An Education: la recensione

Allora, capiamoci. Non e’ che siccome uno fa un film ambientato negli anni ’60, e’ inglese e pompa tanto l’atmosfera allora va bene tutto. Perche’ il fatto rimane: An Education e’ un film insulso e ammorbante.

 

Cominciamo col dire che il tanto acclamato film della regista Lone Scherfigsi basa su un fondamento marcio: una sedicenne esce con un quarantenne che se la batte e i genitori sono contenti. Negli anni ’60. Voi ve la bevete? Io, onestamente, no. Come non mi bevo il fatto che lei, fintamente ribelle, presentata come ragazza intelligente, non capisca i retroscena della vita del suo amato, cosi’ misteriosamente introdotto in strani ambienti e pieno di soldi. Ma vogliamo darla per buona? Ok, diamola per buona. Diamo anche per buono un padre che vede solo il ritorno economico dei suoi investimenti sulla figlia e conta al centesimo la vita sociale della propria famiglia. Ma che nessuno, tranne la professoressa di inglese, si renda conto di qualche treno stia arrivando in faccia alla tipa in questione, beh, signori, e’ una forzatura di quelle che nemmeno Toto’ con la cassaforte de I Soliti Ignoti.

 

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Come se questo non bastasse, il ritmo e’ leeeeeento, noioso, privo di acuti o di pathos. L’emozione che trasmette la pellicola e’ la stessa che puo’ regalare un trattato sulla composizione chimica della bava delle lumache. E le luci? Avrei preferito una smarmellata di Biascichiana memoria, piuttosto che questa piattezza opaca tendente al bianco/blu. Una cosa sicuramente voluta, mirata forse a dare un tono classico al film. Il risultato pero’ e’ esasperante.

 

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Gli attori sono piuttosto anonimi. Ingenua (stupida) oltre ogni misura il personaggio interpretato da Carey Mulligan, stucchevole e fastidioso come pochi quello di Peter Sarsgaard; improbabile per non dir peggio il gia’ citato padre (Alfred Molina). Di buono il film ha l’ambientazione, ricreata ad arte (tocca ammetterlo), la recitazione dei vari attori, e il messaggio che devi studiarestudiarestudiare e non pensare agli uomini grandi se hai sedici anni e vai ancora a scuola.

Ah, no, ha anche un’altra cosa di buono: che dopo un po’ finisce.

 

An Education, 2009.
Voto: 4.5
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