punti base entro la fine del prossimo anno per le economie in via di espansione mentre per quelle avanzate il calo sarà più contenuto, pari circa a 65 punti base. Ciò non significa un ritorno alla situazione precedente a marzo 2022, con tassi vicini allo zero, consumi in aumento e prezzi in forte espansione. La situazione resta volatile e le banche centrali non vogliono allentare troppo la loro politica monetaria.

Per quanto riguarda le obbligazioni, un calo dei tassi provocherebbe un aumento del prezzo dei titoli già in circolazione e un calo dei rendimenti offerti dalle nuove emissioni. Queste ultime offriranno invece una cedola più bassa rispetto ai titoli già emessi, comportando una crescita della domanda che, a parità d’offerta, farà schizzare in alto il prezzo dell’obbligazione. Diverso il discorso per le azioni: eventuali tagli dei tassi nel 2024 potrebbero coincidere con una flessione degli utili aziendali, dando avvio ad una fase estremamente delicata per i titoli azionari. Al contempo però, il calo dei tassi dovrebbe incentivare la crescita economica e, di conseguenza, i titoli azionari potrebbero beneficiarne.

Le prospettive di crescita restano quindi variabili, le forze in gioco molteplici e tutto dipende dal loro peso specifico.

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