Arrow – Stagione 8: la recensione

Dopo otto stagioni, di cui quattro praticamente uguali tra loro, finisce Arrow … Evviva!

 

Arrivati all’ottava stagione, non vedevo l’ora che finisse il calvario del povero Arciere di Smeraldo. Le ultime stagioni sono state deprimenti e ripetitive, poca fantasia e poca voglia di uscire fuori da dei binari ormai stantii. Solo il finale della scorsa stagione ha mosso qualcosa e speravo fortemente che fosse un buono spunto per mandare avanti quest’ultima in modo diverso; invece è stata una marchetta triplice per lanciare nuove serie che forse potremmo anche non vedere.

Arrow – Stagione 7 terminava con un Oliver Queen che si sottomette alle dirette dipendenze di Monitor, un essere proveniente dal multiverso che dichiara di voler salvare tutti dalla distruzione in arrivo. Anche Flash è alle prese con Monitor ed il multiverso in pericolo da diverso tempo; ora mi chiedo se i due amiconi, o per lo meno così ce li presentano, abbiano qualche problema ad alzare il telefono e sentirsi, perché tutte queste insicurezze e queste incertezze che saturano i primi episodi di questa ottava stagione di Arrow potevano tranquillamente essere affrontati e dissipati semplicemente parlando.

 

 

Critiche a parte, tutta questa ottava stagione è orchestrata principalmente per presentare con una bella marchetta Crisi Sulle Terre Infinite, lo speciale crossover di quest’anno che commenterò nelle prossime settimane dedicandogli un articolo di approfondimento separato. Vi anticipo subito che non sono rimasto entusiasta del suo svolgimento, ma alcuni spunti sono interessanti e li analizzeremo con calma.

La seconda marchetta che è presentata in modo ampio e senza troppi giri di parole è il possibile spin-off intitolato Green Arrow and the Canaries; dico possibile perché non è ancora stato ufficializzato dalla DC, anche se è scontato che venga realizzato. Il passaggio del testimone da Oliver Queen a sua figlia Mia, ormai è evidente. La difficoltà di poter armare una bambina appena nata con arco e frecce viene risolta facilmente spostando la serie nel futuro di una ventina di anni, così da non ingorgare il presente di nuovi eroi, ma mantenendo aperte tutte le strade con la possibilità di far viaggiare Flash nel tempo e richiamare alleati dal futuro.

La terza marchetta arriva sulle ali di un finale di stagione prevedibile, scombussolando la fantasia di tanti fan che avrebbero voluto vedere altri eroi legati alle saghe televisive, soprattutto a causa delle alterne riuscite cinematografiche. Così uno dei personaggi che avremmo voluto vedere andare in pensione potrebbe ritrovarsi in futuro con una serie tutta sua, vestendo i panni di qualcun altro, o di qualcos’altro, tanto per citare la famosa frase di Arrow.

 

 

Solo dieci episodi, in cui Oliver Queen appare principalmente nei primi otto e poi lascia spazio a tutta una serie di eventi, dovuti ma scontati, che servono a preparare l’arrivo di altre serie. Ma come si è comportato il nostro incappucciato verde nei primi otto episodi? Scontatamente male. Si poteva sperimentare qualcosa di diverso, farci vedere nuovi multiversi e singolari contatti con personaggi presenti, passati o futuri. Purtroppo si è rimasti legati profondamente alle solite meccaniche, non c’è stata via di scampo; Oliver Queen doveva fare sempre le stesse identiche cose, anche quando gli sceneggiatori avrebbero potuto osare in modo imbarazzante!

Ora lo scettro, come serie guida dell’Universo DC, passa a Berry Allen, il velocista scarlatto. Sarà capace di raccogliere il pesante fardello? Posso solo dire che Flash si contorna di diversi personaggi che alleggeriscono molto le tematiche che via via si sono fatte più mature ed è per questo che, secondo me, sarà più divertente di Arrow come serie di riferimento.

 

Arrow – Stagione 8, 2019
Voto: 5
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