La seconda stagione di To Your Eternity fatica a mantenere le solide premesse della prima, smarrendo l’equilibrio tra introspezione, azione e sviluppo dei personaggi.
La seconda stagione riprende da dove si era interrotta la prima, che aveva sorpreso per la sua trama e la caratterizzazione dei personaggi. I cambiamenti tra le due stagioni però sono evidenti: il giovane studio Drive prende il posto di Brain’s Base (Baccano!, Natsume’s Book Of Friends e Durarara!!), mentre la regia passa da Masahiko Murata a Kiyoko Sayama, modificando radicalmente l’approccio narrativo. La nuova direzione non riesce a restituire come in passato la crescita di Fushi e spesso lo relega in secondo piano, lasciando spazio a nuovi personaggi che prendono il controllo della scena, come il principe Bonchien Nicoli La Tasty Peach Uralis.
Oltre al nome decisamente bizzarro, il principe ha un carattere inizialmente eccentrico, con atteggiamenti che lo fanno sembrare più un personaggio sopra le righe e dalla sessualità ambigua che un nobile. Eppure Bonchien ha un ruolo chiave nella storia ed in particolare nel finale, con il suo modo di approcciare il mondo, il suo aspetto ed il suo carattere che cambiano così repentinamente e drasticamente da risultare poco credibili se non addirittura innaturali .
Come detto, la crescita di Fushi non viene più accompagnata come in passato: la narrazione su di lui si concentra soprattutto sulla sofferenza e sulla necessità assoluta di sconfiggere il nemico a qualunque costo. Il dolore altrui sembra permeare ogni aspetto della storia e si riflette nel protagonista attraverso le sue accresciute capacità. Tuttavia questa enfatizzazione eccessiva, invece di avvicinare lo spettatore e farlo empatizzare con Fushi, produce l’effetto contrario, rendendo il protagonista un essere quasi alieno invece che una creatura in grado di connettersi con tutto.
Anche i Nokkers, le temibili creature antagoniste, sono gestiti in modo approssimativo. Questi ammassi di materia organica dotati di una mente collettiva rivelano finalmente i loro intenti, che però risultano banali e poco comprensibili. Inoltre, la trama lascia aperti interrogativi che avrebbero potuto dare maggiore spessore a questi avversari: chi li ha creati? Da dove provengono? Perché inizialmente hanno attaccato Fushi senza tentare un dialogo? Questa gestione carente degli antagonisti culmina in un grande scontro finale che poggia su basi fragili. Al contrario, la decisione di introdurre nuovi antagonisti, perlopiù fanatici religiosi e figure influenti che considerano la semplice esistenza di un essere immortale come Fushi una minaccia al loro potere, è forse l’unico spunto riuscito di questa stagione.
L’animazione per lo meno si mantiene su un livello accettabile anche se con qualche piccola sbavatura nei momenti più frenetici; qualcosa di comprensibile per una serie con così tanti episodi prodotti in tempi ristretti. I disegni dei personaggi principali restano fedeli alla prima stagione e il cambio di studio di animazione è percepibile solo a un occhio particolarmente attento.
In definitiva, la seconda stagione di To Your Eternity perde i punti di forza che avevano reso la prima così apprezzata, sostituendoli con personaggi eccessivi e poco credibili, antagonisti privi di un vero scopo e una narrazione che riduce spesso Fushi a un mero strumento nelle mani altrui. Il colpo di coda finale, con una presa di posizione del protagonista, non riesce a risollevare una storia ormai compromessa e destinata a un epilogo prevedibile e aperto. La terza stagione infatti è già stata annunciata e, per come si è chiusa questa, lascia sperare in un ritorno a un racconto più vicino alle origini della serie.