Perché vedere una serie animata quando esistono effetti speciali che permettono di realizzare qualsiasi scena? Perché il fascino dell’animazione è una cosa per pochi, e questo Trollhunters si fa apprezzare per uno stile tutto suo curato ma spigoloso, dove l’imperfezione è arte.
Trollhunters è una serie televisiva animata statunitense creata da Guillermo del Toro per Netflix, prodotta da DreamWorks Animation e Double Dare You e basata dall’omonimo libro Trollhunters scritto da del Toro e Daniel Kraus.
Millenni addietro i Troll e gli umani lottarono per il predominio sulla Terra; i Troll furono sconfitti e relegati a vivere nei recessi della terra. Possono uscire solo di notte, perché i raggi solari mutano il loro corpo in pietra.
Purtroppo il primo Heartstone dei troll, la loro fonte vitale, marcì dall’interno, generando l’oscuro troll Gunmar, che fin da subito bramò il potere e creò i Gumm-Gumm, troll corrotti che obbedivano ai suoi ordini.
Merlino, il famoso mago, creò l’amuleto che permette ad un essere di fregiarsi del titolo di Trollhunter, difensore dei Troll.
Uno dei primi Trollhunters, a capo di un esercito di Troll, si scontrò con i Gumm-Gumm; la battaglia vide vincitore il Trollhunter, che riuscì ad imprigionare Gunmar e il suo esercito in un’altra dimensione.
I Troll sopravvissuti alla guerra lasciarono il loro vecchio “Mercato dei Troll” e migrarono in cerca di una nuova casa e di una nuova Heartstone trovandola sotto un ponte di una cittadina del nuovo mondo.
Arcadia è una cittadina Americana di provincia, una di quelle cittadine dove non succede mai niente. Fino alle prime luci dell’alba, sotto il ponte della statale di Arcadia, si combatte una battaglia secolare tra l’ultimo dei Trollhunter e Bular, figlio di Gunmar, un gigantesco troll oscuro con le sembianza di un demone nero, che combatte con due gigantesche spade, e che tenta di liberare suo padre e il suo Clan dalla prigione dimensionale.
La nostra storia inizia proprio in quel momento, durante uno scontro Epico tra l’ultimo dei Trollhunter e Bular. Il Gumm-Gumm sta per avere la meglio, ma il Trollhunter, per proteggere l’amuleto di Merlino, si lancia dal ponte, viene investito dalla luce del giorno e diventa pietra; la conseguente caduta lo rompe in mille pezzi.
L’amuleto di Merlino rimane alla luce del sole, protetto dalle grinfie di Bular e di tutti i troll, almeno fino al calare delle tenebre.
La stessa mattina del combattimento, due amici in bicicletta, si affrettano a percorrere il canalone sotto il ponte, sono in ritardo per l’entrata a scuola, ma Jim, uno dei due ragazzi, sente una voce.
La voce proviene da un gruppo di pietre; si avvicina, ne sposta alcune, e trova un amuleto, lo afferra, ed improvvisamente le voci si placano, scosso da questa stranezza, viene ridestato dal suo amico paffutello Tobias, che lo chiama a gran voce e lo incita a sbrigarsi visto che sono in ritardo.
La sera, tornato a casa, Jim esamina attentamente l’amuleto: sembra una specie di orologio ma ha delle strane incisioni sul bordo; le legge e d’improvviso una luce abbagliante lo avvolge, un’armatura si materializza e tutto intorno a lui e una grande spada compare nelle sue mani.
Da quel momento la sua vita cambia, il suo destino è segnato, lui sarà il nuovo Trollhunter fino a che la morte non lo raggiungerà.
Sarà il protettore dei Troll e anche degli umani, conoscerà un mondo del tutto nuovo e totalmente celato agl’occhi degli umani.
La storia è carina, all’inizio risulta anche un po’ scontata, ma con l’andare della serie le implicazioni si fanno interessanti e coinvolgenti. Un susseguirsi di avversari impensabili, implacabili o addirittura surreali, si susseguono nelle vicende che vedono il nostro protagonista doversi destreggiare tra la sua vita umana e quella di Trollhunter. Il finale della prima stagione è dei più interessanti, lascia aperta la porta ad una seconda stagione che ci si aspetta davvero tambureggiante.
In tutto la prima stagione annovera 26 episodi; purtroppo la seconda stagione ha avuto uno stop a causa della morte di uno dei doppiatori della versione americana, ma Guillermo del Toro ha già fatto sapere che verrà sicuramente realizzata.
Devo ammettere che mi sono ritrovato per le mani un progetto ben riuscito; la storia parte in un modo un pò banale e un pò scontato, ma si intensifica con folate decisamente efficaci durante tutto l’arco narrativo della prima stagione. La resa grafica è curata, ma non ricerca la perfezione dei soggetti, anzi ne esalta le imperfezioni. L’accompagnamento musicale è interessante, soprattutto la scelta di eseguire un brano solo strumentale per accompagnare le immagini della sigla iniziale degli episodi. Alla fine, la cosa che ho apprezzato maggiormente è la scelta di realizzare questo prodotto in animazione grafica, è un pò come un tuffo nel passato… questo genere di storie mi richiamano alla mente favole antiche dell’infanzia, come la Spada nella Roccia o Robin Hood della Disney. Sarò un nostalgico ma, a vedere queste tipologie di serie, ritorno sempre un pò bambino.