To Your Eternity – Stagione 1: la recensione

To Your Eternity non è esente da sbavature, ma è un prodotto particolare che cresce lentamente di episodio in episodio; basterà questo a renderlo godibile?

 

 

L’anime, il cui titolo originale è Fumetsu No Anata He, è decisamente una delle opere più particolari che mi siano capitate sottomano nell’ultimo periodo. Un essere immortale discende sulla terra dal cielo; l’essere è però al pari di un contenitore vuoto, non ha alcuna esperienza, non ha alcun ricordo ed inizia la sua esistenza come un sasso. Come può un sasso apprendere qualcosa? Ovviamente non può. Però l’essere può prendere le sembianze di qualsiasi cosa sia morente e con cui abbia vissuto delle esperienze in comune.

Il primo essere vivente che la pietra immortale ha copiato è stato il muschio cresciuto sulla sua superficie e poi morto a causa del freddo inverno. Da questo primo passaggio possiamo capire che il progetto ha un obiettivo ben determinato: stupire lo spettatore raccontando una storia che può spiazzare. Essere un muschio non aiuta molto l’evoluzione del nostro essere immortale: il tempo trascorre ed alla fine un lupo ferito si accascia stremato sopra il muschio. La vita dell’animale si sta spegnendo lentamente e l’essere immortale assiste all’evento fino a che l’animale esala l’ultimo respiro.

Ora l’immortale è un lupo bianco in mezzo ad una steppa sferzata da venti gelidi e ricoperta di neve. Respirare, vedere, assaporare, toccare ed udire sono tutte cose nuove. Cosa fa un lupo? Come si sopravvive in questo ambiente? Ovviamente l’essere immortale non ne ha alcuna idea e quindi muore e risorge diverse volte prima di capire come muoversi. Alla fine si ritrova a camminare verso l’ignoto fino ad incontrare un ragazzo.

To Your Eternity è un racconto che gioca tantissimo sulle prime esperienze, sulla maturazione del protagonista, sugli incontri e sulle forti sensazioni. La serie inizia lentamente e procede con un passo narrativo comodo, ma non rischia mai di cadere nel noioso perché la azioni o le reazioni del nostro protagonista prendono spesso in contropiede lo spettatore. Tutto il racconto è condito da una voce narrante che ci racconta le idee, le sensazioni e le esperienze elaborate dalla nostra creatura immortale.

 

 

Come potete ben capire dai primi passaggi la storia è composta da momenti di vita vissuta che regalano al nostro protagonista, battezzato Fushi, nuove cose da apprendere. Purtroppo non tutti i suoi incontri finiscono con un lieto fine e quindi la morte di coloro che hanno condiviso qualcosa con lui non fa altro che aumentare le forme di vita in cui si può trasformare. Tutto questo ha uno scopo?

Ebbene sì! Dopo una prima parte di stagione in cui il nostro protagonista matura ed apprende cose nuove, si scopre infine il vero motivo della sua venuta sulla terra: è in atto un conflitto in cui il nostro Fushi, suo malgrado, è costretto a partecipare. Dopo queste rivelazioni la struttura della narrazione cambia e comincia ad alternare momenti più frenetici, fatti da fughe o combattimenti, a momenti più semplici fatti di vita vissuta.

Yoshitoki Ōima, l’autrice del manga da cui è tratta la storia, ha la capacità di dare spessore a tutti i personaggi; forse l’unico che rimane un po’ troppo stereotipato è proprio in nostro essere immortale che risulta fin troppo buono. Sicuramente le migliori caratterizzazioni sono quelle dei vari comprimari che si alternano a fianco di Fushi durante le varie fasi della crescita dell’immortale.

Una piccola pecca che si può trovare in To Your Eternity è l’espediente narrativo che permette di cambiare, in qualsiasi momento, le carte in tavola. Avere a disposizione un essere immortale, che può mutare forma e che dimostrerà di avere tante altre abilità durante il proseguo della storia, dà la possibilità all’autrice di correggere eventuali errori in corso d’opera. Strategia usata all’alba dei tempi da chi narrava le gesta degli dei dell’Olimpo.

 

 

Questo cuscinetto di sicurezza però mostra i suoi limiti nell’arco narrativo dell’isola di Jananda che purtroppo parte con alcune caratteristiche che vengono cambiate in corso d’opera. Fino a quando è il mutaforme immortale a sistemare i guai narrativi è un conto, quando invece è il mondo narrato a piegarsi per giustificare un errore, le cose cominciano a scricchiolare rumorosamente.

Lo stile grafico dei personaggi del manga è riportato abbastanza fedelmente nell’adattamento animato. Mentre l’animazione, affidata allo studio Brain’s Base, mantiene un certo livello qualitativo; purtroppo cede un po’ di qualità nei momenti più frenetici, che però si concentrano principalmente verso la seconda metà della prima stagione.

In definitiva To Your Eternity è un prodotto che esprime il suo meglio proprio nella parte lenta della narrazione, durante i periodi in cui vengono affrontate alcune domande importanti come il significato della vita, il valore dell’amicizia o il guardare oltre le apparenze. I momenti frenetici delle lotte e delle fughe sono un modo per spezzare il flusso degli eventi e per dare un po’ di vivacità alla storia, ma sono per il momento la parte meno affascinate della serie.

Ve lo consiglio? È indubbiamente un prodotto interessante, ma ha dimostrato di avere alcuni limiti che possono purtroppo rovinare parte del lavoro fatto. Nel complesso però è un’opera che mi sento di consigliare, più che altro per la particolarità della storia narrata.

 

To Your Eternity, 2021
Voto: 6,5
Per condividere questo articolo: