Chi ha detto che un’apocalisse zombie debba essere solo paura e disperazione? Per Akira, è l’occasione perfetta per tornare davvero a godersi la vita!
L’anime Zombie 100 – Cento Cose Da Fare Prima Di Non-Morire (conosciuto anche come Zombie 100), basato sull’omonimo manga di Haro Aso e illustrato da Kotaro Takata, è una serie animata sugli zombie decisamente fuori dagli schemi: la paura, la tensione e la violenza tipiche del genere horror fanno solo da sfondo a una storia che mescola commedia, azione e momenti di riflessione.
La trama segue Akira Tendo, un giovane impiegato sfruttato e infelice, che vede la sua vita cambiare radicalmente quando scoppia un’apocalisse zombie. Invece di lasciarsi prendere dalla paura, Akira coglie l’occasione per liberarsi dalle costrizioni del lavoro e decide di creare una lista di 100 cose da fare prima di diventare uno zombie.
Nel suo viaggio incontra il suo migliore amico Kenichirou Ryuuzaki, il cui sogno è diventare un comico, e Shizuka Mikazuki, una ragazza metodica che pianifica ogni dettaglio. Man mano che la storia si sviluppa, i tre si ritrovano a confrontarsi non solo con gli zombie, ma anche con le proprie paure e i sogni non realizzati; la lista di Akira diventa così non solo un pretesto per sfuggire alla routine, ma un modo per dare un significato nuovo e positivo a una vita che, prima del disastro, sembrava destinata alla mediocrità. Mentre attraversano questo mondo post-apocalittico, la loro avventura diventa anche un cammino di crescita personale, tra azione, risate e momenti di riflessione più profondi su cosa significa essere vivi in un mondo che sta morendo.
L’idea di trasformare la fine del mondo in un’opportunità di divertimento è affascinante e funziona bene, probabilmente anche perché ha in comune quello spirito leggero che contraddistingue il film Benvenuti A Zombieland. La lista delle 100 cose da fare è più un pretesto per dare slancio all’avventura che un vero filo conduttore, poiché ad Akira capita di spuntare dal suo elenco alcuni obiettivi senza realmente averli voluti ottenere. Il vero motore della narrazione è indubbiamente il senso di libertà e la voglia di vivere appieno ogni momento, ed è accompagnato da un tono narrativo per lo più spassoso con battute e situazioni assurde, ma senza dimenticare momenti più seri che invitano alla riflessione.
Haro Aso arricchisce questa idea con un cast di personaggi ben caratterizzati, eccentrici e divertenti. Ognuno di loro porta qualcosa di unico alla storia, creando un equilibrio tra comicità, azione e momenti più introspettivi. Le interazioni tra i protagonisti sono il cuore della serie, ma è questa strana e leggera atmosfera che si crea durante la narrazione, in totale contrasto con la grave minaccia dell’apocalisse, a coinvolgere maggiormente lo spettatore.
Dal punto di vista stilistico, Zombie 100 presenta un’estetica peculiare. Gli zombie sono raffigurati in toni di grigio, a simboleggiare la monotonia e la noia della vita prima dell’apocalisse; sia loro che il mondo in generale sono però spesso macchiati da colori vivaci, suggerendo ironicamente che persino la decomposizione sia più vivace della routine quotidiana.
L’animazione, realizzata dallo studio Bug Films, è discreta. Non brilla per complessità tecnica, eppure mantiene una qualità costante anche nelle scene d’azione più frenetiche. Il design dei personaggi principali spicca grazie ad un uso sapiente del colore, anche se, paradossalmente, Akira è il meno appariscente. Tuttavia, il suo atteggiamento positivo e vitale lo rende sempre il punto di riferimento della storia.
Purtroppo Zombie 100 ha sofferto di problemi di rilascio che hanno generato malcontento in Giappone, compromettendo il successo sperato. All’estero, invece, ha ottenuto un riscontro migliore, alimentando le speranze per una seconda stagione. Il mancato annuncio ufficiale fa però temere che il progetto possa rimanere in sospeso; sarebbe un vero peccato, poiché la storia e i personaggi hanno ancora molto da offrire.