Da un’idea di Philip K. Dick una serie che appassiona per 39 puntate e si devasta completamente con la 40a.
Quando dici Philip K. Dick non puoi non pensare a Blade Runner e quindi farti buone aspettative su una serie tratta da un suo romanzo. Si inizia in un 1962 distopico in cui l’Asse ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e ora domina il mondo. Questo incipit mi aveva subito intrigato. E infatti sin dall’inizio The Man In The High Castle avvolge gli spettatori con le sue varie sfaccettature. Tutto molto bello fin da subito: scenari, trama, personaggi…
La Germania ha creato l’atomica prima degli Stati Uniti e l’ha sganciata su Washington, vincendo la guerra insieme al Giappone. Quindi i due stati si sono spartiti il mondo. L’unico però che vuole questa spartizione più o meno equilibrata col Giappone è Hitler, che ormai è vecchio e malato. Tutti gli altri gerarchi aspettano che lui muoia per muovere guerra verso un Giappone che non potrebbe vincere un conflitto contro un Reich molto più potente. A mio avviso basterebbero già solo queste trame politiche per rendere appassionante la serie. Ma a queste tensioni si aggiungono anche le sacche di resistenza che negli Stati Uniti cercano di combattere contro la duplice occupazione.
San Francisco e New York, una sotto il dominio giapponese e l’altra sotto quello nazista, sono le due location principali in cui i ribelli agiscono per cercare di colpire i rispettivi occupanti. E poi c’è lui, l’Uomo nell’Alto Castello, personaggio misterioso che dà il titolo alla serie e che per qualche motivo è il ricercato numero uno sia del Reich che dell’Impero giapponese. A quanto pare questo individuo è a conoscenza di una verità sconvolgente, che non rivelerò qui e che aggiunge un ulteriore strato di interesse alla storia.
Ma allora cosa c’è che non va in The Man In The High Castle? Beh, solo l’ultima puntata.
Voi direte: ma ce ne sono tante di serie belle il cui finale poi è deludente… Vero. Ma questo non è un finale deludente, è un finale ridicolo e senza nessun senso, che distrugge totalmente quanto di buono fatto nelle 39 puntate precedenti. Una puntata finale che: 1) non chiude la trama principale lasciando tutta la situazione in sospeso, 2) non spiega il destino finale di molti dei protagonisti e 3), peggio ancora, aggiunge proprio nella scena finale un altro elemento, in pratica completamente nuovo, che non ha nessuna spiegazione logica.
Non avete idea del mio sconcerto. Ho adorato tutto di The Man In The High Castle, tutto! Per poi scoprire che quest’Alto Castello si è rivelato fatto di carte che sono crollate inesorabilmente con un debole soffietto finale.
Consiglio 1 per tutti: non perdete assolutamente il vostro tempo con questa serie!!
Consiglio 2 per quelli che sono rimasti delusi dal finale del Trono di Spade: voi i finali di serie affrettati e inconcludenti non li avete mai visti… fidatevi!