MotoGP: troppa aerodinamica?

Le appendici aerodinamiche di recente introduzione stanno facendo la differenza, ma potrebbero essere la causa di diverse cadute inspiegabili.

 

 

Negli ultimi anni la massima categoria del motomondiale ha visto un proliferare di appendici aerodinamiche che ha cambiato l’aspetto e la resa in pista delle moto. È stata la Ducati ad indicare la direzione, essendo stata la prima ad implementare alette e mini-alettoni; e se il risultato estetico non è stato certo eccezionale, quello del tempo sul giro è da due anni sicuramente indiscutibile.

Alla Ducati si sono affiancate Aprilia e KTM; questo terzetto sta obliterando le moto giapponesi, che non hanno investito a sufficienza nello sviluppo.
Quello che però questa esasperazione aerodinamica ha comportato è un rischio di cadute molto più elevato, ed il motivo è presto spiegato: le moto, che viaggiano anche a 350km/h, hanno ora un assetto fin troppo influenzato da fragili appendici.

 

 

I piloti non negano il fatto che quando una di queste appendici si spezza in seguito ai normali contatti in pista, le moto diventano difficilmente guidabili; e in caso di improvvise folate di vento o cambi di situazioni ambientali sono molto più soggette a perdere il loro assetto. Diverse sono le cadute che a prima vista sembrano non avere una motivazione plausibile e che coinvolgono soprattutto le Ducati; Bagnaia dopo la stranissima caduta di Austin ha voluto lanciare un messaggio alla sua scuderia, rimanendo ufficialmente nel vago ma puntando il dito fra le righe ad un comportamento anomalo della moto in diverse occasioni e che potrebbe essere la causa di due cadute in gara del pilota piemontese (Austin, appunto, e precedentemente in Argentina).

Bagnaia non è il solo ducatista ad esser caduto in modo strano: anche Martin è stato vittima in gara di una scivolata che difficilmente si spiega con la classica chiusura dell’anteriore per una traiettoria scorretta, e diverse sono quelle nelle prove libere degli altri piloti Ducati, ufficiali e non. E anche in Aprilia qualche dubbio su certi comportamenti delle loro moto esiste.

 

 

Insomma, si ha la forte sensazione che le appendici aerodinamiche stiano influenzando troppo le gare della MotoGP, forse anche più della vituperata elettronica. Se infatti l’invasione delle centraline ha tolto buona parte dello spettacolo (dosare il gas in curva è un problema molto meno importante e sono sparite quelle fantastiche derapate in curva che contraddistinguevano le gare di solo quindici anni fa), non è qualcosa che può rompersi con le frequenti carenate che vediamo sempre di più nei primi giri di gara. Peraltro cominciano già ad essere numerosi i casi in cui pezzi di appendici aerodinamiche si incastrano in altre moto (come i casi di Quartararo e Marquez), causando cadute e moto incontrollabili che seminano il panico nel gruppo.

Forse è il caso che Dorna cominci a ragionare sulla mancanza di sicurezza che le appendici aerodinamiche portano sulle moto. Sebbene siano la migliore innovazione degli ultimi anni, la pericolosità che comportano in caso di rottura è alta.

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