11 bit torna ai fasti del passato grazie all’unione delle dinamiche tipiche di This War Of Mine con narrativa, dilemmi ed affascinante esplorazione.
Negli ultimi tempi i giochi sviluppati in casa da 11 bit hanno stentato a catturare completamente l’attenzione del giocatore. Frostpunk 2 ne è un esempio perfetto: un titolo dalle ottime premesse ma troppo algido, asettico e schematico per coinvolgere davvero.
Con The Alters, 11 bit invece ha preso un’altra direzione, tornando a imboccare la via segnata da quel capolavoro che è This War Of Mine e ottenendo risultati ammirevoli.
La trama del gioco ci vede unici sopravvissuti di uno schianto spaziale durante una missione di ricerca ed estrazione mineraria, ed in costante pericolo di vita una volta messa in funzione la base a nostra disposizione. A darci una mano saranno solo altre versioni di noi stessi, in un turbine di eventi e necessità che ci metteranno costantemente sotto pressione.
The Alters è un titolo non semplice da descrivere, visto che le sue componenti sono molteplici e vengono da stili di gioco diversi. Facciamo subito la conoscenza con la fase esplorativa, che ci consentirà di girovagare sul pianeta grazie ad una vista 3D ottimamente realizzata, fluida e capace di ammaliare con i dettagli. Le diverse aree di gioco e la complessiva sensazione di veridicità del mondo alieno consentono il giocatore di immergersi pienamente nell’atmosfera raccontata da The Alters.
Altra fase di gioco molto importante è quella gestionale: dovremo continuamente fare i conti col bisogno di produrre oggetti, ampliare le infrastrutture della base mobile e trovare un modo per stoccare abbastanza risorse per permetterci di proseguire nel nostro viaggio. The Alters prevede un tasso di microgestione relativamente basso, permettendoci di dedicarci alle attività che riteniamo più opportune dopo aver pianificato il lavoro dei nostri alter ego ed averli assegnati ai compiti che abbiamo previsto.
Complessivamente questo aspetto è ben realizzato, ma non si può non notare come ci siano alcune mancanze che rendono la vita un pelo più complicata al giocatore: ad esempio l’ottusità della coda di produzione, che si blocca del tutto se mancano componenti per realizzare il primo oggetto in lista invece di proseguire con le altre cose in coda e realizzabili, ma anche il non poter mettere un limite all’accumulo di determinati minerali (rischiamo di riempire i magazzini e non poterli liberare); o ancora l’impossibilità di tenere traccia del completamento parziale di alcuni obiettivi secondari (come quello dei pasti da servire almeno due volte a ogni Alter nei seguenti 5 giorni) non aiuta affatto.
La fase gestionale è d’altra parte ben congegnata, con strette interazioni relative alle esplorazioni sul suolo e sull’implementazione di stazioni minerarie e di linee di trasporto materiali che raggiungano la base, e una interessantissima funzione di ampliamento e ridisposizione degli ambienti interni alla base stessa: quasi un mini gioco alla Tetris che renderà insonni i maniaci dell’efficenza (come il sottoscritto).
Il terzo pilastro del gioco è infine l’aspetto narrativo: The Alters nasconde una trama di tutto rispetto: anche se non può dirsi rivoluzionaria nonostante il tema (anzi, forse è una mezza occasione persa), il titolo di 11 bit fa delle relazioni interpersonali, della gestione dei dialoghi, della scoperta dei misteri del pianeta e della storia nel suo complesso un innegabile punto di forza in grado di mantenere sempre alta l’attenzione del giocatore. Infatti si fa fatica a staccarsi dal gioco anche dopo parecchie ore di gioco: si rimane sempre con la necessità di completare un obiettivo, di finire un lavoro o di voler accedere ad una zona appena scoperta, e scatta quella sindrome tipica dei giochi migliori che porta i giocatori a giocare sempre un turno (o un giorno, in questo caso) di più e di rimandare l’interruzione della sessione di gioco.
È importante notare come alcuni aspetti di The Alters lo fanno talvolta sembrare quasi un film interattivo: ci sono dialoghi a volte molto lunghi e non sempre graffianti; si tratta di elementi utili non solo a fare da collante tra un momento di gioco e l’altro, ma anche preziosi (anche se certe volte stucchevoli) per entrare in empatia con i vari protagonisti del gioco.
Il rilascio di The Alters non è stato privo di turbolenze: numerosi sono i bug che hanno afflitto la versione 1.0 (ma che già nelle prime settimane sono stati quasi interamente risolti), cosa che ha giustamente innervosito più di un giocatore; ma anche l’utilizzo non dichiarato dell’AI per la realizzazione di testi per traduzioni e sfondi è stato un calo di stile per una produzione che invece è nel suo complesso solida e assolutamente apprezzabile.
The Alters è per altro un gioco tutt’altro che breve, intorno alle 20-25 ore, e sono presenti finali diversi che consentono al titolo di 11 bit di essere rigiocabile anche dopo averlo completato la prima volta (anche se magari non nell’immediato, vista la sua mole).
The Alters è un titolo sicuramente consigliabile a chi apprezza una buona storia, a chi è affascinato dall’esplorazione e a chi si diverte con la gestione di un piccolo insediamento. Deve molto al già citato This War Of Mine, col quale condivide una buona parte di stile di gioco (anche se il titolo del 2014 era in 2D), ma può ricordare per ambientazione e storia anche un’altro titolo pubblicato da 11 bit, quel The Invincible che ci ha anch’esso pienamente convinto ormai quasi due anni fa.
The Alters è un’esperienza, non solo un gioco, e nonostante qualche imperfezione è un titolo di assoluto valore.