Le moto del mondiale 2021: ad ognuna il suo carattere, al pubblico lo spettacolo.
A tre gare dall’inizio del campionato facciamo il punto su quanto è emerso finora sulla competitività dei costruttori presenti, anche se le prestazioni dei marchi sono ovviamente influenzate da molti fattori, primo fra tutti i piloti.
Nei test precampionato le Ducati sembravano imprendibili ma a ben vedere le prime tre gare della stagione hanno delineato un quadro piuttosto diverso da quello che molti si aspettavano: le moto di Borgo Panigale sono dei missili e su questo non ci piove, ma anche su una pista notoriamente favorevole alla Desmosedici questo non è bastato: tutti hanno fatto gandi progressi, e tutte le moto hanno mostrato personalità diverse seppur con un livello di prestazioni altissimo.
Vero è che la casa di Iwata resta pur sempre quella col maggior numero di vittorie in Qatar, ma negli ultimi due anni il binomio Dovizioso-Ducati sembrava lasciare poche speranze alla concorrenza su un circuito dove il motore ha una così grande importanza.
Di contro, proprio su una pista tanto guidata e tecnica quale il “Mugello portoghese” ci si aspettava un dominio assoluto delle moto più guidabili del circus, Yamaha e Suzuki, ma senza escludere KTM vincitrice lo scorso anno con Miguel Oliveira; intendiamoci soprattutto le giapponesi non hanno di certo sfigurato, ma senza la penalizzazione, peraltro discutibile, di Bagnaia forse il risultato finale sarebbe stato un altro.
Quindi cosa sta frenando il costruttore italiano, nonostante al momento sia secondo nella classifica provvisoria dei costruttori? Prima di tutto c’è da fare una premessa che è legata al numero di moto presenti in pista: Ducati guida il gruppo con ben sei moto, seguono Yamaha Honda e KTM con 4, mentre Suzuki e Aprilia concentrano i propri sforzi solo sulle due moto ufficiali schierate. Ovviamente il numero dei punti conseguito è influenzato anche da questo. Proprio la casa bolognese, infatti, si salva per effetto dell’ottimo Team Pramac, sostegno su cui al momento non può contare Yamaha col team Petronas in grande difficoltà; stesso discorso (anzi anche peggiore) vale per la casa di Hamamatsu, ultima in campionato con 22 punti totali, 9 dei quali conseguiti dallo stratosferico Marc Marquez che ha disputato una sola gara.
Allora, se Bagnaia pur con la sua ancora limitata esperienza tira il gruppo delle Ducati sostenuto da uno sfortunato ma fin qui validissimo Jorge Martin (non dimentichiamo che è un esordiente), dove sono le altre due rosse, soprattutto quella ufficiale di Miller? Purtroppo per il momento Jack sembra non aver trovato la quadra: fatica e ancora non ha imparato a gestire la pressione del team ufficiale; probabilmente soffre anche la solidità e la serenità del suo compagno di squadra, che almeno per ora gli sta rubando la scena alla grande. Di Zarco ancora non si può dire molto: certo ha fatto due podi ed è 4 nella classifica provvisoria piloti (a Portimao sembra essere caduto per un problema al cambio), ma la sua costanza è ancora da verificare. In passato, infatti, è stato già molto veloce ma con una discreta tendenza all’errore.
Yamaha sembra aver risolto diversi problemi rispetto allo scorso anno, ma se può contare su un Quartararo veloce e concreto di Vinales, ancora dobbiamo capire se oltre alla grande propensione alla velocità sul giro secco si possa riuscire a contare su di lui per tutta la stagione: sembra piuttosto fragile psicologicamente, alterna gare fantastiche come la prima in Qatar al buio più assoluto del Portogallo.
Ottimo Morbidelli che mantiene la calma e la lucidità lavorando e recuperando con una bellissima gara alle due iniziali deludenti, riportandosi vicino alle buonissime prestazioni dello scorso anno. Tostissimo Mir, in gara ci mette sempre del suo e quando c’è da fare a sportellate non si nega neanche a Marquez, ricordandogli che il campione ora è lui. A proposito del Cabroncito, posso solo dire che è stato veramente grande, gli manca solo un po’ di condizione fisica ma sono certo tornerà a stupire presto. Problemi ancora invece per Valentino Rossi, che quando sembrava aver fatto un passettino in avanti si stende vedendo sfuggire i primi punti in campionato.
L’Aprilia cresce e con lui anche Espargarò, ci vuole ancora del tempo ma la strada sembra quella giusta. Un po’ sottotono invece la KTM sulla quale, dal finale di stagione scorso, si erano create aspettative forse eccessive: si salva qui con Binder che fa una buona gara. Certo, il penultimo posto davanti solo alla Honda non è ciò che ci si aspettava da chi ha chiuso la stagione precedente con ben 200 punti.
Resta comunque un inizio di stagione avvincente che, come spesso accade, ha rimescolato i pronostici dei test invernali, e sono sicuro che non mancheranno le sorprese e lo spettacolo in una categoria che negli ultimi anni ha saputo rinnovarsi e spezzare la monotonia delle noiosissime gare in solitaria. Sarà la tecnica o il pilota a prevalere? Di fondo resta sempre l’uomo, gli uomini, a fare la differenza.
Restate collegati alla Tana, al prossimo Gp!!!